Elisabetta Gnone, nota artista per ragazzi che ha dato vita a fenomeni mondiali come le famosissime W.I.T.C.H. targate Disney e la fortunata serie fantasy pubblicata da Dea Agostini Fairy Oak, torna in librerie con la sua nuova creatura Olga di Carta (di cui potete trovare una recensione nella nostra sezione Recensioni). Abbiamo avuto l’enorme piacere di poter parlare con lei di questo suo ultimo e incredibile lavoro.
Raccontaci un po’ di Olga, come è nata e come mai hai scelto proprio la carta per rappresentare quest’incredibile bambina.
Olga è un nome che avevo in testa da un po’, non so da dove derivi e cosa significhi, so che è perfetto per questa bambina tridimensionale. Questo personaggio è nato per tutti quelli che almeno una volta nella vita si sono sentiti diversi, fragili o inadeguati, mi vengono in mente anche tutti i ragazzi che in questo periodo stanno scappando da una guerra terribile e che vorrebbero solo essere accettati per quello che sono. Olga alla fine ci riesce, trova dei compagni di viaggio che vedono al di là della fragile carta di cui è composta, è proprio per questo che ho scelto questo materiale apparentemente fragile, ma che nasconde in sé una forza incredibile.
Prima W.I.T.C.H, poi Fairy Oak e adesso Olga, come mai le tue protagoniste sono sempre ragazze e a quale di loro sei più legata?
Possiamo dire che mi esce naturale, nel 2004 la Disney mi propose di realizzare un’area femminile e ha funzionato alla grande visto che ha visto nascere capolavori come Mulan e Pochaontas. Rimanendo sulla stessa linea di W.I.T.C.H è uscito Fairy Oak, e infine da sola è arrivata Olga, per me sono tutte mie figlie e come tali non mi è concesso avere la mia preferita.
In tutti i tuoi lavori troviamo come costante la magia, che usi abilmente come metafora e strumento per divulgare diversi messaggi, in Olga però non compare quasi per nulla, c’è un motivo?
Se posso essere completamente sincera io non sono una grande appassionata di magia, al contrario di come si possa pensare, la uso appunto per arrivare al pubblico giovane. In W.I.T.C.H era la magia del cambiamento del periodo adolescenziale, e come questo viene affrontato da diverse tipologie di ragazze che scoprono quale aspetto di sé stesse potenziare. In Fairy Oak avevamo la magia della natura, con i suoi cicli e il suo precario equilibrio, Olga non ha bisogno di nessuna magia, la figura della maga è una semplice figura retorica.
Al contrario dei tuoi lavori precedenti ho trovato Olga un personaggio molto maturo per la sua età, non è che dietro a questo libro per ragazzi si nasconde in realtà una grande lezione per gli adulti?
In effetti sto notando che è un libro molto amato dagli adulti, e sicuramente Olga è una bambina fuori dal comune, ha una forte coscienza di sé, ha un obiettivo chiaro in mente ed è pronta a tutto per raggiungerlo. Questa sua grande forza interiore alla fine però vacilla, insorgono in lei dei dubbi e capisce che sta sbagliando tutto, la sua sicurezza di costruisce mano a mano grazie agli stimoli esterni.
Questo straordinario viaggio che Olga compie da sola è tutto frutto della tua immaginazione o l’hai vissuto davvero?
Diciamo che conosco molto bene il mondo di Olga Papel perché è il mio, quello che vivo tutti i giorni, ma il viaggio di Olga di Carta è tutto frutto della mia immaginazione. Purtroppo non viaggio più molto, ma avendolo scritto è come se avessi vissuto anch’io questo viaggio insieme a lei!
Esiste una chiave di lettura per godersi al meglio questo libro secondo te?
Il segreto di questo libro è leggerlo senza pensarci, bisogna abbandonarsi e farsi trasportare in posti sconosciuti che potrebbero anche farci paura, non solo leggere quindi, ma anche vivere a pieno quest’incredibile viaggio.
Olga sta avendo un incredibile successo, molti la paragonano ad eroine letterarie come “Alice nel paese delle meraviglie” e “Pippi Calzelunghe”, come ti senti a vederla accanto a questi classici intramontabili?
Sono molto più che lusingata, mi vengono i brividi a pensare che Olga un giorno possa davvero cambiare il mondo come questi grandi personaggi. Alice mi ha sempre trasmesso un po’ d’ansia, ma ho davvero amato alla follia Pippi, fu una vera rivoluzionaria per il periodo in cui uscì.
Credi che in futuro ci racconterai altre storie inventate da Olga Papel?
Mi piacerebbe molto ma per ora non c’è nessuna certezza ho un po’ paura di cadere nella banalità, comunque ci sto ragionando.