A ogni santo la sua candela – Stefano Crupi

Titolo: A ogni santo la sua candela
Autore: Stefano Crupi
Data di pubbl.: 2016
Casa Editrice: Mondadori
Pagine: 240
Prezzo: 18,00

Ernesto, un giovane napoletano appena laureato in Economia, è disposto a tutto pur di trovare un lavoro. In fondo avere un impiego, nonostante la crisi, non è poi così difficile, basta solo conoscere il sistema e mettersi dietro al santo giusto, come gli ha insegnato la madre: “ogni santo vuole la sua candela, ripete sempre, il segreto è sa­per scegliere quello giusto.” (p. 29).  La sua ossessiva ricerca di affermazione sociale e di potere affonda le radici proprio nella figura della madre Maristella, donna risoluta e determinata, cresciuta tra mille difficoltà, che ha da sempre desiderato un riscatto sociale. Ernesto è il mezzo attraverso il quale finalmente la donna può realizzare il salto di qualità: determinazione e assenza di scrupoli non le mancano, e può inoltre contare su un’amicizia di vecchia data con Alfonso Malatesta, potente boss locale.

Ernesto fa suoi tutti gli insegnamenti della madre: per diventare potente non bisogna mai mostrare le proprie debolezze, bisogna essere spietati, meschini, non avere umanità: “devi mostrare il tuo potere in ogni momento, anche quando non è necessario, anche quando si tratta di un esercizio inutile, apparentemente insignificante, pri­vo di tornaconto” (p. 136).

A ogni santo la sua candela racconta la rapida ascesa e il tragico crollo di un ragazzo cresciuto nella convinzione di potersi emancipare dalle proprie umili origini inserendosi in un meccanismo corrotto che gli si ritorcerà contro. La smania di farsi strada grazie a colpi bassi, minacce, regali e piccole o grandi meschinità lo porterà a mettere a repentaglio la sua stessa vita, in una spirale di autodistruzione fisica ma soprattutto morale.

L’Italia corrotta dalla dinamica delle raccomandazioni e delle scorciatoie fa da sfondo ad una storia cruda incentrata su un personaggio scomodo, Ernesto, per il quale è difficile simpatizzare, e su una madre ingombrante legata al figlio in un rapporto esclusivo e viscerale. Stefano Crupi ci regala un romanzo di grande impatto, scritto con capacità, stile e introspezione, e lo fa senza moralismi e ipocrisia. Capace di calarsi nella vita e nelle dinamiche di un quartiere povero, Crupi ci racconta la frustrazione, la povertà, la mancanza di opportunità, la capacità di arrangiarsi, la voglia di riscatto e ascesa sociale che ti porta a non avere limiti, a non avere né morale né cuore: tutto, pur di emanciparsi, più di oltrepassare quel confine al di là del quale c’è un territorio nuovo, migliore, “il territorio a cui hai sempre aspirato, gli ha detto più volte Maristella, quello che volevi, che devi abitare, costi quel che costi.” (p. 10).

Eppure, quel salto non è così facile, l’avidità e la smania fanno perdere il controllo e per Ernesto non avere dei limiti equivale a non riconoscere il pericolo, a non riuscire a valutare le persone, a non sapersi  fermare al momento giusto. Forse è difficile lasciarsi alle spalle chi sei, cambiare davvero, perché “chi è nato da queste parti il quartiere se lo porta sottopelle. Può provare a scap­parne, però il quartiere non lo lascia, non lo lascia mai.” (p. 156). Epilogo amaro per un bel romanzo: consigliatissimo.

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Chiara Barra

Se dovessi partire per un’isola deserta, e potessi portare con me soltanto un libro...sarebbe un’ardua impresa! Come immaginare la vita senza il mistero di Agatha Christie, la complessità di Milan Kundera, la passione di Irène Nemirovsky, l’amarezza di Gianrico Carofiglio, il calore di Gabriel Garcia Marquez, la leggerezza di Sophie Kinsella (eh sì, leggo proprio di tutto, io!). Ho iniziato con “Mi racconti una storia?” e così ho conosciuto le fiabe, sono cresciuta con i romanzi per ragazzi che mi tenevano compagnia, mi sono perdutamente innamorata dei classici...che ho tradito per i contemporanei (ma il primo amore non si scorda mai)!

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