Data di pubbl.: 2024
Pagine: 305
Prezzo: € 16,50
Enzo Biondo, palermitano trapiantato al Nord da lungo tempo, è commissario alla Questura di Milano, sezione omicidi. Rinomato per le sue capacità investigative, si porta però nel cuore e nella mente un passato mai risolto: la morte del padre Calogero, barbiere nel quartiere dell’Acquasanta ucciso da due scagnozzi della mafia quando Enzo aveva sei anni. Ancora oggi il commissario pensa a colui che ritiene essere stato il mandante dell’omicidio, ma in realtà non ha mai veramente indagato su come siano andate le cose. Cinquantenne, sebbene al suo fianco da qualche tempo ci sia l’affascinante giornalista Beba Biondel, Enzo immagina che neppure questo legame durerà e che la sua vita si concluderà in una grigia solitudine.
Accanto al commissario Biondo lavorano il sessantenne ispettore Gigio Martinoia, vecchio compagno d’arme di Enzo all’Antimafia di Palermo, e la giovane e super motivata agente Giusy Garofalo di origine etiope. Tutto ha inizio con un cadavere privo di una scarpa rinvenuto nella zona deposito immondizia di un elegante condominio in piazza Piemonte, ucciso – come appurerà il medico legale LaMotta – con una pesante catena da bicicletta. Il morto è Onofrio Puleo, siciliano con precedenti penali, di Cinisi manco a farlo apposta lo stesso paese di uno degli inquilini, Graziano Scarpa, al momento assente dal suo alloggio e sulle cui attività gli altri condomini si mostrano, ciascuno a suo modo, reticenti. L’indagine prende il via fra non poche difficoltà, incertezze, mezze verità e strade senza uscita. Collegare i puntini, come si dice in questi casi, sembra davvero difficile per Martinoia e Garofalo che seguono tracce diverse tra interrogatori ai condomini, cantine utilizzate per merci dubbie, visite al mercato ortofrutticolo dove il Puleo lavorava – e non solo lui – e il mistero che avvolge la vita e la persona di Graziano Scarpa nonché i suoi rapporti con gli altri inquilini del palazzo e con un figlio mai riconosciuto. Ma Onofrio Puleo non sarà l’unico morto ammazzato che incontreremo nel corso dell’indagine.
E il commissario Biondo, almeno all’inizio, non è di grande aiuto ai suoi sottoposti. Beba è partita per Palermo, perché? A fare cosa?
“Venticinque anni prima, l’incontro con il giovane poliziotto dell’Antimafia era stato una distrazione potente … Però Beba andava di fretta e il giovane Enzo era un personaggio irrisolto. … Si erano poi ritrovati in età matura, quando le rispettive vite avevano smarrito il privilegio dell’illusione per lasciare spazio a un più concreto desiderio di compagnia. (P. 181)
Per narrare questa intricata e articolata vicenda e i suoi personaggi, Salvo Barone usa un linguaggio fatto di parole accurate e preziose, tanta ironia, una buona dose di psicologia e un sapiente dosaggio di un presente e un passato che si alternano, elementi che arricchiscono ogni pagina del suo libro rendendolo un romanzo poliziesco/giallo di altissimo livello.