Autore: Fabrizia Ramondino
Data di pubbl.: 2023
Casa Editrice: Fazi editore
Genere: Autobiografia
Pagine: 318
Prezzo: 18.50
La seconda guerra mondiale è ormai finita e ha lasciato dietro di sé la peggiore devastazione. Vicino alla città di Napoli, nell’immaginario paesino di Santa Maria del Mare, la narratrice cresce con la madre. Una donna strana lei. Atea (mentre la nonna era molto religiosa), perennemente sfatta e stanca, afflitta da mal di testa e dolori incurabili. La donna asseconda spesso i gusti della bambina e le sue esigenze. La lascia uscire e le consente di sperimentare la vita. Molto diverso è il padre, un diplomatico, un uomo severo che vorrebbe una educazione più rigida per la propria figlia.
Ma il padre non è sempre a casa e la madre è spesso troppo esausta per stare dietro alle necessità della bambina che viene trasferita dalla nonna e inizia a scoprire il mondo attraverso il gioco e la compagnai di coetanei. Mano a mano che il tempo passa però anche i coetanei spariscono. Alcuni non vengono più alla spiaggia, altri non vanno più nemmeno a scuola, ritirati dalle famiglie che hanno sempre più bisogno di loro. Così alla piccola protagonista non resta nulla se non una compagna di scuola.
Il tempo passa e la giovane segue il padre nel suo lavoro all’estero. Sono anni preziosi che tradcorrono veloci e si interrompono con la brusca morte del genitore. La giovane torna a Napoli ma la sorte avversa non le lascia scampo trascinando la sua famiglia in un vortice di povertà. Iniziano a comparire molti parenti (alcuni stretti altri più lontani) che cercano di aiutare la vedova e la figlia. Sono frequenti gli spostamenti fino ad arrivare alla villa di una piccola città, Frasca, messa a disposizione da un lontano parente. Il finale si apre con il ritrono dal Nord della giovane che improvvisamente si ritrova nuovamente a Napoli. La città è la stessa ma è anche cambiata. La madre invece è nel pieno declino delle sue forze. Assente e presente, malata e debole trascorre il tempo accudita dalla figlia in una casa che sembra quasi un museo.
Romanzo autobiografico scritto da Fabrizia Ramondino, Althenopis venne pubblicato per la prima volta nel 1981 riscuotendo un grande successo tanto da essere tradotto in quattro lingue differenti ed essersi aggiudicato il premio Napoli per la scrittura.
La storia ripercorre le memorie dell’autrice che, narrando in prima persona, ripercorre alcuni anni della sua vita e, come cambia la vita, cambia anche il romanzo. Suddiviso in tre parti (che coprono dalla fine del 1945 ai primi anni 80) il romanzo non ha un continuum temporale. Tra una sezione e l’altra vi è una grande cesura e gli “anni ponte” non vengono raccontati ma blandamente ripercorsi e offerti al lettore solo per introdurlo alla narrazione successiva. Per questo non sapremo mai nulla del periodo al Nord o dei molti viaggi fatti ma avremo ricostruzioni minuziose dei paesaggi costieri e delle cittadine che la protagnista visita nel suo pellegrinaggio al Sud.
Anche lo stile muta. Da personale e soggettivo nella prima parte si arriva a uno stile impersonale e distaccato nella terza parte, quasi l’autrice smettesse, con la malattia della madre, di vedere delle persone (o di sentirsi persona) per arrivare ad essere uno dei due personaggi che, lontani, si muovono sulla scena.
Interessante, ma non ultima cosa, sono i paesaggi descritti. Napoli, la costiera amalfitana e i territori della Campania hanno l’incredibile potere di essere affascinanti non solo nella realtà ma anche nella finzione.
Una lettura interessante.