Incontro con A J Finn : “La donna alla finestra”

Titolo: La donna alla finestra
Autore: Finn
Data di pubbl.: 2018
Casa Editrice: Mondadori
Genere: domestic thriller, thriller psicologico
Traduttore: Stefano Bortolussi
Pagine: 351
Prezzo: Euro 19,50

“Ma qual è il problema di quella casa? E’ il luogo in cui l’amore va a morire.” (pag. 8)

Ogni volta che ho la fortuna di partecipare ad un incontro riservato, con l’autore o l’autrice di un romanzo, mi sento sempre un privilegiato ad avere la possibilità di incontrare a quattrocchi e con discreta calma la persona che ha realizzato un’opera che è la mia preferita: un ammasso di pagine, un coacervo di parole, una sorgente di messaggi, riflessioni, colori e profumi che non cambierei con nient’altro fra gli oggetti più comuni, e probabilmente nemmeno con tanti esseri umani. In questa nuova occasione, l’incontro con A J Finn, autore statunitense di “La donna alla finestra”, Mondadori editore, credo inoltre di aver fatto di nuovo centro, cioè di aver incontrato una persona di grande spessore professionale, molto disponibile e, come spesso accade con autori stranieri, che “non se la tira”. E’ conscio indubbiamente delle proprie capacità, ma altrettanto evidente è la sua consapevolezza dell’impegno che ci ha messo, del percorso impegnativo che ha fatto per arrivare a quello che si annuncia come un grande successo editoriale.

La donna alla finestra è Anna Fox, sposata e con una figlia, persone da cui però si è separata, anche e non solo per una serie di problemi che la affliggono.
Vive perciò da sola, reclusa volontariamente in una villetta di New York, dalla quale osserva con l’obiettivo di una macchina fotografica lo svolgersi quotidiano della vita dei vicini, vecchi e nuovi.
Come in uno dei più classici thriller, un giorno capita qualcosa di brutto. Ho chiesto personalmente all’autore se non si possa una volta tanto far capitare qualcosa di bello: mi ha risposto che si, ci si potrebbe pensare, ma no. E’ meglio qualcosa di brutto. Saltando a piè pari il ripieno di questo gustosissimo dolce, arriviamo alla ciliegina sulla torta, un colpo si scena degno dei più abili narratori. State pronti. L’autore è molto preparato.

Finn, trentottenne che vive in un piccolo appartamento perché non ha avuto ancora tempo di acquistarne uno più grande, è stato per molti anni editor presso la storica casa editrice americana William Morrow, e nel 2015 ha dato corpo ad un progetto che aveva in mente da tempo: scrivere una sua storia, una storia che avesse come protagonista una donna, la storia di un’indagine psicologica profonda, attenta, una storia soprattutto precisa, senza errori, con l’intento di presentare un’immagine di donna lontana dagli stereotipi individuabili in molta letteratura, e cioè di una donna comunque ossessionata dall’uomo, quando invece le donne nella realtà sono tante volte meglio degli uomini.

Un ulteriore elemento fondante del lavoro di Finn sul romanzo, dopo avere parlato della sua esperienza editoriale, è la sua sfrenata passione per la cinematografia ed in particolare per tutto ciò che riguarda il grande Hitchcock, che lo ha influenzato tantissimo e ben oltre l’associazione che verrà a molti automatica, tra “La donna alla finestra” e “La finestra sul cortile”.
A differenza dell’attenzione che gli autori di thriller generalmente indirizzano sul delitto e la relativa indagine, il nostro autore è interessato alla mente umana, a ciò che la mente stessa può arrivare ad elaborare, spesso molto più inquietante di ciò che incontriamo nella realtà. Da qui la scelta del palcoscenico di questa storia, sul quale la protagonista si muove come in una gabbia, una palcoscenico privo di sipario, sostituito da una vetrata che nello stesso tempo è barriera che la tutela, ma anche che la limita rendendosi metafora del suo stato mentale.
Non a caso quindi i diritti sono stati presto acquistati da una nota casa di produzione cinematografica, e il prossimo agosto, attori, regista, e un’organizzazione complessiva di alto livello, cominceranno a realizzare quello che l’autore del romanzo spera sarà un grande film.

Terzo elemento, cronologicamente a ritroso nella vita di Finn, e fonte di ispirazione importante per la sua vita di editor e ora anche di scrittore, è costituito dagli insegnamenti ricevuti da due “colleghe”, due donne, due note scrittrici: Ruth Rendell e Patricia Highsmith. Quest’ultima in particolare, con il suo lavoro di scrittura è stata addirittura argomento della sua tesi di laurea. Due gli aspetti principali che vengono dallo studio di P. Highsmith, fanno ora parte del bagaglio professionale di A J Finn: l’attenzione maniacale dell’autrice alla psicologia dei suoi personaggi, e quel “tocco di magia nera” letteralmente così definito da Finn, che spinge i lettori a parteggiare per i cattivi, a seguire la strada dell’antieroe.

Un gran bell’incontro quindi, ribadisco, con una persona preparata ed entusiasta del proprio lavoro, una persona che ci ha dato un sacco di spunti di carattere letterario, un sacco di indicazioni su tanti libri da leggere. Dopo aver letto il suo.
“La donna alla finestra” – A J Finn – Mondadori Editore.

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