
Autore: Gianfranco De Turris
Data di pubbl.: 2016
Casa Editrice: Idrovolante edizioni
Genere: saggio divulgativo
Pagine: 112
Prezzo: 14 €
Secondo la cultura mainstream Gianfranco De Turris è un cattivo, uno da tenere a bada. Peggio ancora se ad avallare le sue tesi sono maestri scomodi quali Evola, Jünger e Mishima. Immaginate quindi che l’etichetta di nostalgico “fascista” al limite dell’apologia gli viene applicata senza pensarci troppo.
Eppure, qualcosa non torna perché oggi anche la sinistra oltranzista dice le stesse cose attraverso nuovi pensatori, vecchi topi di biblioteca e radical chic di frontiera. Pertanto, due sono le cose: o i rossi tutti dediti alla lotta di classe da salotto hanno scoperto che i cattivi maestri hanno detto qualcosa di buono, o si sono resi conto che la forzosa emancipazione avvenuta nei decenni è stata deleteria.
Badate bene, però, qui non si parla di politica ma di storia del pensiero. Inoltre il sottoscritto ha idee politiche vermiglie, ma l’onestà intellettuale dovrebbe essere la spina dorsale di ogni “bravo scribacchino”, ancor di più per quelli come me che si definiscono fieramente “recensori domenicali”.
Il breve saggio riproposto da Idrovolante edizioni è di quindici anni fa, De Turris ha aggiunto qualcosa e soprattutto ha dovuto costatare che le parole scritte dai cattivi maestri si sono verificate.
In una società senza tradizione, senza differenze, senza centro e sempre più sotto l’influsso dei Titani senza volto, il risultato è quello che tutti i giorni viviamo e di cui ci lamentiamo. De Turris è un evoliano, i suoi saggi hanno fatto storia. Anch’io ne ho letto qualcuno e conservo una copia di Cavalcare la tigre del nero Julius nella mia biblioteca. L’ho posto proprio vicino a Estremismo, malattia infantile del comunismo e L’uomo in rivolta di Albert Camus, questo perché del pensiero del secolo breve bisogna sapere tutto e non bisogna mai stancarsi di cercare letture alternative.
De Turris insomma è uno di quelli che si interroga e cerca. In questo saggio dà anche una sua interpretazione sulla letteratura di Ballard. Il modo in cui è riuscito ad accostarlo a Evola è davvero un colpo da maestro che un appassionato ricercatore non può non leggere. E ribadisco, qui non si parla di politica, anzi, questo saggio è apolitico non si fa condizionare da ciò che non può cambiare.
L’uomo moderno può resistere alle tentazioni del pensiero unico solo così: non deve lasciarsi abbindolare dal cambiamento. De Turris ci spiega tutto in poche ma brillanti pagine, assegnando ai cattivi maestri la preminenza, pur non disdegnando il confronto con altri pensatori.
E sia ben chiaro, leggere questo saggio non vuol dire schierarsi. Serve per farsi un’idea, per scoprire un mondo sommerso, senza iniziare crociate, battaglie superomistiche, marce o quant’altro.
Se poi non vi piace potrete semplicemente chiuderlo e dire Non sono d’accordo.
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