Un’ipotesi di violenza – Dror A. Mishani

Titolo: Un'ipotesi di violenza
Autore: Dror A. Mishani
Data di pubbl.: 2016
Casa Editrice: Guanda editore
Genere: Giallo & Thriller
Traduttore: Elena Loewenthal
Pagine: 300
Prezzo: 18,50 €

Tentò di non pensare alla sfortuna, perché la cosa non faceva che deprimerlo. E in fondo questa era la sua speranza anche con I bambini: bisognava dare tempo al tempo“. (p. 70)

Siamo in Israele, comando di Tel Aviv. L’ispettore Avraham, di rientro in servizio dopo un lungo congedo a causa di un caso di omicidio di minore, che non è riuscito a risolvere in tempo, si vede immediatamente proiettato ad indagare sulla vicenda di un pacco bomba, una valigia, vicino ad una scuola materna. Si pensa immediatamente ad un possibile attentato e vengono fermati alcuni possibili indagati che erano in zona, ma una telefonata sospetta di una donna alla maestro dell’asilo – Questo è solo l’inizio – lascia spazio ad altri scenari: interrogando genitori, alunni e corpo docenti, emerge infatti che la maestra a volte trattava male i bambini o faceva preferenze. La polizia ovviamente ha le ore contate perché è in gioco la vita di poveri innocenti. Tra I possibili indiziati c’è una famiglia, la cui madre è assente da settimane ed il padre, apparente uomo lavoratore ed onesto, si prende cura dei due figli, ma resta comunque laconico e sfuggente a tutte le domande degli investigatori.

La vista dei poliziotti lo spaventò a tal punto che si dimenticò di essere con i suoi figli. La prima cosa che gli venne in mente fu che doveva tornare a casa. Per un istante gli sembrò di aver dimenticato il mazzo di chiavi nella toppa, ma tastandosi le tasche dei pantaloni sentì che erano lì“. (p. 35)

Mishani, con Un’ipotesi di violenza, dipinge una Tel Aviv più attuale che mai. La scrittura è talmente volta alla ricerca dei pensieri dei personaggi che quasi ci si dimentica della vicenda in sé e ci si affeziona ai protagonisti, al loro approccio alla vita e ai possibili sviluppi futuri delle loro vicissitudini. Il ritmo non è sempre alto, anzi a volte è quasi forzatamente lento proprio per permettere al lettore di apprendere passaggi psicologici dei personaggi su dettagli apparentemente insignificanti, ma che si riveleranno invece fondamentali per la risoluzione del caso. In ultimo risulta vincente in termini di attenzione alla lettura, il tentativo di Mishani di scrivere di una sfida per l’ispettore dopo un caso irrisolto: questo porta non solo ad affezionarsi al personaggio, ma anche all’intera collettività, poiché una sconfitta avrebbe un impatto devastante per entrambi gli elementi.

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