La casa di Parigi – Elizabeth Bowen

Titolo: La casa di Parigi
Autore: Bowen Elizabeth
Casa Editrice: Sonzogno
Genere: Romanzo
Traduttore: Alessandra di Luzio
Pagine: 286
Prezzo: 16,00

Acclamato come un classico al momento della pubblicazione (1935), La casa di Parigi è un romanzo  dell’autrice irlandese Elizabeth Bowen che Sonzogno ha rieditato in una versione nuova e, per la prima volta in Italia, integrale. E’ un libro da leggere con calma, assaporando ogni frase e ogni descrizione perché la prosa è così evocativa e intensa da rendere le immagini e le sensazioni vive e quasi tangibili.

Siamo a Parigi. La Grande Guerra è appena terminata. Alla stazione della Gare du Nord arriva Henrietta, undici anni, con in mano la sua scimmietta di pezza. Ad accoglierla è la signorina Fisher, un’amica di famiglia che la ospita per un’intera giornata nel suo appartamento in pieno centro prima della ripartenza per il Sud della Francia. Nella stessa casa arriva anche Leopold, nove anni, un ragazzino timido e introverso che proprio quel giorno è ospite in attesa di incontrare la madre biologica che l’aveva abbandonato alla nascita. Tra i due bambini, sensibili e inquieti, dopo l’iniziale diffidenza, si accende la curiosità di ciascuno nei confronti dell’altro, e di entrambi verso il mondo degli adulti. Henrietta è orfana di madre e deve raggiungere la nonna; Leopold è stato adottato da una coppia americana che vive in Liguria e si augura che la madre naturale lo porti con sé in Inghilterra. Le loro situazioni familiari, non facili, li hanno portati a maturare in fretta infatti, cresciuti come piccoli adulti, si esprimono con un linguaggio che pare poco adatto alla loro età e manifestano atteggiamenti manieristici ineccepibili. Ragionano come adulti, ma con sapienti particolari l’autrice li riporta nel mondo infantile e bisognoso di certezze che appartiene alla loro età: uno scimmiotto di pezza da cui non ci si può separare, un abbraccio, un pianto sconsolato…non dimentichiamo l’epoca in cui il romanzo è stato scritto.

Diventa chiaro al lettore chi sia Leopold e per quale motivo si trovi in quella casa attraverso le parole dure e spigolose di madame Fisher che giace malata in un enorme letto al piano superiore. Tutto sembra ruotare attorno alla sua figura manipolatrice e meschina. Un tuffo nel passato racconta di quando l’appartamento ospitava ragazze dell’alta borghesia per gli studi e una di loro, Karen, la madre di Leopold, all’epoca fosse molto amica della famiglia e in particolare della signorina Fisher. Henrietta sembra non appartenere a quella storia, è inserita in qualità di estranea. L’autrice ha ideato questa figura a cui raccontare le vicende intime della famiglia, scegliendola mediatrice tra il mondo degli adulti e quello dei bambini. Tutti i personaggi vivono sentimenti profondi  raccontati con metafore e paradossi, anche se la storia d’amore vissuta da Karen risulta un po’ troppo fredda per il gusto odierno. Nel mondo della Bowen le madri custodiscono segreti e manipolano le figlie, ma soffrono dei tradimenti e delle loro debolezze fino a morirne. Non mancano poi punti di interesse come la descrizione della società subito dopo la Grande Guerra.

Henrietta, Leopold e la casa borghese che li accoglie per qualche ora sono i protagonisti della prima parte del romanzo  intitolata “Presente”. L’opera infatti è suddivisa in tre parti: presente, passato e presente progressivo. Nella seconda, “Passato”, il focus si sposta e viene raccontata la storia d’amore avvenuta dieci anni prima fra Karen e Max, genitori del piccolo Leopold. Nell’ultima, infine, molto breve, si ritorna ancora al presente con i bambini nuovamente protagonisti. Quando la giornata volge al termine, il pomeriggio inoltrato vede l’ora dei saluti: nella Casa di Parigi nulla all’apparenza è mutato, ma Leopold e Henrietta hanno acquisito una nuova consapevolezza sul mondo pieno di segreti e tradimenti degli adulti. I due si separano alla Gare de Lyon dove Henrietta sale sul treno che la porterà dalla nonna nel sud della Francia, mentre Leopold si avvia verso un futuro incerto e tutto ancora da immaginare. Il punto di vista della narrazione è il tempo, dunque ciò che succede mentre succede. Si rivela piuttosto interessante questo aspetto del romanzo perché tutto rimane sospeso senza che il tempo fisico corrisponda mai a quello mentale.

La casa di Parigi è un romanzo per chi ama le saghe famigliari, le storie d’amore intrecciate, la vita vissuta e i segreti imposti dalla società. Può essere consigliato a chi subisce il fascino delle atmosfere retrò e a tutti coloro a cui piacciono i classici inglesi. Lo definirei un romanzo d’atmosfera che si avvale di un metodo di scrittura con un intreccio narrativo interessante. Proprio la scrittura si adatta perfettamente agli eventi: sa essere lenta e pesante, ma anche coinvolgente e dinamica a seconda delle situazioni. Pur trattandosi di un romanzo del 1935, la traduzione ci offre una lettura più moderna di quanto si possa immaginare.

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