Data di pubbl.: 2024
Traduttore: Maddalena Togliani
Pagine: 320
Prezzo: € 20,00
Poetessa e romanziera nippo-americana, Kimi Cunningham Grant scrive romanzi gialli insoliti e decisamente originali per natura e trama. Se qualcuno ha letto il suo predente ‘Nel silenzio dei boschi’ (Neri Pozza, 2022), sa cosa intendo. La vicenda umana, lo scavo psicologico, i paesaggi – i protagonisti immersi in una natura selvaggia e ostile contro la quale lottano per sopravvivere, ben coscienti di essere loro gli ‘invasori’ – sono preponderanti rispetto alla detection e la cosa non guasta, anzi.
Stavolta Grant ci trasporta nei parchi naturali dell’Idaho ammorbati da un incendio lontano che ne oscura la limpidezza dell’aria. Emlyn, ventottottene con una vita non facile alle spalle, vive da tre anni nel paese di Heart. A salvarle la vita – stava morendo per ipotermia ai margini della foresta – è stato il guardaboschi Varden aiutato nel compito dall’anziana Ruth, per tutti Rev – grazie alle sue preghiere e alla capacità di vedere nel cuore delle persone e aiutarle con consigli ispirati. Oggi, per vivere, in virtù della sua abilità nella pesca dei pesci di fiume e lago, Emlyn accompagna i turisti nei luoghi preposti a quello sport. Due sono le figure chiave del suo passato: Janessa, per anni l’amica del cuore, e Tyler, l’ex-fidanzato che le ha guastato l’esistenza. Con il secondo non ha più rapporti. Con Janessa, dopo un feroce litigio, qualcosa si è ricomposto, ma nulla è più come prima. E proprio da Janessa, ormai regina delle influencer, – gira per l’America selvaggia in compagnia di un certo Bush, parimenti noto, su un camper, disegnato e prodotto da Tyler, per reclamizzarlo sul sito Vanlife – riceve una strana telefonata che s’interrompe di botto, per assenza di segnale, nel mezzo di una frase enigmatica. Era una richiesta di aiuto? Probabile, perché di lì a poco la sparizione di Janessa e Bush, impegnati in una delle loro escursioni nella ‘wilderness’, diventa una notizia sulla CNN che manda Emlyn nel panico. Peggio ancora, ricompare Tyler che chiede a Emlyn di aiutarlo a ritrovare l’amica scomparsa. Lei non vorrebbe più avere niente a che fare con l’uomo che l’ha fatta soffrire fin quasi alla morte, ma lui si dichiara cambiato, la scongiura, la blandisce sostenendo di averla sempre amata e la convince ad accompagnarlo nella ricerca. Cosa accade da questo momento in poi ai lettori scoprirlo.
Romanzo ben costruito, con un ritmo che alterna il presente ai flash back del passato dove si scoprono i rapporti fra i tre – Emlyn, Janessa e Tyler – nonché la storia della vita di Emlyn (il suo amore per la poesia, la sua abitudine di dare a ciascuna persona l’aggettivo perfetto che la definisce, il suo terrore dell’abbandono), il titolo che l’autrice aveva scelto era proprio ‘Wilderness’, diventato poi il più appropriato ‘The nature of disappearing’. Ottimo, nella versione italiana, Nessun segnale, quello che accade nei luoghi selvaggi ai cellulari in assenza di campo, ma anche alle persone incapaci di riconoscere il pericolo che certi individui nascondono dietro modi amabili e seducenti, o di vedere se stesse per quel che sono davvero. Una riconferma delle ottime capacità narrative dell’autrice.