Dopo l’inaugurazione mattutina del Salone de Libro, per il tema conduttore “Bene in vista” il Ministro Dario Franceschini è intervenuto alla conferenza “Per una nuova stagione dei Beni Culturali” insieme a Roberto Napoletano (direttore Il Sole 24 Ore), Salvatore Settis e Tomaso Montanari, consulenti del ministero.
Settis punta subito l’obiettivo su uno dei temi più discussi da molti anni a questa parte, ovvero l’utilizzo che viene fatto del Patrimonio Artistico del nostro paese. Siamo il paese con la più alta concentrazione al mondo di beni artistici e culturali, ma troppo spesso si dice che la bellezza ci salverà, ma lo può fare solo se noi salviamo la bellezza” afferma Settis, ” e per farlo bisogna conoscerla e tutelarla, come dice art. 9 della Costituzione. Il Patrimonio Culturale non deve essere considerato un salvadanaio da scassinare quando serve, né una calamita per turisti: il patrimonio culturale dev’essere prima di tutto per noi, e va messo al primo posto degli investimenti pubblici”. E lancia una provocazione: “non è vero che i soldi non ci sono, basterebbe che l’evasione fiscale fosse davvero essere presa di mira”.
L’intervento di Montanari pone tra le criticità maggiori quella della forte presenza di privati nella gestione di beni culturali e servizi aggiuntivi, una presenza a volte quasi ingombrante che rischia di mettere tra le priorità il profitto a scapito di condizioni ideali di fruizione dei luoghi e delle opere d’arte. L’esempio portato è quello della Galleria degli Uffizi a Firenze, dove il sovraffollamento delle sale museali produce come doppia conseguenza la sofferenza da parte delle opere esposte e la difficoltà da parte dei visitatori di godere delle stesse. Montanari auspica dunque un modello di mecenatismo puro, e si dice favorevole al craw-founding, il finanziamento attraverso raccolta di fondi da parte dei cittadini stessi, una soluzione che tuttavia fa ancora fatica a diffondersi.
La parola passa dunque al Ministro Franceschini, che pone come condizione primaria per applicare la tutela e la promozione una riforma delle persone, bisogna educare la gente alla cultura. “Sono favorevole a una politica di incentivi fiscali ai privati che effettuano donazioni se fatta in modo serio, e in questo senso stiamo lavorando: dopodiché andrò io a bussare ad ogni azienda che a quel punto non avrà più alibi per non dare il suo contributo. Tuttavia non siamo ancora pronti, se dall’oggi al domani dovessimo annunciare che ad esempio i servizi aggiuntivi museali passano a gestione pubblica, non ci sarebbe personale qualificato in grado di subentrare a quello presente: bisogna formare professionalità pubbliche preparate”.