La mafia siamo noi – Sandro De Riccardis

Titolo: La mafia siamo noi
Autore: Sandro De Riccardis
Data di pubbl.: 2017
Casa Editrice: Add editore
Genere: saggio
Pagine: 238
Prezzo: 15 euro

“Ma chi è più corrotto, il venditore o il compratore? E quanto dev’essere corrotta una società perché i suoi cittadini cerchino droghe per fuggire dalla realtà a prezzo di sangue e sofferenza dei loro vicini?”

Don Winslow. Il cartello.

Ho deciso di leggere questo libro “La mafia siamo noi” di Sandro De Riccardis, pubblicato da Add Editore, provocato innanzitutto dal titolo stesso. Un paradosso evidente. E spesso ci si trova di fronte a paradossi simili. Nel lavoro, quando la responsabilità di risultati che non arrivano, é sempre guarda caso, di chi lavora di più. In ambito civile, quando la corruzione viene sempre addebitata al politico di turno, ma qualcuno esiste che lo corrompe. Ne possiamo elencare infinite di queste situazioni. L’autore di questo racconto-saggio esprime ciò che sta succedendo nel nostro Paese, usando intelligentemente questa provocazione. Non formula atti d’accusa, ma offre una lettura comprensibile, documentata, vera seppur drammatica, della realtà in cui ciascuno di noi spesso voltandosi dall’altra parte, si trova a vivere. In cui si trova, attenzione, non in cui si trovava chissà quanti anni addietro. Non siamo alle commemorazioni, ma ci racconta fatti di uno, due, tre anni fa, fatti non ancora definitivamente archiviati, indagini e processi ancora in corso, storie di beni confiscati alle organizzazioni criminali da anni e che oggi non riusciamo ancora a reintrodurre in un circuito virtuoso di legalità, oppressi da un male tanto grave quanto la criminalità: la burocrazia.
La mafia e tutte le altre organizzazioni malavitose non sono più confinate nei noti territori del Sud. Sono invece ben radicate e infiltrate anche nel più piccolo e sconosciuto paesino del Nord.
Facciamo finta di non vedere e sentire? Ci sentiamo sempre e per sempre migliori? O ci togliamo il prosciutto o quello che abbiamo negli occhi?

“La mafia è l’incapacità della società di reagire, l’indifferenza in cui lascia che le cose accadano. Siamo noi quando non vediamo o facciamo finta di non vedere. Noi che non ci chiediamo “Io che cosa posso fare?” nel luogo in cui siamo, nel tempo che viviamo, nel degrado delle nostre città, nel nostro quartiere, nel cortile del nostro condominio. Siamo noi con i nostri like su Facebook che ci fanno sentire dalla parte dei giusti, in una battaglia che non stiamo combattendo. Siamo noi, inconsapevoli strumenti di riciclaggio, che pranziamo nei ristoranti dei clan, balliamo nei loro locali, facciamo shopping nei negozi gestiti dai prestanome della criminalità.” (Pag. 12)

E quindi? E quindi, io per primo mi sono posto una banale domanda dopo poche righe, pochi paragrafi di questo libro: da dove si comincia, cosa si può fare?
De Riccardis ci indirizza su percorsi ben specifici, ci conduce su strade già percorse con successo, ci accompagna a conoscere persone coraggiose, soprattutto giovani determinati.
La mafia va innanzitutto riconosciuta, compresa, anche studiata per coglierne i meccanismi, le tecniche, le strategie che si fondano su elementi inequivocabili e imprescindibili: il legame malato con il mondo politico, specie con le amministrazioni locali; l’andare a braccetto con tutto ciò che ha a che fare con finanza e denaro; l’altrettanto grave e subdola capacità di sostituirsi allo Stato laddove lo Stato è debole o addirittura assente, così che addirittura, nell’ambito del male commesso si guadagna anche la fiducia dei disperati. E così il gioco è fatto.

I suggerimenti, le indicazioni che provengono da questo testo, non vengono da manifestazioni, slogan, commemorazioni, processioni e fiaccolate. Scoprirete anzi, se leggerete il libro, come tutti questi eventi che ho elencato, spesso siano invece strumenti utilizzati a proprio beneficio dalla mafia stessa. Incredibile, ma vero.
Tutto ciò che di positivo ed incoraggiante De Riccardis ci offre, è frutto del lavoro di persone coraggiose, ribadisco giovani soprattutto, uniti, che insieme si informano, studiano, analizzano, e realizzano poi attività concrete volte a sconfiggere un cancro assurdo che si divora il nostro Paese.

Io, Claudio, ho paura, l’ho sempre avuta, spesso la provo nell’esecuzione quotidiana del mio lavoro, quando mi rendo conto di aver di fronte realtà evidentemente dubbie.
L’autore ci racconta che l’unità, la comunità, l’aggregarsi, solo questo può trasformare la nostra paura in forza. Dobbiamo combattere l’isolamento, stare molto attenti a non chiuderci ciascuno nel proprio piccolo spazio, e a non isolare chi ci sta accanto escludendolo, ma uscire per incontrarci, sostenerci, collaborare.

Io ho colto questo forte messaggio di invito all’unità da questo libro. Lavorare insieme, collaborare, stare uniti.

Buona lettura.

 

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