Data di pubbl.: 2024
Pagine: 140
Prezzo: € 17,00
Siamo nella seconda metà degli anni settanta, Gino è un macellaio e lavora ogni giorno nel mercato torinese di Porta Palazzo.
Nel suo mattatoio spacca gli animali e in un misto di carne e sangue il macellaio dal banco del mercato prepara le merci per la moltitudine.
Ma un giorno qualcosa va storto e Gino in una delle sue numerose operazioni di taglio si mozza un dito e il suo sangue si mischia a quello freddo della bestia.
«La deviazione riguarda la traiettoria del coltello da macellazione ma anche lo disassa, in modo che cala nel dito della mano non perfettamente di taglio, ma un poco di piatto. Anche così il dito si stacca dalla mano, ma non completamente».
Inizia da questo episodio il calvario di Gino. Dopo l’incidente al dito arriva l’infezione di un batterio e poi la diagnosi mortale del cancro.
A questo punto entra Dario, suo figlio che rivolge nel suo racconto a suo padre che se n’è andato prematuramente.
Invernale, il nuovo libro di Dario Voltolini, è un doloroso, introspettivo e intimo romanzo – memoir in cui lo scrittore torinese fa i conti con la scomparsa del padre.
Una scrittura colma di tagli con cui il figlio – scrittore tocca la carne del padre e la racconta evocando sempre le cose con uno sguardo denso di malinconia e tenerezza.
Quella di Dario è una preghiera laica per il padre. A questo punto suo figlio senza cedere mai alla retorica dei sentimentalismi sceglie la crudezza della lingua dell’accadere per raccontare la figura paterna che si dissolve nella discesa nella carne.
La narrazione di Voltolini tiene conto delle deflagrazioni: la voce narrante del figlio con un atto simile alla preghiera guarda la memoria del padre senza rivolgersi a nessun dio fasullo e nemmeno al dio di pura luce raccontato dalla gnosi, perché quel dio di luce non può conoscere il buio, non può conoscere il freddo.
Voltolini scrive Invernale per chiedersi cosa gli resta del padre e raccontando la risposta la trova nelle epifania delle cose impossibili che mostrano una metafisica del qua.
«Il figlio Dario,- scrive Tiziano Scarpa nella quarta di copertina -, ventenne, immerge lo sguardo nella carne che del padre che si deteriora, e nella malinconia del congedo».
Questo viaggio nella carne di Voltolini è potente e coinvolge il lettore fino a una totale immedesimazione.
Le ultime pagine di questo libro toccano profondamente perché con tutti i nomi di un padre non si smette mai di fare i conti e con cui c’è sempre un legame indissolubile.