Grandi riflessi – Jane Austen: Sense and sensibility

Titolo: Sense and Sensibility

Autrice: Jane Austen

Prima edizione: 1811

Edizione usata per la recensione: Penguin Classics, 1995.

“Sense and Sensibility”, noto ai lettori italiani come “Ragione e sentimento”, è, insieme con “Pride and Prejudice”, uno dei più conosciuti e amati della scrittrice inglese Jane Austen, grazie anche a diverse versioni cinematografiche, come quella di Ang Lee nel 1995. Pubblicato nel 1811, con lo pseudonimo di ‘A Lady’, dopo un lungo processo di rielaborazione messo a punto dall’autrice, che inizialmente lo aveva scritto in forma epistolare, racconta le vicissitudini sentimentali (e non solo) delle sue giovani protagoniste: le sorelle Elinor e Marianne Dashwood.

Figlie del secondo matrimonio del signor Dashwood, alla morte di questi si vedono costrette, assieme a loro madre e alla loro sorella più giovane, la piccola Margaret, ad abbandonare la grande ed elegante tenuta di Norland, entrata in possesso del figlio  avuto dal padre dal suo primo matrimonio, John, marito dell’ambiziosa e presuntuosa Fanny. Quest’ultima ha un fratello, dal temperamento mite e dall’animo nobile, Edward Ferrars, che quasi da subito si invaghisce della primogenita Elinor, da cui è ricambiato, e con cui inizia a intrattenere una candida ma intensa amicizia.

In un cottage della campagna inglese, nello Devonshire, che un loro cugino offre loro in cambio di un modesto affitto per aiutarle, le tre sorelle e l’anziana madre si trovano alle prese con uno stile di vita nettamente diverso da quello cui erano abituate: più scomodo e meno confortevole, da un lato, più autentico e genuino dall’altro. Se  la lontananza di Edward e i suoi lunghi, inspiegabili silenzi rattristano Elinor, a ravvivare la quotidianità di Marianne è una piccola e sorprendente fatalità. Avventurandosi romanticamente nella campagna selvaggia, Marianne si sloga una caviglia e, sotto una pioggia scrosciante, viene riportata in salvo a casa da un misterioso cavaliere: l’attraente Willoughby. Con modi galanti e sicuri di se, il giovane inizia a corteggiare Marianne, facendo spesso visita a lei e alla sua famiglia, e la ragazza se ne innamora perdutamente.

Nel frattempo, Edward fa visita alla signora Dashwood e alle sue figlie ma mostra un atteggiamento distaccato nei confronti di Elinor, che in seguito scoprirà da una certa Lucy Steele che è proprio con quest’ultima che è segretamente fidanzato.

A soffrire per amore, pur con atteggiamento contenuto e grande autocontrollo, non è solo Elinor ma anche il Colonnello Brandon, signore di mezza età e persona di valore, ormai amico di famiglia, innamorato di Marianne, che pare tuttavia non degnarlo nemmeno di uno sguardo, trovandolo alquanto noioso.

Con la solita maestria e abilità, Jane Austen fa sì che tutte le sparse tessere di questo complicato puzzle vadano al loro posto, al momento giusto, con colpi di scena e rivelazioni che spingono il lettore a rivedere quanto già letto con uno sguardo nuovo.

Si scopre, così, che Willoughby, pur con la sua irresistibile vitalità, è un uomo disonesto  e dal comportamento piuttosto discutibile, che abbandona Marianne per la ricca signorina Grey, temendo di essere diseredato e lasciato senza un soldo dalla propria anziana zia.

Sarebbe certo un peccato svelare il finale di un così ben congegnato romanzo a chi ancora non lo avesse letto, quindi meglio non dilungarsi troppo sui tanti altri misteriosi avvenimenti che trovano un’improvvisa e sorprendente spiegazione in questo geniale libro che, come ben si intuisce dal titolo, ha come veri protagonisti la ragione e il sentimento.

A personificare la prima è la pacata e saggia Elinor, che nonostante l’amore contrastato con Edward mantiene quasi sempre un atteggiamento di forte autocontrollo e compostezza, sorretto anche da un animo buono e giusto. Marianne, all’opposto, è di indole passionale e istintiva, si concede più facilmente di manifestare i propri sentimenti e le proprie emozioni, e più volte, nel libro, sembra impersonare quasi il mito, in chiave ironica, dell’eroina romantica, vittima dei suoi stessi eccessi sentimentali. Né Elinor, né Marianne sono, tuttavia, complete così come sono: è insieme e nel confronto che si integrano e raggiungono un vero equilibrio, fra ragione e sentimento per l’appunto.

Romanzo sin da subito di successo, “Sense and Sensibility” è ancora oggi una lettura accattivante e per molti versi educativa, scritta da una grande autrice, che di certo ben conosceva il variopinto mondo sociale in cui l’intera storia si sviluppa e le piccole, grandi lotte, speranze e delusioni cui una giovane era da quel mondo esposta, durante il suo tutt’altro che semplice percorso di crescita personale.

Elisa è docente in un liceo, dottore di ricerca in Anglistica e giornalista pubblicista

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