
Data di pubbl.: 2025
Traduttore: Gaia Bartolesi
Pagine: 408
Prezzo: € 18,00
Henrik e Nora Saunders, insieme al loro bambino di cinque anni Fynn, si trasferiscono in Svezia dalla città di Greifswald, in Germania. Lí, nella regione del Norrland poco lontano dal parco nazionale di Skuleskogen, Henrik ha deciso di riprendere possesso della vecchia casa del nonno paterno, una casa dove ha trascorso, proprio con i genitori e il nonno, molte vacanze estive da bambino. Nonno da lui amatissimo e detestato da suo padre, sebbene Henrik non abbia mai compreso i motivi di tanto rancore. Nora si occupa di centrali che sfruttano l’escursione delle maree e si è presa una pausa dal lavoro, mentre Henrik scrive libri per adolescenti e spera che vivere accanto a quel bosco sconfinato, fitto e misterioso, a un lago e nella quiete gli sia propizio per la stesura di un nuovo libro. In questo Nora lo appoggia in pieno. Inoltre, desidera allontanarsi dalla città tedesca dove è perseguitata da un uomo, Bleik, con il quale ha avuto una storia poi troncata di netto.
Il luogo è meraviglioso anche se la casa, abbandonata per anni, presenta non pochi problemi, ma la piccola famiglia, entusiasta, si consola dicendo che un po’ alla volta tutto si risolverà per il meglio. Fynn è felice del nuovo ambiente e delle storie che suo padre gli racconta. Unica nota negativa uno sgradevole incontro che Henrik e Fynn fanno nel locale supermercato con un uomo inquietante che sembra volersi accattivare il bambino e quasi viene alle mani con Henrik. Lentamente, però, anche la vecchia casa e il bosco sembrano voler minacciare la serenità della famiglia Saunders: una botola nel pavimento del soggiorno che porta a una cantina piena di animali morti, Fynn che vede streghe apparire alla finestra, uno strano vicino tassidermista, una casa su un albero che a Henrik ricorda qualcosa della sua infanzia cui non riesce a dare subito un nome. E poi, un giorno, Fynn scompare.
In parallelo alla storia dei Saunders seguiamo però altre due vicende. Quella di Rosa Lindqvist, affascinata fin da piccola dalla morte tanto da essere considerata strana e malata dai suoi stessi genitori. Ora, laureata in scienze forensi, studia le piante del bosco perché il colore delle foglie è in grado di indicarle se nei pressi siano sepolti cadaveri di animali. Sarà così che troverà i resti di un bambino scomparso molti anni prima, verrà reclutata dalla locale polizia per la sua abilità e avrà un ruolo nelle ricerche di Fynn. E la storia di Marla, bimba tenuta prigioniera in una casa su un albero e costretta dall’uomo che l’ha rapita a crudeli esercizi di sopravvivenza.
Fra tutte queste storie esiste un legame profondo che i lettori scopriranno con crescente meraviglia e con vero raccapriccio.
Vera Buck costruisce un giallo sconvolgente e articolato mescolando con sapienza passato e presente, mentre punta il dito contro i silenzi, le incomprensioni, l’incapacità di comunicare non solo fra generazioni diverse, ma anche all’interno di giovani coppie. Sul timore del ‘diverso’, di quegli individui che si discostano dalla norma per interessi o sbrigliata fantasia. Sui guasti educativi che si tramandano da padri in figli, sulla crudeltà degli adolescenti e sulla disperazione dei dimenticati dalla società.