Autore: Giuseppe Raudino
Casa Editrice: Ianieri editore
Genere: Romanzo di formazione
Pagine: 220
Prezzo: Euro 15
A cinque musicisti freschi di diploma al conservatorio S. Lucia di Siracusa viene offerta l’opportunità di esibirsi in un concerto importante al teatro dell’Opera di Riga: a chiamarli a misurarsi in una sfida sì artistica, ma che assumerà col tempo i contorni di rivoluzione esperienziale, è il loro carismatico maestro, trait-d’union e consapevole regista del loro piccolo mondo, che dopo avere seguito da vicino lo sviluppo dei singoli talenti musicali si farà veicolo di introduzione all’esistenza adulta, alla vita vera.
Martina, Fabrizio, Ileana, Stefano e Calliroe saliranno su un camper e costretti in uno spazio volutamente limitato raggiungeranno la Lettonia in un viaggio gioioso, aprendosi a diverse forme di conoscenza in un moltiplicarsi accorto di piani di significati: ci sarà chi si innamorerà, chi riuscirà a liberarsi da un’infatuazione potente per il maestro, sganciandosi da ombre e implicazioni di marca freudiana per lasciarsi finalmente alle spalle anche un ingombrante padre colto e talora imbarazzante, chi prenderà coscienza precisa dei propri sogni da perseguire nel momento delicato di passaggio alla vita adulta.
Ciò che è certo è che nell’arco di un tempo breve ogni personaggio subirà una trasformazione che implicherà l’abbandono di ogni adolescenziale individualismo e un approdo a una comunione di intenti di cui il concerto finale non è che emblema e simbolo di armonia nella condivisione.
Ma non sarà solo il quintetto di ragazzi a entrare nella scena del romanzo e a uscirne sensibilmente trasformato: il maestro stesso, fulcro di conoscenza, figura che riporta alla scuola filosofica dell’antica Grecia (esempio di cui è permeata tutta l’esperienza dei ragazzi e modello naturale per la provenienza del quintetto da quella Siracusa e Magna Grecia descritte ma più spesso sapientemente evocate), che doveva essere premiato a Riga per una sua composizione, quasi più del premio si ritroverà a gioire dello spirito di gruppo che egli stesso ha creato.
In Quintetto d’estate (Ianieri Edizioni) Giuseppe Raudino tratteggia con destrezza un vero omaggio al tradizionale romanzo di formazione, di cui percorre con maestria gli elementi classici: il viaggio come metafora di crescita spirituale e conoscenza, i protagonisti colti nel momento fondamentale del passaggio dalla spensieratezza individualistica alla maturità, al delinearsi finalmente di un proprio ruolo nella vita, alle prime avventure sentimentali con la scoperta di una sessualità talora sfacciata e esplicita, altre volte sfumata nel sentimento.
In questo suo terzo romanzo Raudino, con facilità di prosa che si fa fluida e avvincente, restituisce al lettore un preciso ritratto delle bellezze artistiche e delle tracce storiche della terra di cui è originario, che si fanno essenziale quinta ai drammi, alle commedie e alle tragedie dei siracusani, perfette per i sommovimenti emotivi dei ragazzi del suo Quintetto d’estate.
Pur abbondando in descrizioni del mondo esterno e delle bellezze dei paesi europei che i sei personaggi attraversano, è nel paesaggio interiore dei giovani diplomati che l’autore spinge il lettori a concentrarsi, in quel loro affidarsi docilmente alle capacità musicali della loro guida nell’istante che suggella il passaggio da una vita acerba e individualistica all’apertura verso un’esistenza adulta e ricca, aperta, proprio come una composizioni musicale che partendo dalle note di uno strumento unico si apre alla magnificenza della polifonia:
I piani del maestro erano chiari: divergenza e convergenza, carota e bastone. La divergenza consisteva nel separarli, facendoli studiare da soli, lasciando che prendessero confidenza col pezzo in modo del tutto personale prima di passare alla convergenza, al gruppo, all’unione.
Alla fine del viaggio a ognuno dei protagonisti Raudino affida una conclusione diversa (che non si deve qui anticipare) ma si intuisce essere d’incanto, e luminosa – proprio come le piazze di Ortigia – chiudendo perfettamente il cerchio narrativo.
Giuseppe Raudino nato in Sicilia nel 1977, vive nei Paesi Bassi, dove insegna Giornalismo e Teoria dei Media all’Università di Scienze Applicate di Groningen. Si interessa di scrittura creativa, interculturalità e storytelling. Collabora con diverse riviste, occupandosi principalmente di critica e analisi di testi letterari.
Come narratore ha esordito nel 2019 con il romanzo Mistero nel Mediterraneo, seguito nello stesso anno da Stelle di un cielo diviso (Alessandro Polidoro Editore)