Sonetti d’amore per King – Kong – Gino Scartaghiande

Titolo: Sonetti d'amore per King - Kong
Autore: Gino Scartaghiande
Data di pubbl.: 2023
Casa Editrice: Graphe-it
Genere: Poesia
Pagine: 107
Prezzo: €12,00

Ritrovare la poesia che da tempo si è perduta è un’operazione di senso che permette di rileggere libri e poeti che altrimenti sarebbero dimenticati.

È bello a proposito ritrovare Sonetti d’amore a King – Kong, il libro d’esordio di Gino Scartaghiande, uscito nel 1977 dalla casa editrice Cooperativa Scrittori nella collana Poesia e prosa.

Ora il libro viene riproposto da Graphe.it in Le mancuspie, collana di recuperi novecenteschi diretta da Antonio Bux.

Sonetti d’amore per King – Kong dopo quarant’anni mantiene inalterato il suo dettato poetico: il poeta in un corpo a corpo con la parola non rinuncia a trattare con schiettezza e autenticità i temi forti dell’esistenza.

La poesia di Scartaghiande ha una ruvidezza che ferisce e allo stesso tempo la sua lettura ci avvicina a una tenerezza mai banale che disarma.

Versi che con leggerezza non rinunciano a un discorso estremo e in ogni dove rivendicano un assenza di accomodamento.

È scomoda la lingua di Gino Scartaghiande che cerca sempre la trasgressione in un dire anarchico che non rinuncia mai a un anelito di libertà.

«Vorranno assassinarci, / Ma non ci prenderanno. / Abbiamo lasciato i pianeti / da tempo. / Sono ciechi. / Mio caro e schifoso / amore vogliamo ora / in un estremo atto d’ / indifferenza lasciare / ad essi la vita / con tutte le sue unghie».

Con uno stile personale il poeta è immediato, e quindi autentico, nel discorre di amore, morte, disamore e altre amenità esistenziali, Sempre sul filo dell’irriverenza il suo discorso poetico tende a creare in chi legge uno scomodo imbarazzo che mette tutto in discussione.

Questo deve fare la poesia vera e Scartaghiande con una voce limpida scrive sonetti d’amore per King Kong non dimenticando mai di chiamare le cose con il proprio nome.

Il poeta coltiva frantumazioni vetrose, non ha paura di penetrare nei vari gradi d’oscurità, spezza la creta delle cose rotte per dirci che tutti gli universi non possono bastare.

Sonetti d’amore per King – Kong è un unicum nella poesia italiana del Novecento.

Quando uscì nel 1977, questo libro rappresentò per la critica del tempo un punto di rottura e di svolta e fu salutato con un evento che avrebbe cambiato il modo di scrivere poesia.

Renzo Paris così scriveva nella prefazione: «Un linguaggio improvvisamente quotidiano attraversa i sei poemetti di questo volume. La sintassi del verso è delle più frantumate. I punti che si piantano in mezzo ai periodi, tolgono respiro al ritmo e precipitano il senso, rispettando un flusso mentale. Il tu poetico, ossessivamente presente, ha riferimenti spesso reali: un ragazzo amato per un istante, figure mitiche e archetipiche, che affiorano da un’infanzia marina. Sono però frantumazioni non sempre distruttive. Scartaghiande vive con gioia la sua poesia. Confessa addirittura di essere un mistico. Ha letto anche lui, come tanti della sua generazione, versi da traduzione; soprattutto Rimbaud, Tagore, Celan, divorati negli autobus affollati, su panchine agghiaccianti, dentro il rumore della città».

Gino Scartaghiande è un poeta che ancora oggi regge la prova della parola e Sonetti d’amore per King – Kong ci regala suggestioni difficili da dimenticare, che solo un poeta per vocazione sa pensare.

 

 

 

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