Quella sottile affinità – Florence Noiville

Titolo: Quella sottile affinità
Autore: Noiville Florence
Casa Editrice: Garzanti editore
Genere: Romanzo
Traduttore: Doriana Comerlati
Pagine: 158
Prezzo: 14.90 €

Anne si reca presso la casa dei nonni, in campagna, per preparare gli esami di Medicina. La camera che occupa è quella che fu di sua madre, scrittrice morta in un incidente automobilistico quattro anni prima, lasciando nella vita della figlia un’ombra di sofferenza che la giovane si rifiuta di affrontare.  Anne appoggia i propri libri (“Fisiologia del neurone”, “Neuropatia dei nervi periferici”, “Semiologia del Sistema Nervoso”) accanto ai volumi amati dalla defunta Marie: “Orgoglio e Pregiudizio”, “Lolita”, “I dolori del giovane Werther”. Ma l’incontro fra le due donne, a cavallo del tempo e dello spazio, non si limita a un confronto di studi e letture. Fra le suppellettili che osa appena sfiorare, Anne trova casualmente una lettera della madre rivolta a un uomo a lei sconosciuto; una missiva che scoperchia un abisso imprevisto.

“Quest’anno ho compiuto quarantanove anni, ed è forse la ragione per cui ti scrivo. Quarantanove anni è l’età che avevi tu quando ci siamo conosciuti. È strano come mi sembravi vecchio, caro H. Ora posso dirtelo. La cosa paradossale è che, malgrado io fossi allora appena diciassettenne, mi sentivo io stessa vecchissima.(…) È per questo che mi sono precipitata fra le tue braccia? A diciassette anni avevo già la mente contorta per aver preso troppo le distanze dall’esistenza?”(pag. 11).

Alla fine del liceo, Marie aveva intrecciato un’intensa relazione con il suo insegnante di letteratura, sposato e di trent’anni più anziano. Sensibile e appassionata, si era rifiutata di negare o nascondere il legame, esibendolo con fierezza a parenti e amici sgomenti. Così Anne scopre una zona misteriosa dell’esistenza della propria madre, che  la spaventa e, allo stesso tempo, la attrae.

Inizia una vera e propria inchiesta postuma, intervistando coloro che ebbero la possibilità di essere testimoni di quegli eventi del passato, alla ricerca di fatti ma, soprattutto, di un codice per interpretare una donna che, pur avendo tanto amato, non è mai riuscita a capire e piangere.

Quella sottile affinità è un romanzo tutto al femminile, composto da capitoli brevissimi e lievi, quasi impalpabili, in cui la voce epistolare di Marie si alterna ai pensieri di Anne. Gli argomenti affrontati non si limitano al gioco di specchi del rapporto fra madre e figlia, ma comprendono anche l’influsso del primo amore sul resto dell’esistenza, la scelta di trasformare in arte i propri turbamenti per risolverli, le ragioni che spingono una giovane nelle braccia di un uomo più anziano.

“Un giorno scriverò la nostra storia” Te l’avevo detto per ridere. Be’, non del tutto. Volevo capire questo attaccamento. Spiegarlo a me stessa. Riscrivere Lolita da un punto di vista femminile. “Se la scrivi, bisogna andare sino in fondo”, avevi replicato. Per la prima volta mi hai dato un consiglio.  A parlare non era più il professore, ma lo scrittore famoso che nel frattempo eri diventato” (pag. 88).

La trama è volutamente esile e non cela colpi di scena. Il cammino della protagonista, fra citazioni implicite ed esplicite, si compie in una comprensione solo parziale delle ragioni della madre e non dà risposta ai numerosi interrogativi che si sono aperti durante la lettura.

 

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