L’ElzeMìro-Seduzione e pentimento

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                                                                          Je reste avec vous – Jean Cocteau – Epitaffio                                                                                                                                                                                                                                             

Finito l’eccellente Marzemìno* stivato nelle quinte del palco per la definitiva dell’opera che lo vedeva all’opera, conclusa la fiera ultima cena della sua vanità, Don Giovanni si ritrovò diviso tra ebbrezza e lucidità, tra sonno e veglia in mezzo a servi disserviti tra i piedi, in senso letterale, stante che erano tutti scivolati sotto la tavola chi a dormire, chi a fare altro. Nei palchi dove invece Don Giovanni ne aveva raccolta una frotta perché assistessero al suo fasto musicale, le seggioline ciondolavano non meno ubriache dei loro occupanti. Addormìto dal vino il dèmone che lo scuoteva a correre dietro ogni còtola, detto nella sua lingua veneta, nel cinemascope della sua memoria Don Giovanni ritrovò ad un tratto tutte le mille e tre muy señoras suyas non richieste ora, né più né mai desiderate. E Don Giovanni… si pentì, penseranno adesso i più pii tra i lettori, i più inclini a considerare l’esistere una marea in altalena tra seduzione e pentimento. Ebbene no, Don Giovanni non si pentì affatto, ma provò un’uggia, una non comune stanchezza e, all’istante, un’imprevedibile lucentezza di pensiero, nonostante il gran vino trincato. Si accoccolò tra i cuscini della più materna tra le poltrone intorno e concesse alla moltitudine negata dei visi di mostrarsi nonostante il timore di rimostranze per com’egli li aveva colti per qualche secondo e non oltre, nella pretesa estasi del frìcchete frùcchete; faccine imperlate di sudore e desiderio, malgrado la dichiarata verginità di intenti e la pochezza dei sentimenti. Senti, menti, menti nnenti, scherzò a voce alta Don Giovanni, e si domandò chi mai lo avesse spinto ad abbracciarle come una fede inestricabile dal suo apparato, il perché di tanto affannarsi solo per, con metafora da biliardo, carambolare e andare in buca; ma non trovò risposta e, Uffa anni sversati tra singulti, gemiti e frusciar di lenzuoli, mormorò spazientito; si alzò e uscì di scena… poi non si sa, una voce afferma che passò il resto della propria carambola su questa terra a cercare una ad una le belle, a individuarle per strada, al mercato, dallo speziale, in chiesa talune, rimaste attaccate a certe fantasie nonostante le rivelazioni che Don Giovanni aveva fatto loro su loro stesse. Che ne ritrovasse alcune e altre no, che alcune lo riconoscessero con indifferente candore e altre no, che alcune ma non tutte avessero preso il peso necessario a sembrare matrone, dice quella voce. Un’altra no.

Schermata 2017-05-09 alle 10.58.00

                                         Bernardino Bison (1764- 1844) Ballo mascherato

der_maskenball

José Zorrilla- Don Juan Tenorio (1844) Ridotto – con cd.

*W.A.Mozart – Don Giovanni – A2/SXIII – https://www.youtube.com/watch?v=SS4d21Ndc0Q

Sándor Márai – La recita di Bolzano – Adelphi

Pasquale D’Ascola – Il viaggio di Cecchelin e Cyrano – ebookDante Alighieri

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Pasquale D'Ascola

P. E. G. D’Ascola Ha insegnato per 35 anni recitazione al Conservatorio di Milano. Ha scritto e adattato moltissimi lavori per la scena e per la radio e opere con musica allestite al Conservatorio di Milano: Le rovine di Violetta, Idillio d’amore tra pastori, riscrittura quet’ultima della Beggar’s opera di John Gay, Auto sacramental e Il Circo delle fanciulle. Suoi due volumi di racconti, Bambino Arturo e I 25 racconti della signorina Conti, e i romanzi Cecchelin e Cyrano e Assedio ed Esilio, editato anche in spagnolo da Orizzonte atlantico. Sue anche due recenti sillogi liriche Funerali atipici e Ostensioni. Da molti anni scrive nella sezione L’ElzeMìro-Spazi di questa rivista  sezione nella quale da ultimo è apparsa la raccolta Dopomezzanotte ed è in corso di comparizione oggi, Mille+Infinito

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