Mancarsi – Diego De Silva

Titolo: Mancarsi
Autore: Diego De Silva
Anno di pubblicazione: 2012
Casa editrice: Einaudi
Numero di pagine: 98

Nicola e Irene. Due frequentatori del solito bistrot; è un’abitudine andarci e chiedere sempre il solito tavolo di fronte al poster di Buster Keaton, è un’abitudine ordinare sempre le solite cose… ormai Pavel, il cameriere, non passa neanche più a prendere le ordinazioni. Nicola e Irene. Soli. Lui: vedovo, ripensa alla moglie, a ciò che non andava, al suo non sentirsi in colpa se ora gli sembra di essere finalmente libero. Lei: ha lasciato il marito, non lo amava, l’ha scoperto grazie ad un collega invitato per caso a cena. Entrambi vogliono essere felici, entrambi vogliono innamorarsi, ma non si incontrano. Mai. Le loro vite scorrono parallele, ignorano l’uno l’esistenza dell’altro, non sanno che insieme sarebbero l’una il completamento dell’altro.

Poche parole per raccontare come il caso gioca con le persone, 98 pagine di “mancarsi per un soffio”. Tutta la profonda leggerezza di due vite, incontri e scontri tra persone, a volte tragici, a volte comici, una lieve storia che scende nel profondo dei pensieri e ne riemerge senza pesi. Il dolore e la felicità sono fatti soprattutto di cianfrusaglie, paccottiglia, ingombri da soffitta di cui non riusciamo a disfarci anche quando abbiamo smesso definitivamente di usarli ed escludiamo che ci possano tornare utili.

C’è un continuo rimbalzo, un botta e risposta inconsapevole che passa da Nicola a Irene e viceversa, si analizzano, si giudicano, si perdono e si ritrovano, in modo a volte riflessivo e serio e a volte in modo buffo e ironico.

Un libro breve, da leggere in un soffio, per convincersi che sì, siamo soli, ma che forse basta prendersi il tempo di guardarsi intorno il giorno della festa del patrono o basta sorridere del sorridente Buster per capire che in fondo non è così, non siamo soli, c’è sempre qualcuno lì per noi… Nicola si blocca nella schiena. L’impressione precisa di avere alle spalle qualcuno che l’osserva. Come un richiamo, un mugolio, un invito che lui solo sente. Lentamente si gira verso il banco. E la vede. …esattamente quando meno ce lo aspettiamo e quando più ne abbiamo bisogno.

Se impariamo qualcosa la impariamo incidentalmente, quando non abbiamo neanche intenzione di farlo e siamo abbastanza deconcentrati e disinteressati a noi stessi da sperimentare un gesto che non avevamo mai compiuto prima e del quale vediamo discendere in tempi sorprendentemente rapidi una cascata di piccoli effetti benefici che svecchiano il nostro sguardo sulle cose e rendono fattibili le scelte.

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