Nemeton. Guida pratica agli sport del coraggio – R. Giacomelli e A. Manzo

Titolo: Guida pratica agli sport del coraggio
Autore: Roberto Giacomelli
Data di pubbl.: 2015
Casa Editrice: Edizioni Mediterranee
Genere: Manuale sportivo
Pagine: 170
Prezzo: 13,5

Gli sport del coraggio sono quindi quelle attività che hanno elementi comuni utili a una più alta visione dell’attività agonistica e che possono essere riconosciuti da 3 elementi:

1) Attitudine allo sviluppo di una continua competizione con se stessi

2) Forte connotazione simbolica

3) Etica e approccio utili per l’attività quotidiana” (p. 11)

 

Il libro di Roberto Giacomelli, psicoanalista e naturopata, e Alessandro Manzo, sportivo affermato di discipline del coraggio, può essere considerato più come saggio sportivo, che manuale o guida di alcuni sport. Si parte infatti con la ricerca del perché, quasi come in una riflessione filosofica: perché sempre più persone praticano non solo sport, ma sport rischiosi (o altamente rischiosi) durante la vita quotidiana? (apnea, arti marziali e combattimento, arrampicate, triathlon, ecc.). Molti la definiscono moda, Giacomelli e Manzo invece la definiscono NUOVA ESIGENZA, paragonando queste sfide estreme agli antichi NEMETA, luoghi sacri dei druidi, in cui una persona si “ricaricava” energeticamente e spiritualmente, con lo scopo di ritornare alle sfide quotidiane più forti interiormente.

Oltre a questo primo elemento, aggiungono inoltre un secondo passaggio per sostenere la loro tesi: l’evoluzione tecnologica (in generale) è finalizzata a togliere quelle occasioni quotidiane di applicare il fisico alla soluzioni di problemi reali e concreti, con l’ovvia conseguenza di muoversi sempre meno. Le sfide che dunque le persone si trovano a compiere ogni giorno sono più di carattere intellettuale e mentale; gli stessi videogiochi stanno ormai formando generazioni di sedentari (esempio partite di calcio in rete a 22 giocatori comodamente seduti sul divano di casa propria con cuffie e microfono per coordinare il gioco). Quindi, secondo i due autori, il primo e vero avversario da affrontare siamo noi, convincendoci di cosa è reale e cosa è virtuale.

È importante misurarsi con il vero avversario: se stessi. Sfidarsi in ogni ambiente e condizione, contro avversità atmosferiche, fatica, dolore, paura o gareggiare contro un avversario che incarna il nostro lato d’ombra, da combattere con rispetto e amore, in quanto parte integrante di noi stessi.” (p. 59)

Considero questo libro una preziosa lettura più di psicologia che di sport e mi ha aiutato a capire diversi lati della nostra società che a volte sono così evidenti da non riconoscerli. Se si osserva dall’alto la massa frenetica di persone che ogni giorno fanno lavori diversi, ma in modo comune lavorano, mangiano di corsa senza pensare, per poi rituffarsi nelle attività quotidiane, non ci può stupire il fatto che lo stress sia la prima causa di malattie a livello psichico. Consiglio questo libro a tutte le persone, ma soprattutto a quelle che ogni volta che racconto perché alcuni sportivi si alzano alle 5 del mattino per andare a correre, mi chiedono: “Ma chi ve lo fa fare?”, oppure affermano: “Voi siete pazzi!”.

Le vie per conoscersi sono innumerevoli; la quotidianità certo non aiuta nel soffermarsi a riflettere sul senso e sul valore di ciò che si sta facendo” (p. 161)

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