Data di pubbl.: 2024
Traduttore: Laura Serra
Pagine: 518
Prezzo: € 19,90
Per tutta la vita Agatha Christie finse di essere una persona qualsiasi e non l’acclamata, formidabile e vendutissima autrice di gialli che era e resta ancora oggi. Perché? Lucy Worsley ce lo racconta in una ricca ed esauriente biografia dal taglio decisamente storico poiché le vicende personali della Christie s’intrecciano con quelle della sua epoca, il Ventesimo secolo.
Nata il 15 settembre del 1890 da Frederick e Clara Miller nella magione di Ashfield nel Devon del sud, Agatha era “Una bambina con i riccioli biondo chiaro e il viso solenne” (p. 17). Ultima di tre figli, separata dalla sorella e dal fratello da undici anni, fu una specie di “canto del cigno” dei suoi genitori, soprattutto della madre ormai trentaseienne. Agatha era piena di gioia di vivere una caratteristica che, nonostante tutto, la salverà nei peggiori momenti della sua vita. Bello e complesso il rapporto con la madre, donna determinata, unica a prendere tutte le decisioni in famiglia. Fortissimo il legame con la casa di Ashfield, molto amata, nella quale Agatha tornerà ogni volta che sarà possibile, finché non sarà costretta a venderla. E forte in generale resta la sua passione per le case: arrivò a comprarne diverse nel corso della vita e due in particolare sono oggi visitabili: Winterbrook House sul Tamigi nei pressi del paese di Wallingford, acquistata nel 1934, diventata un museo, e Greenway House, conferita dalla famiglia al National Trust.
Due i matrimoni: quello con Archibald Christie malamente finito dopo dieci anni e da cui nel 1919 ebbe l’unica figlia Rosalind, e quello felicissimo con l’archeologo Max Mallowan, di oltre dieci anni più giovane di lei, con il quale condivise la passione per gli scavi archeologici.
Ma la Worsley dedica una corposa parte del libro a raccontarci quando, come e perché Agatha divenne la famosa giallista che ancora oggi ci affascina, in un’epoca in cui un simile ruolo era assai poco consono a una donna; i trucchi utilizzati nei suoi scritti per impedire ai lettori, senza mai ingannarli però, di scoprire il colpevole; l’esame di molti dei suoi scritti e opere teatrali, ancora oggi rappresentate a Londra e nel mondo; il suo credere, come Pirandello, che tutti per salvarci portiamo una maschera; il rapporto con il suo agente e gli editori; la sua misteriosa sparizione a ridosso del tradimento del marito Archie; la sua giovinezza da crocerossina durante la Prima Guerra Mondiale; i viaggi in Medio Oriente insieme al secondo marito Max; gli onori e la gloria, ma anche i grandi dolori, che hanno accompagnato la sua esistenza fino al 1971, quando la Regina Elisabetta II la fece Dame Commander (cavaliere) dell’Impero Britannico.
Una biografia densa e corposa che si legge come un romanzo, perché la vita della Christie questo è stata, un formidabile romanzo dalle sfumature gialle che ha attraversato un’epoca lasciando in essa il segno indelebile di questa donna fuori da ogni schema.