La quarta estate – Paolo Casadio

Titolo: La quarta estate
Autore: Casadio Paolo
Casa Editrice: Piemme
Genere: Romanzo
Pagine: 215
Prezzo: 15,50

Paolo Casadio pubblica per la Piemme un romanzo che si legge con piacere e grande facilità: La quarta estate. L’estate è quella del 1943. Il racconto, scritto con chiarezza e semplicità sia nella narrazione dei fatti storici sia nella connotazione del paesaggio e dei personaggi, porta indietro nel tempo il lettore tenendolo avvinghiato alle sue pagine. Dunque, un libro che fa sognare.

Andrea Dalvina Zanardelli è un giovane medico che vuole esercitare. Lascia la sua casa sul Garda, dove è nata e cresciuta, per l’Adriatico. “Il lago, a volte, era troppo stretto nella sua rassicurante continuità. […] c’era altro da conoscere”(pag.13). A Marina di Ravenna per tre mesi potrà dedicarsi alla sua professione in un sanatorio che ospita bambini orfani affetti da scrofolosi, una malattia deformante. La donna sente la necessità di dimostrare a se stessa e agli altri chi desidera diventare: un medico e una donna. E, proprio perché  donna, il suo lavoro è un problema e non viene presa sul serio. Inoltre siamo nel 1943, letteralmente in tempo di guerra, ma Andrea (il suo nome è l’altro motivo per cui la maggior parte delle persone rimane piuttosto stupefatta) non si ferma davanti a nulla. E quando si presenta al sanatorio anche le suore che lo gestiscono rimangono interdette: non è il dottore che si aspettavano. Pur lontano da casa i pregiudizi sono duri a morire.

La quarta estate è il racconto della formazione di una donna che tra le mura del sanatorio e il mare prospiciente riesce a dare un senso alla sua femminilità e scopre un ruolo materno non legato alla consanguineità.  Casadio, autore ravennate, ha saputo narrare da un punto di vista tutto femminile, in particolare, l’amore per Giotto, il bambino che sta al centro della storia e diventa in questi mesi “figlio” di Dalvina “Giotto un bambino assai minuto per la sua età e d’inestricabile timidezza. […] Dalvina si prese carico della pulizia e del comportamento di Giotto, e scoprì il piacere materno insito nella situazione. Giotto, da parte sua, forse si innamorò di quelle attenzioni esclusive e nuove, e dimostrò una dolcezza inattesa […] I due mondi si incontravano e, pur con le rispettive differenze, maturavano un pericoloso affetto”(pagg.121-122).

Dalvina è una donna moderna ed emancipata, capace di infrangere molti tabù. Le stesse suore del sanatorio, molto diverse l’una dall’altra e connotate in maniera straordinaria, e proprio perché donne conducono il lettore fuori dai moralismi. L’autore, con una vena di ironia, ha saputo coniugare il racconto di un periodo della storia del nostro paese con una narrazione dove l’amore si intrufola in tutte le pagine e nelle più svariate sfumature. E proprio l’amore è il sentimento che spinge gli uomini a delle scelte importanti come quella di Dalvina, una scelta per cui non le sarà più possibile tornare indietro.

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