
Data di pubbl.: 2025
Pagine: 560
Prezzo: €20,00
Milano, agosto 2021. Il giovane Alberto Giachello è in prova in un ristorante sul Lambro, un vecchio mulino riattato, dove, proprio quel giorno, è previsto un matrimonio. Il suo capo è in ritardo e tocca a lui correre per sistemare le ultime cose, ma qual è la sua sorpresa nel trovare un cadavere incastrato nella ruota del mulino! L’ispettore Dario Miranda non vive di certo un risveglio migliore convocato d’urgenza sul posto proprio nel suo giorno libero, che sarebbe più felice di trascorrere con il magistrato Chiara Baroni, in quel momento a letto al suo fianco. Ma per Miranda il dovere viene prima di tutto tanto che con la Baroni nasce un brutto diverbio. Oltretutto, ad aiutare Miranda c’è solo l’agente scelto Andrea Brunner, la rossa, perché il sovrintendente Rizzo è in vacanza in Sicilia. Sul luogo del ritrovamento il medico legale Arturo Vitali attesta che il morto è una donna di circa 34 anni e fra gli oggetti ritrovati sul cadavere figura una moneta albanese. A parte questo, il corpo è in condizioni pietose e non tanto per la permanenza in acqua, che si scoprirà breve, ma per le modalità dell’omicidio: massacrata sotto i colpi di un oggetto contundente. Una ricerca più approfondita condotta con Vertebra della Scientifica, mostra che la donna aveva dei piccoli precedenti penali, era di sicuro albanese e si chiamava Majlinda Gyonay. Miranda e Brunner si recano all’ultimo indirizzo noto per scoprire che Majlinda faceva la badante di un’anziana signora con una figlia tutt’altro che amorevole e gentile. Da questo momento in poi, sempre con l’aiuto del Vertebra, al quale si uniscono l’amico di Miranda, Gianni Losi, esperto d’informatica, e, al Palazzo di Giustizia, l’archivista dalla memoria enciclopedica Marco Arrighi, per Miranda e la Brunner inizia un’indagine che chiamare difficile è eufemistico. L’ambiente è quello della comunità albanese di Milano e dell’associazione creata e curata da Lucia Leone/Drita Aslan, aiutata dalla sua segretaria Migena Aliaj, che tanti giovani e tante famiglie ha curato e seguito negli anni. Uno alla volta a morire o a essere rapiti, senza che i nostri riescano a capire perché o arrivino in tempo per salvarli, sarà un gruppo di persone ritratte in una foto del 2019, la stessa che appare accanto ai cadaveri e che anche la Leone possiede. Chi è responsabile di queste morti orribili e cosa vuole ottenere uccidendo? Si tratta forse di un’errata applicazione del Kanun, la vendetta di sangue, come sembra credere la dottoressa Cuccia, esperta in storia dell’Albania? O c’è qualcosa di più nascosto e profondo, qualcosa di radicato nel passato di quel Paese martoriato dalla lunga dittatura di Enver Hoxha e poi da guerra ed emigrazione, ad aver causato la strage? E le persone con le quali Miranda e la Brunner vengono in contatto sono davvero chi dicono di essere?
Alla vicenda gialla ne corre parallela un’altra. E qui ci spostiamo proprio in Albania, alcuni anni addietro, per seguire la storia del capo della polizia segreta, la Sigurimi, Dhimiter Kuqi, di sua moglie Besa, dei suoi figli e di Fatmir, la leggenda della lince e una strana filastrocca che avrà il suo peso nel racconto. Una vicenda che saranno i lettori a scoprire poco alla volta. Come scopriranno i risvolti sentimentali fra Miranda e la Baroni, due esseri umani intelligenti e forse confusi dai loro stessi caratteri e sentimenti, troppo intensi e difficili da esprimere.
Daniele Bresciani ha costruito, ancora una volta, un giallo dal meccanismo perfetto e dal finale amarissimo, permettendoci di ripercorrere la storia recente dell’Albania, senza dimenticare lo sconvolgente episodio della nave Vlora approdata a Bari nell’agosto del 1991 con il suo gigantesco grappolo di umanità dolente. Un giallo, dunque, che è anche un documento storico narrato in modo struggente con un linguaggio fluido e preciso e con dialoghi di rara maestria.