Data di pubbl.: 2024
Pagine: 224
Prezzo: € 20,00
É il 25 gennaio 1920 e il pittore Amedeo Modigliani è morto da poche ore. Di nuovo nella casa dei genitori, la giovanissima Jeanne Hébuterne, che è stata per gli ultimi tre anni e poco più la sua compagna, incinta del secondo figlio, non si rassegna alla disperazione di quella perdita. Accanto a lei, il fratello maggiore André, pittore anche lui, tenta invano di consolarla. Sono sempre stati legatissimi, fin da bambini. Per Jeanne, dopo il suo amatissimo Amedeo, c’è solo André. Non può contare su un padre rigido, razionale e severo che mai le ha perdonato l’abbandono della casa parentale per l’aterlièr di Modigliani, il concubinaggio, la nascita della prima figlia, la sregolata vita di bohème. Né sulla madre, presente quando è stato necessario, ma chiusa in se stessa e anaffettiva. Jeanne non ha mai avuto la possibilità di scambiare con lei sentimenti, ricordi, gesti e parole d’amore. Eppure questa ragazza in apparenza fragile ha dimostrato un coraggio non comune di fronte alle chiusure della sua famiglia piccolo borghese e alle convenzioni dell’epoca, scegliendo di condividere la propria esistenza con un uomo più vecchio di lei che aveva ben poco da offrirle in termini di sicurezza materiale e futuro. Malato di petto, alcolizzato e drogato, Amedeo Modigliani era però un genio come artista e amava Jeanne con tutto il cuore, da lei ricambiato. Impossibile, dunque, rassegnarsi alla sua morte tragica e improvvisa.
Nella notte che segue la morte del pittore, Jeanne, tra sonno e veglia, ripercorre quei tre anni e rotti della propria vita mescolandoli ai ricordi di lei bambina e poi giovinetta; la scelta di frequentare l’Accademia d’arte Colarossi a Parigi e il primo incontro nei corridoi della scuola con Amedeo; i personaggi che hanno ruotato intorno a loro, da Max Jacob al poeta Apollinaire, a Utrillo e tanti altri; le donne che Modigliani ha amato prima di lei e con le quali, sebbene sparite dalla sua vita, Jeanne sente di dover fare i conti; la gravidanza e la nascita della prima figlia, la piccola Jeanne, che lei non ha saputo amare come avrebbe voluto; la Prima Guerra Mondiale, la partenza di André per il fronte e l’epidemia di Spagnola.
Stefania Colombo è riuscita con vera maestria a costruire uno ‘stream of consciousness’ che avvolge il lettore e lo ipnotizza. Viviamo quella notte con Jeanne, incapaci di smettere di ascoltarla mentre ripercorre, con spasmodica intensità, quegli anni frenetici non solo per lei, ma per la Francia e l’Europa intere. Il dolore di Jeanne è puro, onesto, profondissimo ma mai auto compiaciuto. Compito non facile da rendere attraverso la parola scritta. Ancora una volta, la collana dell’editore Morellini Singolare Femminile diretta da Sara Rattaro e Anna di Cagno, con questa autrice e questo libro ha fatto un centro perfetto.