Con la passione, l’enfasi e la suspense che caratterizzano ogni puntata di Voyager, Roberto Giacobbo ci accompagna in un viaggio straordinario che dal raccolto spazio IBS del Salone del Libro di Torino ci porta in ogni angolo del mondo, alla scoperta di una lettura quanto meno non convenzionale dei misteri dell’archeologia.
Il libro è una raccolta di appunti legata ad un viaggio che lo stesso Giacobbo ha intrapreso una ventina di anni fa, sulla traccia di alcuni ritrovamenti sparsi in giro per il mondo, ma legati da un sottile filo rosso. Si tratta di enormi testimonianze di pietra perché “solo la Terra sopravvive a sé stessa: solo la pietra mantiene la memoria”: memoria di popoli che molto prima di noi hanno lasciato un’impronta della loro civiltà.
Pietre così pesanti e imponenti che nessuno sa come siano state spostate e modellate; siti costruttivi antichissimi, in condizioni ambientali difficilissime, monoliti antecedenti alla più antica civiltà databile distribuiti in angoli lontanissimi del globo. Sulla traccia di queste testimonianze nella roccia che, come mostrano le immagini, presentano una similitudine stupefacente, Giacobbo ci porta a Machu Picchu, a Cuzco, Malta e Giappone, alla scoperta di Rapa Nui, l’Isola di Pasqua, i cui abitanti sono rappresentati, in una immagine vecchia di secoli, molti simili alla razza caucasica.
E così via, passando dall’antico Egitto, le piramidi, la Sfinge e la cintura di Orione, fino ad arrivare a reperti che sembrano mostrare come la Terra sia stata abitata da essere umani simili a giganti che, forse, possessori di una conoscenza e di una forza perse nei millenni, possono portare una nuova concezione della nostra storia.
Ma, come dice lo stesso autore, questo non è un libro che vuole dare risposte, piuttosto vuole instillare semi di dubbio, perché non può esistere alcuna scoperta senza la curiosità della ricerca.