La sciarpa rossa – Yves Bonnefoy

Titolo: La sciarpa rossa
Autore: Yves Bonnefoy
Data di pubbl.: 2021
Casa Editrice: La nave di Teseo
Genere: memoir
Traduttore: Fabio Scotto
Pagine: 235
Prezzo: €19,00

Yves  Bonnefoy è stato uno dei maggiori poeti del Novecento. Tradotto in trentadue lingue Bonnefoy, più volte candidato al Premio Nobel, ha ricevuto i più prestigiosi riconoscimenti letterari in patria, tra i quali il «Prix des Critiques» (1971), il «Prix Montaigne» (1978), il «Prix de l’Académie Française» (1981).

Bonnefoy, nei suoi versi, rivendica sempre la grande unicità del linguaggio poetico. La poesia è una e indivisibile. Attraverso secoli e paesi, essa è la stessa fondamentale attitudine dello spirito di fronte a ciò che è, o piuttosto di fronte a ciò che della realtà empirica fa il linguaggio, nelle cui contraddizioni e semplificazioni molte componenti del nostro essere al mondo si perdono e si confondono, col rischio che ne risulti ostacolato, quando non addirittura interrotto, quello scambio su cui si basa la società.

La poesia, sostiene inoltre Bonnefoy, è la volontà di riparare la miopia del linguaggio e i danni che ne risultano per la parola.

Quello che più colpisce nei suoi testi poetici è un lirismo assoluto, a tratti allucinatorio ma sempre sorvegliatissimo e tutto intriso delle metamorfosi degli elementi e del mistero della luce.

Il grande poeta francese ritiene che bisogna partire dall’unicità universale della poesia per definire, successivamente, tutte le questioni legate alla sua funzione nei rapporti con le istituzioni.

Ogni suo scritto è sempre attento a considerare la “funzione puramente ontologica della poesia, la sua vocazione a permettere, grazie alla scrittura, l’esperienza dell’essere nell’esistenza”.

Incontrai il grande poeta francese nel 2006 a Treviso per la seconda edizione del premio europeo di poesia. In quell’occasione gli fu conferito il prestigioso riconoscimento per la sua carriera.

Ebbi l’onore di intervistarlo. Gli rivolsi una domanda sul senso della sua poesia, lui mi rispose così: «Per rispondere a una domanda del genere ci vorrebbe una vita intera, ma qui abbiamo solo pochi minuti. In sintesi si tratta di restituire una immediatezza al rapporto con le cose senza passare attraverso l’intermediazione di concetti e del pensiero teorico e quindi è un modo di andare verso l’immediatezza del contatto con le cose.

Si può scrivere poesia seriamente lasciando che le parole cedano a tutti i loro impulsi, che è ciò che chiamiamo la scrittura».

Bonnefoy è morto a Parigi nel 2016. Pochi mesi prima della sua scomparsa in Francia è apparso La sciarpa rossa, un intenso libro autobiografico in cui il grande poeta francese scava nella sua vita privata e intellettuale e si racconta senza tralasciare nessun dettaglio.

Adesso quel libro, che possiamo considerare il suo lascito letterario, viene pubblicato anche in Italia da La nave di Teseo nella traduzione  straordinaria di Fabio Scotto.

La sciarpa rossa è il titolo di un pugno di versi in cui Yves Bonnefoy racconta il legame di sangue con suo padre e sua madre e con il mondo della sua infanzia.

Parte da questi versi il racconto del poeta che nella prosa si fa psicanalisi.

Un’autobiografia interiore, molto introspettiva che si regge su una scrittura intima che sa diventare universale.

Il poeta ripercorre la propria storia familiare. Troveremo i silenzi del padre, la figura esile di sua madre, l’adesione all’esperienza surrealista, la sua formazione umana. Alla base della sua scrittura c’è sempre la sua idea di poesia.

Poeta sempre sulla soglia del pensiero, Yves Bonnefoy è convinto che la speranza sia il cuore del progetto della poesia.

«La scrittura come desiderato approdo del linguaggio della luce» è alla base delle sue riflessioni di poeta e di uomo che non ha smesso mai di essere cercatore di bellezza. Perché attraverso la bellezza si può capire la vita allo stato puro, senza alcun filtro intermedio.

La sciarpa rossa è il viaggio di Bonnefoy, nel tempo della sua vita che scorre: una presa di coscienza del tempo vissuto attraverso l’immediato allarme della poesia che diventa vocazione per un’esistenza intera.

In queste pagine lucidamente autobiografiche egli  trova la risposta a queste perplessità nella funzione della poesia, ampliando l’orizzonte delle sue convinzioni: «La poesia? È semplicemente il bisogno che abbiamo di incontrare le cose e gli esseri del nostro mondo ordinario, l’unico che esista, in maniera più immediata e piena di quanto permetta l’esercizio del pensiero concettuale».

Ci sono diversi modi per interpretare la grandezza di questo poeta geniale e unico.  Nelle parole di Yves Bonnefoy troviamo sempre un’intuizione che vale la pena ascoltare. Ogni suo verso è dedicato alla vita che non può ignorare il senso e il cuore della verità della poesia “sapere della finitudine, vale a dire della realtà al di sotto dell’apparenza, ed è anche il progetto di tenerne viva la memoria, per un’esistenza restituita alla pienezza”.

La sciarpa rossa, che Bonnefoy ha definito un’idea di racconto, prima di tutto è una lunga e appassionata  prosa poetica. Nel libro  troveremo la sua grandezza di poeta e la sua straordinaria umiltà di uomo che davanti al mistero dell’esistere si chiede «Quanto a me, sono mai stato davvero lucido?».

 

 

 

 

 

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