ROMANZI
Pubblicato negli Stati Uniti nel 1957, “Il commesso” è considerato da molti il capolavoro di Bernard Malamud. La storia è quella di Morris Bober, umile commerciante ebreo che nel cuore di Manhattan conduce una vita misera e consumata dagli anni, e di Frank Alpine, un ladruncolo di origini italiane, deciso a riscattarsi e diventare un uomo onesto e degno di stima, aiutando Morris al negozio. Tuttavia il giovane Frank non resisterebbe dietro al bancone, sempre più assediato dalla concorrenza, se non si innamorasse di Helen, la figlia di Morris. La vicenda è straordinariamente intrecciata intorno alle emozioni, ai segreti, al destino di queste tre esistenze. La narrazione, dal ritmo quasi ipnotico, e la singolare capacità di Malamud di raccontare i gesti, gli sguardi e le abitudini dei protagonisti rendono possibile sin dalle prime battute una completa comprensione della particolarità dell’ambiente e della psicologia dei personaggi. Lo stile limpido, semplice, a tratti ironico, è un capolavoro di perfezione, e regala quella atmosfera inconfondibile, a metà tra il tragico e il comico, che rende affascinante la narrativa di Malamud.
“Il commesso” di Bernard Malamud, prefazione di Marco Missiroli. Minimum fax editore.
Nel ’68 Lucia ha vent’anni, tante speranze e un uomo che ama. Vive in prima linea i cambiamenti di quegli anni ma improvvisamente scopre di aspettare una figlia. Dopo qualche mese nasce Corinna ma la sua vita sarà un calvario. Passerà la vita tra un ospedale e una visita a causa di una gravissima (ed allora sconosciuta) malformazione interna. Stretta al suo compagno e ai propri ideali Lucia affronterà le difficoltà con coraggio e sempre mettendo sua figlia avanti a tutto. Un libro profondo e inusuale che oltre ad affrontare i sentimenti e la vita di Lucia e della sua famiglia alza un velo sul fenomeno delle operazioni all’estero che negli ’80 erano migliaia all’anno. Sullo sfondo delle loro vite gli eventi che hanno cambiato la storia del Mondo: il ’68, la guerra fredda, sino all’attacco alle Torri Gemelle. Lungo il suo percorso Lucia ha incontrato Beppino Englaro, il quale colpito dalla storia e dalla scrittura, ha deciso di impreziosire il volume con la sua prefazione. Tra Corinna ed Eluana corre poi un filo rosso di date e similitudini: “Entrambe” dice Beppino “erano state condannate alla vita a gocce.”
“La ballata di Corinna” di Lucia Genga, prefazione di Beppino Englaro. Book Salad editore.
Questa è la storia di Oswald Hendryks Cornelius, fine conoscitore delle arti, viveur, collezionista di aracnidi e insetti in genere, grande esperto di operetta, amante della porcellana cinese e, senza ombra di dubbio, il più grande fornicatore di tutti i tempi. La sua avventura inizia da una scoperta casuale. Dall’esoscheletro di uno scarafaggio ridotto in polvere, che si scopre essere un grande afrodisiaco, Oswald partorisce un’idea rivoluzionaria. Nel 1919, complice l’amica Yasmina e il potente filtro d’amore, tenta di rapire «con destrezza» il seme a intellettuali e geni famosi, per poter perpetuare una specie umana con caratteristiche fuori dal comune.
“Lo zio Oswald” di Roald Dahl. Longanesi editore.
Los Angeles, Stati Uniti. Il Nord America è spaccato in due, e tra la Repubblica e le Colonie la guerra
sembra destinata a non finire mai. June è una quindicenne prodigio, nata e cresciuta in una famiglia appartenente alle più alte sfere della Repubblica. Ha un vero talento nel mettersi nei guai con i suoi superiori e le sue bravate al collegio militare sono spesso decisamente pericolose. Da quando i suoi genitori sono rimasti uccisi in un incidente stradale, l’unico su cui sa di poter sempre contare è il fratello maggiore Metias. Almeno fino al giorno in cui Metias viene assassinato in circostanze misteriose mentre è a guardia di un ospedale. Il primo sospettato è Day, un ragazzo della stessa età di June, ma proveniente dai più miseri bassifondi della Repubblica. Nonché il criminale più ricercato del paese. June ha un unico desiderio, vendicare la morte di suo fratello, ma il giorno in cui la sua strada e quella di Day si incroceranno per la prima volta, niente sarà più come prima.
“Legend” di Marie Lu. Piemme editore.
Millecinquecento, non uno di più, non uno di meno: è il numero di abitanti che deve mantenere Algren per essere la città più piccola del Canada e aggiudicarsi la visita del primo ministro il giorno della festa nazionale. Hosea Funk, il sindaco di Algren, ha una ragione in più per desiderarlo: sua madre, sul letto di morte, gli ha confidato che il primo ministro è il suo vero padre, l’uomo misterioso che tanti anni prima la rapì dal ballo per far l’amore in un campo di colza e poi sparire nella notte. Quindi gli abitanti di Algren non devono assolutamente aumentare né diminuire, almeno fino al primo luglio: per il sindaco Hosea sta diventando un’ossessione. È un disastro, per esempio, se Max, giovane padre ex fuggitivo, torna all’improvviso per riconquistare la sua donna, e spiegare a Summer Feelin’, la sua bimba, che non bastano le braccia per volare. Un abitante di troppo. Per fortuna il vecchio Hamm, novant’anni suonati, esala l’ultimo respiro. Meno uno, evviva; ma ecco che un miracoloso parto trigemellare fa saltare di nuovo i conti: più tre! Per quanto Hosea si sforzi di tenere fermo il mondo, mille accidenti cospirano a mettere la gente in movimento. E una partita molto seria si gioca proprio sul suo cuore, perché Lorna, la splendida donna che lui ama, vorrebbe trasferirsi da Winnipeg ad Algren per stargli accanto… “Un tipo a posto” è un romanzo dolce e sognante di persone che vanno e vengono, entrano dalle finestre aperte nelle notti calde o aspettano l’autobus che porta via. Tra albe arancioni e neve che si sfalda sui tetti a primavera, amori infiniti, finiti e rinnovabili ridisegnano le mappe dell’umana realtà.
“Un tipo a posto” di Miriam Toews. Marcos y Marcos editore.
Un giovane caimano avido di conoscenza lascia il pantano in cui è cresciuto per le fogne di una grande metropoli. Nonostante qualche difficoltà a inserirsi, fa amicizia con un cane randagio, s’innamora di una vecchia latta di petrolio – con cui ha ellittiche conversazioni e più espliciti amplessi –, si adatta, non senza qualche preoccupazione per la salute, alla nuova alimentazione a base di rifiuti e resti di cibo industriale, s’invaghisce delle scarpe di coccodrillo di una venditrice di cibo orientale, e infine stringe un sodalizio anfibio con un rospo tabagista e bohémien, dedito ai vizi umani per esorcizzare traumi infantili. Ma la tranquilla vita della fogna viene presto sconvolta da una serie di eventi inattesi, che trascineranno l’insolito protagonista in un susseguirsi di avventure rocambolesche e surreali, al termine delle quali lo vedremo coronare la sua ambizione di elevarsi accettando un posto di docente di Razionalità in un’università farsescamente controllata dagli animali. Quindi, caduto in disgrazia, si ritirerà in un motel a ore, coltivando il segreto sogno di diventare scrittore. Con lucidità e ironia, questo romanzo mette in luce le contraddizioni della società contemporanea e gli abissi dell’animo umano, dilaniato dalla lotta tra istinto animale e convenzioni sociali.
“Masticando umani” di Santiango Nazarian. La Linea editore.
Marco non ha mai scelto, perché ha paura che una scelta escluda tutte le altre. Non ha mai dato retta a nessuno, solo a se stesso. Sembra dire a tutti: amatemi pure, ma tenetevi lontani. Andrea, suo fratello maggiore, ha deciso da subito come doveva essere la sua vita, ha sempre fatto le cose come andavano fatte. È sposato con Daniela, una donna sobria ed elegante. Insieme avrebbero potuto essere perfetti. Marco invece ha molte donne, e Isabella. Lei è stata la sua prima fidanzata. Con lei ha passato quelle notti di magia in cui la bellezza dilata il tempo e la felicità strappa le promesse. Ma neanche con lei è mai riuscito a decidersi, a capire che la libertà non è per forza mancanza di responsabilità. E così continua a vivere in folle, senza mai mettere una marcia, fare una scelta. Se non che a volte la vita che hai sempre tenuto sotto controllo inizia a cadere a pezzi. Il nuovo romanzo di Fabio Volo racconta la storia di due fratelli che gli eventi costringono ad avvicinarsi, a capirsi di nuovo. E di un inconfessabile segreto di famiglia che li segue come un fantasma. Racconta una grande e tormentata storia d’amore che attraversa gli anni, e come tutte le grandi storie d’amore ha a che fare con le cose splendide e con quelle terribili della vita. Racconta il dolore che piega in due e la felicità che fa cantare inventandosi le parole. Ci fa ridere, commuovere, emozionare.
“La strada verso casa” di Fabio Volo. Mondadori editore.
Giulio Campennì è un architetto piuttosto strano. Non ama uscire di casa e osserva il mondo con un binocolo. La sua vita emotiva, d’altro canto, non è semplice nemmeno in casa, dove Giulio vive con Ionta, sua moglie: una giovane donna tanto incantevole quanto umorale, e – soprattutto – dotata di una madre insopportabile, che ha pensato bene di rimanere vedova per poter gravare ulteriormente sulla vita della figlia e del genero. Nonostante il lutto recente, la signora Nelly decide di non rinunciare alle vacanze con la figlia. E la mattina della partenza si presenta a casa Campennì con il suo amatissimo animale domestico: un pavone. Non ha dubbi che Giulio, che resterà a Roma a lavorare, le farà il piacere di prendersene cura, trattandolo come fosse un figlio, nutrendolo con il suo maleolente becchime e facendogli tanti complimenti in modo che non soffra e dispieghi la sua ruota. Come al solito, Giulio non ha la presenza di spirito per opporsi al dispotismo della suocera, discendente di una stirpe di matriarche ebree poco abituate a venire contraddette. Ma Ionta e la signora Nelly non fanno in tempo ad andarsene che – orrore! – il pavone in un balzo è già scappato sopra i tetti… Comincia così per Giulio un rocambolesco inseguimento lungo le vie della capitale; ma dopo una folle corsa dietro a un tram, una spericolata avventura in motorino con un figurante centurione romano, l’incontro ravvicinato con la polizia e varie altre peripezie, Giulio si deve rassegnare: del pavone non c’è traccia. C’è solo una voce misteriosa che pedina Campennì. In compenso, quando torna a casa, più morto che vivo, trova ad attenderlo Riccardo, il figlio nato “per sbaglio” da un amore di gioventù e di cui la suocera, per volere della moglie, ignora l’esistenza. Sarà proprio il figlio a unirsi a Giulio nella ricerca del pavone: che li condurrà tutti, suocera compresa, dove mai avrebbero immaginato. Paradossale ed esilarante come le celebri pagine firmate con lo pseudonimo di Jiga Melik, questo romanzo di Alessandro Schwed è un piccolo gioiello, che si colloca nel solco della migliore narrativa umoristica e insieme racconta turbamenti, precarietà, emozioni più che mai vicine a noi.
“La via del pavone” di Alessandro Schwed. Mondadori editore.
Francesco è santo ormai dal 1228, ma l’Ordine che ha fondato è dilaniato da polemiche, divisioni, feroci lotte intestine. Il Capitolo francescano del 1260 commissiona allora a Bonaventura da Bagnoregio la redazione di una Vita del santo sulla quale tutti possano concordare. Bonaventura, affidato dalla madre a Francesco quando bambino si era gravemente ammalato, e fattosi frate minore a ventisei anni, era uno dei maggiori intellettuali della seconda metà del Duecento: Dante lo colloca, insieme al suo collega nelle Scuole parigine, Tommaso d’Aquino, a capo delle corone di spiriti sapienti nel quarto Cielo del Paradiso. Per quasi vent’anni ministro generale dell’Ordine, e cardinale, Bonaventura aveva da poco terminato il suo primo capolavoro, l’Itinerario della mente in Dio (che la Fondazione Valla ha pubblicato nel terzo volume della Letteratura francescana). Conscio delle immense difficoltà di redigere una Legenda di Francesco d’Assisi, Bonaventura si recò in molti dei luoghi dove il santo era vissuto, incontrò chi gli era stato compagno o lo aveva conosciuto, prese conoscenza dei testi agiografici scritti sino ad allora. Poi, compose la sua opera, un altro capolavoro: la «mirabil vita», come scrive Dante, che «meglio in gloria del ciel si canterebbe». La struttura della Legenda colloca entro una cornice cronologica, posta all’inizio e alla fine del racconto, tutta la parte centrale, molto più ampia, che è dedicata a un catalogo delle virtù del santo e ai temi (ben trentadue) che ne caratterizzano l’opera: dalla profezia alla povertà, dall’intelligenza delle Scritture alla letizia, dall’umiltà alla contemplazione di Dio nelle creature. Ma Bonaventura, che aveva composto con l’Itinerario un trattato di teologia mistica ispirato a Dionigi pseudo-Areopagita e ad Agostino, e soprattutto alla vita e all’esperienza mistica di Francesco e alla Passione di Cristo, disegna una biografia del santo organizzata secondo le idee che aveva elaborato nel trattatello De triplici vita. La Legenda maior diviene così la storia in tre fasi della vita di colui che Bonaventura chiama «stella del mattino», «arcobaleno» e «angelo della vera pace»: purificazione, illuminazione, perfezione: sino all’«ultimo sigillo» delle stimmate.
“La letteratura francescana – vol. IV” di AA.VV. . Mondadori editore.
E se il matrimonio da sogno che fantasticavi da una vita andasse improvvisamente a monte per colpa della tua (ex) migliore amica? E se ti ritrovassi tra le mani un biglietto già pagato per fare il giro del mondo in quella che avrebbe dovuto essere la tua luna di miele? Avresti mai il coraggio di partire da sola? Questo è quello che accade a Bianca, biologa marina all’acquario di Londra, ormai senza più un lavoro e prossima alle nozze. Lei decide di partire: donna impulsiva e determinata, col suo tacco 12 è pronta a sfidare il mondo intero anzi, il giro del mondo, che una delle navi da crociera più lussuose del mondo, la Queen Victoria, percorrerà in 109 lunghi giorni. Un’anziana coppia sempre in vena di litigare, un galante scrittore in cerca di ispirazione, un affascinante e scorbutico pianista, una bionda tutto pepe e una misteriosa vecchietta saranno alcuni dei suoi compagni di avventura. Riuscirà Bianca ad arrivare alla fine del viaggio, tra serate di gala, ladri di gioielli, persone che scompaiono misteriosamente ed i ricordi dolorosi di un passato che cerca di tornare prepotentemente a galla?
GIALLI, THRILLER E NOIR
Un appartamento vuoto, chiuso dall’interno: questo è il mistero che è chiamato a risolvere l’ispettore Dejan Lukić. Che ne è stato dell’autrice bestseller che viveva in quella casa? E cos’è successo al manoscritto, appena completato, del suo prossimo successo? Mano a mano che Lukić si addentra nel mistero, cominciano a farsi largo nell’indagine personaggi bizzarri che, come l’ispettore, sono sulle tracce del prezioso manoscritto scomparso. Un irascibile agente letterario, un pittore cieco, un abilissimo scassinatore e diversi editori assetati di successo partecipano al caleidoscopico gioco di inganni che circonda l’inedito romanzo che tutti sembrano desiderare. Soltanto l’ispettore Lukić, però, sarà in grado di risolvere questo rompicapo letterario, se sarà disposto a rischiare, ancora una volta, il tutto per tutto.
“Il grande manoscritto” di Zoran Živković, TEA editore.
Un’ondata di caldo senza precedenti sta soffocando la cittadina di Wiesbaden e uno stupratore seriale ha già colpito quattro volte. Il commissario Hendrik Verhoeven e la sua collega Winnie Heller stanno indagando sul quinto stupro. Ma questa volta tutto appare diverso. E non solo perché c’è un morto. La stampa ha già battezzato il serial killer l’artista: le sue capacità di spiare le donne e di penetrare inosservato nelle loro abitazioni sono fuori dal comune. Per questo è strano che nell’ultimo caso abbia ucciso il marito della vittima. Perché la giovane russa è stata violentata anche se appare al di fuori dello schema delle vittime precedenti? E come mai proprio in questo caso è stato sorpreso dal marito? Tante le domande, che però non si pongono solo gli inquirenti. Anche l’artista è a caccia, perché c’è qualcuno che cerca di incolparlo di un omicidio che lui non ha commesso.
“Colpo di sole” di Silvia Roth. Book Salad editore.
Berlino. Un uomo è avvelenato dalla moglie. Dopo l’omicidio la donna si impicca nel suo appartamento. Tutto fa pensare a un dramma familiare. Ma qualcosa non quadra. Nel luogo del crimine viene rinvenuto un messaggio: riporta nei dettagli ciò che poi è accaduto. Il commissario Julius Kern è perplesso. Chi poteva sapere già tutto? Omicidiosuicidio o c’è qualcos’altro da scoprire? C’è davvero un Profeta della Morte? Decide di indagare in questa direzione, ma il tempo stringe. Riceve lui stesso una predizione: tutto si compirà in tre giorni. Per precauzione è sospeso dal caso. Ma quando si rende conto che dietro c’è il suo acerrimo nemico Tassilo Michaelis è chiaro che per salvare sé e la sua famiglia dovrà cavarsela da solo. La gara contro il tempo è iniziata.
“Il profeta della morte” di Vincent Kliesch. Book Salad editore.
C’è un vuoto nella memoria di Dorothea. Quella sera voleva uscire a tutti i costi ma i suoi l’avevano costretta a fare la babysitter al fratello minore mentre loro erano a teatro. Ricorda che lui non ne voleva sapere di dormire e urlava come un pazzo. Ricorda una telefonata che l’aveva sconvolta, ricorda di aver perso la testa, e poi più niente. Più niente fino agli occhi sbarrati del fratellino, senza più vita. C’è un abisso in quel vuoto di memoria, un abisso che parole come «arresto cardiaco» non riescono a colmare. Perché la verità è che lei non sa cosa ha fatto in quel vuoto. Ma sa che sarebbe stata capace di tutto… Solo adesso, dopo mesi di ospedale psichiatrico, di terapie, di psicologi, ha raggiunto faticosamente un equilibrio precario. Ha cambiato casa, scuola, città: si aggrappa alla speranza di una vita normale. Ma una notte vede in giardino un ragazzo terrorizzato che le chiede aiuto e poi scompare senza lasciare traccia. E quando, dopo qualche giorno, Dorothea scopre l’identità del ragazzo e viene a sapere che in realtà lui si sarebbe suicidato prima del loro incontro, le sembra di impazzire di nuovo. I fantasmi del passato si uniscono a quelli del presente precipitandola in un incubo atroce in cui non capisce di chi si può fidare, e in cui la sua peggiore nemica potrebbe rivelarsi propri lei stessa…
“Il mio cuore cattivo” di Wulf Dorn. Corbaccio editore.
Tutto ha inizio con una lista di nomi. Non sono nomi qualunque, ma quelli di pericolosi terroristi che minacciano la sicurezza internazionale tanto da dover essere eliminati uno a uno. Solo sette persone nelle segrete stanze di Washington conoscono l¿esistenza della “lista nera”, tra queste il presidente degli Stati Uniti. La minaccia è reale, ma deve rimanere top secret o si scatenerà il panico.
Il primo di questi nomi è anche il più temibile: “il Predicatore”, un fondamentalista islamico senza scrupoli che ha come unico scopo la distruzione degli infedeli. Incita all’odio attraverso messaggi che diffonde tramite il web e riesce a raccogliere attorno a sé una folla di proseliti che scatenano una serie incontrollabile di eventi mortali. Gli omicidi si moltiplicano, non solo negli Stati Uniti ma anche sul territorio inglese, dove cadono altre vittime. Troppe. Solo un uomo può compiere quella che sembra una missione impossibile: l’ex marine Kit Carson, soprannominato “il Segugio”, che viene prontamente incaricato di trovare e uccidere il responsabile di quell’inferno. Kit, però, non sa che faccia abbia il suo nemico, dove si nasconda e quale sia il suo vero nome. Sarà un giovane ed espertissimo hacker a rintracciare per lui le postazioni del Predicatore e dei suoi complici utilizzando solo la tecnologia. Si scatena così una guerra tra due schieramenti, totalmente diversi tra loro ma con un obiettivo comune: la distruzione dell’avversario.
“La lista nera” di Frederick Forsyth. Mondadori editore.
Le nebbie di San Francisco, le strade di Baltimora, le impervie cime del Montana. Sono gli sfondi dei racconti di questa raccolta, ambientati in un’America variegata, fatta di città stranianti o di luoghi sperduti, tutti coperti dallo stesso cielo plumbeo e soffocante. Un mondo, soprattutto, nel quale legge e giustizia sono poco più, o poco meno, che concetti astratti, e solo alcuni individui solitari, dal ferreo codice d’onore, si oppongono allo strapotere dei criminali. Individui duri e puri, cinici eppure a modo loro idealisti, destinati a ricevere una ben magra consolazione per le loro vittorie sul male: perché ogni successo investigativo, ogni menzogna svelata, non fa che mettere a nudo la desolante verità di una società basata sulla violenza e la sopraffazione. Tra di loro, Sam Spade, che proprio in queste pagine fa la sua prima comparsa, accanto ad altri detective come Alec Rush e i Thin, padre e figlio, decisi a riscattare un’umanità fatta di ergastolani, donne fatali, pugili corrotti, apparentemente senza speranza ma ancora decisa a non rinunciare del tutto alla dignità.
“L’apprendista assassino” di Dashiell Hammett. Mondadori editore.
RAGAZZI
Irlanda. Due anni dopo l’ultima avventura a Kilmore Cove. Quattro ragazzi, Murray, Mina, Slaine, Connor, trovano una nave abbandonata lungo la costa, con la vela stracciata. Sullo scafo, il nome METIS. Il suo ultimo comandante ha lasciato le tracce di un viaggio tempestoso, e un diario di bordo che somiglia a un romanzo. Parla di un paese chiamato Kilmore Cove, e di un certo Ulysses Moore che si dice sia in grado di viaggiare tra i mondi immaginari. La nave stessa sembra chiamarli all’avventura. E quando i quattro ragazzi, delusi dalla realtà che li circonda, decidono di salire a bordo, veleggia da sola in mare aperto. È solo l’inizio del viaggio che li condurrà sulle tracce di Ulysses Moore e ad affrontare un giovanissimo nemico, che vuole chiudere a tutti le Rotte dell’Immaginazione…
“La Nave del Tempo” di Ulysses Moore. Piemme editore.
Liam, Zayn, Harry, Niall e Louis. Cinque nomi per cinque ragazzi speciali con una vita più incredibile di un sogno. Da normali studenti di provincia a star mondiali, adorati da uno sterminato esercito di fan in ogni angolo del pianeta in poco più di tre anni. Con questo libro le directioner potranno soddisfare tutte le loro curiosità: i tatuaggi di Harry, le fidanzate di Liam, il look di Zayn, i tweet di Niall, lo shopping di Louis…La loro esperienza a X Factor dai provini alla finale e, ancora, i singoli, i concerti, i video e i retroscena della band più divertente del mondo. E infine un piccolo test per scoprire l’affinità di coppia con ognuno dei ragazzi, per continuare a sognare.
Tutti pazzi per gli One Direction di Sally Blank. Imprimatur editore.
A Natale siamo tutti più buoni… tranne Tuffy, il gatto di casa, che approfitta dell’atmosfera di festa e della visita di parenti e amici per combinarne di tutti i colori! “Questo Natale è stato peggio del solito. Tremendo. Deprimente. Terribile, terribile, terribile. E ora ve lo racconto…”.
“Buon Natale, GATTO KILLER!” di Anne Fine, con le illustrazioni di Andrea Musso. Sonda editore.
Le meravigliose tavole di Emanuele Luzzati e i testi poetici di Roberto Piumini raccontano i valori della Costituzione Italiana, attraverso 15 parole-chiave: Democrazia; Lavoro; Diritti umani; Uguaglianza; Diritti e doveri; Unità della Repubblica; Rispetto delle diversità linguistiche; Stato e Chiesa; Dialogo tra le religioni; Cultura e ricerca; Ambiente; Arte e storia; Accoglienza dello straniero; Pace; Tricolore. Segue poi la prima parte della Costituzione Italiana proposta in dodici lingue: albanese, arabo, cinese, ebraico, francese, inglese, portoghese, rumeno, russo, spagnolo, tedesco, compreso l’italiano, per consentire ai bambini italiani e a quelli provenienti da altri Paesi e culture di comprenderla più profondamente e di sentirla più vicina alla propria mente e al proprio cuore. Conclude la «dichiarazione» su cosa significa essere italiano. Una nuova edizione ampliata arricchita con il testo integrale della Costituzione Italiana.
“La Costituzione è anche nostra” di Emanuele Luzzati, Valerio Onida, Roberto Piumini, introduzione di Carlo Azeglio Ciampi. Sonda editore.
Nell’Apocalisse – il più fantastico e immaginifico tra i libri della Bibbia – all’apostolo Giovanni vengono rivelati i destini ultimi dell’umanità e del mondo attraverso visioni soprannaturali: proprio l’Apocalisse ha ispirato Paolo Barbieri, che con il suo tratto incisivo, potente e audace interpreta perfettamente il linguaggio biblico con immagini dense di dettagli accuratissimi ma anche capaci di emozionare e sorprendere. Cavalieri con armature di fuoco su cavalli scultorei, donne vestite di abiti regali adagiate su lugubri troni, draghi dalle sette teste e cavallette dai denti leonini, sconvolgimenti cosmici, flagelli, piaghe inimmaginabili e spiriti immondi: nelle sue tavole accese da colori infuocati e da uno stile inimitabile, l’autore dà nuova vita a Babilonia, alla Gerusalemme celeste e allo scenario degli ultimi desolati giorni dell’umanità. A supporto del lettore, ciascuna tavola è accompagnata dai versetti che l’hanno ispirata.
“Apocalisse” di Paolo Barbieri. Mondadori editore.
Ti svegli la mattina dopo una festa: sei stesa in una vasca da bagno, la tenda tirata, intorno un profondo silenzio. Gli altri staranno ancora dormendo? Quando ti alzi e giri di stanza in stanza, scopri che durante la notte è successo qualcosa di tremendo. Legato a una sedia, trovi un misterioso ragazzo dagli occhi rossi. Vicino a lui, vivo e ammanettato, c’è Aidan, il tuo ex: appena provi a liberarlo, ti assale in preda a una fame atavica. Tutto questo non è normale, neppure se ti chiami Tana e sei nata in un mondo molto simile al nostro, un mondo in cui le persone si trasformano in mostri assetati di sangue e vivono confinati nelle Coldtown. Li chiami vampiri, ma potrebbero avere anche altri nomi. Molti di loro sono celebrità, li trovi ogni sera in televisione: tutti i canali trasmettono in diretta le loro feste più trasgressive. Ora non puoi più evitarli, e hai solo ottantotto giorni per salvarti: ma a quanto sei disposta a rinunciare per tenere in vita ciò che non vuoi perdere?
“I segreti di Coldtown” di Holly Black. Mondadori editore.
SAGGI
Grazie agli enormi progressi della medicina negli ultimi cinquant’anni, l’opinione pubblica vi ripone una fiducia eccessiva e, in mancanza di guarigione, la conclusione è una sola: il medico ha sbagliato. Si è modificato anche il rapporto medico-paziente, così come l’etica stessa della medicina: il medico «tradizionale» non esiste più, il contatto con il paziente è per lo più impersonale e anonimo. Come risultato, la conflittualità tra chi cura e chi va curato è aumentata esponenzialmente e nei casi più estremi si risolve solo nelle aule di tribunale. Prendendo spunto da nove casi di malamedicina che ha seguito in qualità di consulente tecnico presso vari tribunali o per privati cittadini in cause civili e penali di malpractice, l’autore affronta l’«errore in medicina» e l’aumento delle cause civili e penali: come evitare che i medici si sentano accerchiati dai mass media e dai cittadini? Come ridare al medico dignità professionale e al paziente fiducia in chi lo cura? Come conciliare tra loro clinica e tecnologia, pietas ed efficienza, limitazione delle risorse e risultato ottimale?
“Malamedicina” di Fausto De Lalla. Sonda editore.
«Questa era la mia storia, e adesso dovevo raccontarla fino in fondo. Volevo che la mia Olimpiade impossibile, lunga quarantotto anni,
spiegasse che il proprio futuro bisogna saperselo vedere nella testa, senza cedere alla rassegnazione e all’idea che tutto sia predestinato, liberando la mente da leggi assolute, da stereotipi e luoghi comuni, i grandi nemici del coraggio e della fantasia.» Come scrisse Candido Cannavò, rimpianto direttore della «Gazzetta», a poche ore dalla pazzesca finale del kayak femminile alle Olimpiadi di Pechino 2008: «Signori, questa non è una storia di sport. È la vita che parla e, attraverso Josefa, ci sussurra: amatemi gente, e non ponetemi dei limiti». Niente limiti nella storia incredibile della canoista tedesca che, trasferitasi in Italia per amore, si allena con il marito Guglielmo Guerrini in una cava dismessa, «a tu per tu con aironi, anatre e alcune coppie di cigni», e diventa una delle azzurre più premiate di sempre. Niente limiti per l’atleta data molte volte per finita e che ogni volta era lì, ai Giochi, otto edizioni, ventotto anni di Olimpiadi. Niente limiti, anche se: «Non puoi vincere se hai appena avuto un bambino!», «Non puoi essere una brava mamma e portarti a casa l’oro!», «E poi, cosa c’entra la politica? Dove la metti, in questa vita di corsa? ». Già, la politica, una nuova avventura, la più grande, proprio quando tutto sembrava finalmente calmo e tranquillo come il lago dopo una gara. Le elezioni da fuoriclasse, il Senato, il ministero, il caso mediatico, l’orgoglio, le dimissioni, la dignità. Senza fiato. Non porsi mai dei limiti: è questa la lezione di Josefa Idem, il filo che lega le prime pagaiate in un canale della Germania Ovest alla tempesta di telegiornali dell’estate del 2013. Un proposito che diventa metodo da applicare a ogni aspetto della vita, quando si è giovani per costruire passo dopo passo il cammino che porta a realizzare i propri sogni, da adulti per rimettersi in gioco e ricominciare verso un futuro pieno di soddisfazioni. Impegnarsi in tutto ciò che si fa, crederci sempre, con la mente aperta, lavorando sui dettagli e sul gioco di squadra, senza mai farsi dire da qualcun altro dove si può arrivare. E soprattutto, non dimenticare che bisogna sempre accettare le sconfitte come medaglie preziose, perché in esse è nascosto lo slancio per uscire dalla crisi: «Forse sono stata la campionessa olimpica più longeva di sempre semplicemente per la possibilità che ho avuto di arrivare tante volte settima, quinta, o con altri piazzamenti di retrovia che certo nessuno ricorda. Tranne me. Sono caduta in acqua, tra le risate del pubblico e i ghigni delle avversarie persino… Ma, dopo ogni batosta, ho sempre trovato la forza di ripartire».
“Partiamo dalla fine” di Josefa Idem. Mondadori editore.
I primi passi del pontificato di papa Francesco hanno lasciato tracce profonde in tutti, credenti e non credenti, per il linguaggio familiare, la semplicità e la potenza dei suoi umili «segni», la sensibilità verso le emergenze sociali, dalla piaga della povertà al dilagare delle guerre, in ogni angolo del mondo. Ma sta emergendo con forza anche la profondità della sua sapienza dottrinale e l’originalità del suo approccio alle Sacre Scritture. Nelle riflessioni di Jorge Mario Bergoglio raccolte in questo ricchissimo testo – e declinate nell’orizzonte teologico della speranza – ritroviamo sia lo stile comunicativo denso di colore e vivida concretezza che ci è ormai familiare sia le questioni centrali del suo messaggio di pastore della Chiesa: l’ambizione che indurisce il cuore dell’uomo, la forza che gli deriva dalla preghiera e dalla ricerca del perdono, la necessità di una nuova dimensione della politica per superare la crisi della postmodernità e sconfiggere individualismo e totalitarismo, forme speculari della perdita di libertà della persona. Senza indugiare nell’astrazione dogmatica, Bergoglio mostra come la sua più pressante preoccupazione sia l’orientamento esistenziale del cristiano, che deve tornare a caricare su di sé le sofferenze del prossimo: «avvicinarsi a ogni carne dolente» senza timore, con la consapevolezza dei propri limiti e senza mai perdere di vista la corporeità della resurrezione di Cristo. La speranza legata a quell’evento glorioso è la sola energia capace di trasformare le nostre debolezze e sconfitte in forza e fiducia nella salvezza, sostenendoci nelle difficoltà di ogni giorno. Meditando sugli Esercizi di sant’Ignazio di Loyola e sulle Costituzioni gesuitiche, Bergoglio affronta anche il tema scottante della corruzione – nella fattispecie più odiata e odiosa, quella dei religiosi – e offre una soluzione valida per tutti, consacrati e laici, per scovare la radice della tenebra e trovare la via d’uscita. Il male, per lui, nasce dalla «stanchezza della trascendenza», che spinge l’individuo corrotto (servo di un tesoro che non è l’amore di Dio) a perdere il pudore, a non chiedere più perdono, a sentirsi capace di salvarsi senza Cristo, che invece non si stanca mai di perdonare. Perché è solo affidandosi a Lui che l’uomo smarrito dei nostri giorni può essere veramente libero e ritrovare il coraggio di «sperare contro ogni speranza».
“Non fatevi rubare la speranza” di Francesco. Mondadori editore.
«Non ho nessuna nostalgia del tempo perduto. Non era meglio allora. È meglio adesso. L’Italia in cui siamo cresciuti era più povera, più inquinata, più violenta, più maschilista di quella di oggi. C’erano nubi tossiche come a Seveso, il terrorismo, i sequestri. Era un Paese più semplice, senza tv a colori, computer, videogiochi. Però il futuro non era un problema; era un’opportunità.» Aldo Cazzullo racconta ai ragazzi di oggi la storia della sua generazione e quella dei padri e dei nonni, «che non hanno trovato tutto facile; anzi, hanno superato prove che oggi non riusciamo neanche a immaginare. Hanno combattuto guerre, abbattuto dittature, ricostruito macerie. Hanno fatto di ogni piccola gioia un’assoluta felicità anche per conto dei commilitoni caduti nelle trincee di ghiaccio o nel deserto. Mia bisnonna sposò un uomo che non aveva mai visto: non era la persona giusta con cui lamentarmi per le prime pene d¿amore. Mio nonno fece la Grande Guerra e vide i suoi amici morire di tifo: non potevo lamentarmi con lui per il morbillo. L¿altro nonno da bambino faceva a piedi 15 chilometri per andare al lavoro perché non aveva i soldi per la corriera: come lamentarmi se non mi compravano il motorino?». I nati negli anni Sessanta non hanno vissuto la guerra e la fame; ma sapevano che c¿erano state. Hanno assorbito l¿energia di un Paese che andava verso il più anziché verso il meno. Hanno letto il libro Cuore, i romanzi di Salgari, Pinocchio, i classici. Non hanno avuto le opportunità dell¿era digitale, scrivevano lettere e non mail o sms, ma proprio per questo hanno conosciuto il tempo in cui le parole avevano un valore. Basta piangere! rievoca personaggi, canzoni, film, libri e oggetti di un’Italia che si accontentava di poco: Yanez e Orzowei, il mago Silvan e le piste per le biglie, i Giochi senza frontiere e la Febbre del sabato sera, i miti dello sport e della musica, le mode effimere e i cambiamenti profondi. Attraverso il racconto degli ultimi decenni, Aldo Cazzullo ricostruisce l’inizio della crisi e il modo in cui se ne può uscire: i quarantenni, anziché beccarsi come i capponi di Renzo, si uniscano per cambiare il Paese. E i ragazzi smettano di piagnucolare per qualcosa che ancora non conoscono e che dipende soprattutto da loro: il futuro.
“Basta piangere!” di Aldo Cazzullo. Mondadori editore.
Sono passati cento anni esatti dalla sua nascita e Albert Camus è uno degli scrittori più letti e più amati del mondo. I romanzi Lo straniero, La peste, La caduta, i saggi filosofici Il mito di Sisifo e L’uomo in rivolta, che coniugano al massimo grado il senso dell’assurdità del vivere e il continuo risorgere della speranza e dell’impegno, vengono continuamente ristampati in tutte le lingue e appassionano nuove generazioni. Michel Onfray, tra i più noti filosofi viventi, gli ha dedicato questa imponente «biografia filosofica», un caso editoriale enorme in Francia, che testimonia finalmente la grande radicalità e originalità del suo pensiero. Nato ad Algeri, Camus apprese la filosofia nello stesso tempo in cui scopriva un mondo al quale rimase fedele tutta la vita: il mondo dei poveri, degli umiliati, delle vittime. Il mondo di suo padre, contadino morto in guerra, e quello di sua madre, donna delle pulizie incolta ma modello di virtù che Onfray definisce «mediterranee»: coraggio, senso dell’onore, modestia, dignità. La vita filosofica di Albert Camus, che fu edonista, libertario, anarchico, anticolonialista e visceralmente ostile a ogni totalitarismo, illustra pienamente lo svolgersi di questa «morale solare» e offre a tutti noi non solo pagine di grande lucidità e passione, come quella che Onfray nutre, e fa nutrire, per Albert Camus, ma anche un praticabile modello di vita e di pensiero. «Io stimo tanto più un filosofo quanto più egli è in grado di dare un esempio» è l’epigrafe nietzscheana di questo libro: e Camus è per Onfray, e certamente diverrà per molti lettori, il migliore esempio.
“L’ordine libertario. Vita filosofica di Albert Camus” di Michel Onfray. Ponte alle Grazie editore
Accade ancora che ci siano dei libri necessari, non solo per chi li scrive. Libri che sembrano generarsi da soli, per energia spontanea dell’istanza narrativa, così come un’essenza arborea nasce talvolta in un terreno insolito per la sua specie. Libri quasi mai catalogabili nei generi tradizionali (narrativa, testimonianza, saggio) e che a lettura ultimata lasciano nel lettore un germe che si sviluppa col passare del tempo. “La stanza dei fantasmi” appartiene a questa sorta di libri. Ci sono alcuni oggetti sulle scansie di una libreria privata, quella dell’autore: un misterioso pezzo di legno verniciato di rosso; la riproduzione dell’Auriga di Delfi; una foto, famosa, di alcuni signori che sfogliano i volumi di una biblioteca londinese semidistrutta dalle bombe; uno strano aggeggio veterinario; il ritratto di una giovane donna «dolce ridente» sotto un pergolato di glicine; altri reperti da rigattiere. Attorno a essi si aggrumano ricordi, ipotesi, fantasie; si cristallizzano storie individuali; passa la grande Storia del Novecento. Grazie alla scrittura, ricca e rigorosa, i ricordi diventano esperienza vissuta e narrazione partecipabile: i vari racconti, profondamente personali anche se mai autobiografici, confluiscono in quello che si potrebbe definire «romanzo storico». In queste pagine c’è la forza di uno sguardo che entra nelle cose e negli eventi, vi si mescola carnalmente, e a sua volta ne riceve il riflesso. C’è una memoria affettiva e nello stesso tempo distaccata («memorie imbrogliate» le chiama l’autore a un certo punto): dalla Grande Guerra alla «città dei morti ammazzati», la Palermo «animalescamente viva» di oggi, la storia effettuale diventa un gioco d’ombre mantenendo però tutta la sua tragica grevità. Perché la memoria storicizza la realtà e la grande Storia, nello scoscendere degli anni, diventa destino personale. Ed è questa sempre provvisoria ricomposizione che dà al libro di Corrado Stajano la sua autonomia vitale.
“La stanza dei fantasmi” di Corrado Stajano. Garzanti editore
Il sesso in Italia è da sempre parte inscindibile del potere politico, in un complicato gioco di presenza e assenza. Già dall’antica Roma i palazzi del potere e la Suburra hanno avuto intense relazioni, dipendendo, per consensi ed economia, gli uni dall’altra. Poco conta che a parole i politici spesso abbiano fatto ufficio di moralisti e di censori, sbandierando il vessillo della decenza e della famiglia, e che abbiano insistito con «fronte metallica» anche nel caso della più clamorosa, contraria evidenza. Nella storia turbinosa del Paese, nelle figure che più lo hanno segnato e che continuano a farlo – da Mussolini a Berlusconi, da D’Annunzio a Bossi – gli scambi tra i due ambiti non sono mai venuti meno, e dall’Unità d’Italia sembrano persino essersi moltiplicati. In questo libro Luca Scarlini indaga il sesso come forma di potere politico, giungendo fino agli esiti di cronaca dell’attualità. Un ritratto a tinte forti, ricco di una colorata, divertentissima aneddotica, dove si definisce la passione della politica nazionale per la seduzione del pubblico a qualsiasi costo, in un carosello di vizi privati (molti) e pubbliche virtù (poche).
“Il sesso al potere” di Luca Scarliin. Guanda editore.
Un libro che mancava. Il racconto dall’interno dei principali movimenti che si contendono potere e prestigio nella Chiesa. Non solo. Questi movimenti, di cui l’autrice traccia la storia e l’incredibile ascesa, appoggiata dal Vaticano, sono anche un’occasione per capire quanto la politica italiana sia dominata dal mondo cattolico più integralista. Gli esempi sono tantissimi. Dal premier Enrico Letta, cattolico di ferro, che appartiene all’Intergruppo per la Sussidiarietà, espressione di Comunione e liberazione, ai ministri Maurizio Lupi e Mario Mauro, di Cl. Contiguo a Cl è anche il ministro Flavio Zanonato. Paola Binetti è numeraria dell’Opus Dei; l’onorevole del Pd Maria Letizia De Torre è dei Focolari; Raffaello Vignali del Pdl è stato presidente della Compagnia delle Opere. Formigoni è memor domini di Comunione e liberazione e Raffaele Bonanni, sindacalista della Cisl, fa parte del Cammino neocatecumenale, come il ministro Graziano Delrio. La lista è lunga. I movimenti raccontati in questo libro, insieme ai loro leader carismatici (da Marcial Maciel Degollado dei Legionari di Cristo, condannato alla damnatio memoriae per reati sessuali, a Kiko Argüello e Carmen Hernández dei Neocatecumenali), rappresentano una delle sfide più ardue per il nuovo papa. Francesco lotta per una Chiesa aperta, dalla parte dei poveri e degli ultimi, oltre ogni lobby. Ce la farà? Solo la storia potrà dirlo. L’importante però è conoscere, per capire. E questa preziosa inchiesta consente di farlo.
“Le lobby del Vaticano” di Carlotta Zavattiero. ChiareLettere editore.
FUMETTI
Decine di straordinarie vignette inedite accompagnate da un’imperdibile raccolta dei migliori fumetti con protagonista il gatto più simpatico del mondo. E inoltre una sezione esclusiva per imparare a disegnare come Simon Tofield.
“Il grande libro di Simon’s cat” di Simon Tofield. TEA editore.
VARI
Pianista, bandleader e compositore trai più originali del Novecento, in cinquant’anni di attività Sun Ra (1914-1993) ha disegnato una vera e propria «storia parallela» del jazz, non soltanto allargandone lo spettro espressivo – contaminando lo swing con il funk, il free jazz con l’elettronica – ma anche arricchendolo di fantasiosi elementi extramusicali: coreografie coloratissime, costumi, danze esotiche, e soprattutto leggende. Nelle interviste, nei suoi scritti, nelle sue poesie, Sun Ra indossò infatti sempre i panni del grande visionario: presentandosi come il discendente del dio egizio del Sole o sostenendo di essere arrivato su questa terra da Saturno; promuovendo il mito del viaggio nello spazio come metafora del ritorno in Africa dei neri americani; incoraggiando la ricerca umana del divino e della spiritualità, di cui la musica avventurosa e imprevedibile della sua «Arkestra» doveva essere il veicolo privilegiato. Questa biografia ci permette per la prima volta di addentrarci nella storia (e nelle storie) di Sun Ra: musicista e filosofo, mistico e profeta, inventore di cosmogonie e creatore di mondi alternativi da cui è impossibile non rimanere stregati.
“Space is the place. La vita e la musica di Sun Ra” di John F.Szwed. Minimum fax editore.
“Smettila di reprimere tuo figlio” contiene la mappa per la crescita felice che consente di prevenire e risolvere le più comuni sfide e i problemi che attanagliano i genitori di oggi, alle prese con la crescita dei loro figli, attraverso 5 passi: 1 – La Formula per ottenere la Complicità tra genitore e figlio; 2 – La Formula per assecondare i Codici di Madre Natura; 3 – La Formula per mantenere tuo figlio in ottime Condizioni di salute: 4 – La Formula per garantire a tuo figlio il giusto Cibo; 5 – La Formula per vivere nella Consapevolezza. Il libro di Roberta Cavallo e Antonio Panarese è stato scritto dopo l’esperienza di gestione per cinque anni di un centro per bambini disagiati in affido familiare. Contiene la presentazione di oltre 30 casi pratici dei problemi più comuni dei genitori: dalle coliche al raffreddore, dai capricci ai pianti continui, dalle difficoltà con i compiti al continuo bisogno di attenzione, dall’otite alla tosse, dagli incubi notturni alle gelosie fra fratelli e sorelle.
“Smettila di Reprimere tuo Figlio” di Roberta Cavallo e Antonio Panarese. Uno Editore.
Le grotte sono l’ultima frontiera dell’esplorazione. L’acqua scorre dentro le montagne, vi scava abissi, costruisce immensi reticoli tridimensionali, profondi e tenebrosi. Questi vuoti sono geografie lontane e invisibili. Lì, sottoterra, non arriva l’occhio dei satelliti, non funzionano né radio né telefoni. Per sapere cosa c’è oltre il buio, bisogna proprio andarci. Ed è un viaggio che soltanto gli speleologi intraprendono: illuminano per la prima volta luoghi mai visti, ne disegnano i confini sulle carte, gli dànno i nomi. Di questo ci racconta, con sguardo ironico e curioso, Natalino Russo, tra i più attivi e poliedrici speleologi italiani. Attingendo alla sua ventennale esperienza, l’autore narra di grotte grandi e piccole, e degli uomini che le scoprono, le esplorano, le documentano, si battono per proteggerle. È un viaggio affascinante nelle tre dimensioni delle montagne e nelle correnti d’aria che le attraversano. In queste pagine scopriamo che anche le grotte respirano.
“Il respiro delle grotte” di Natalino Russo. Ediciclo editore.
Viaggiare a cavallo è vivere una complicità spirituale con una mole animata e fremente di muscoli e nervi scattanti. Ma è anche l’esperienza, diversa da ogni altra, di “entrare nel paesaggio”, di sentirsi, attraverso la propria cavalcatura, parte stessa del paesaggio. Galoppare a spron battuto nel bosco coi bagliori della luce tra il fogliame, nell’aria piena dei sentori delle criniere, sentire lo stretto contatto con l’incavo della sella e con la groppa dell’animale; oppure scegliere un’andatura più lenta, puntando lo sguardo all’orizzonte, cullati in una danza sospesa sul mondo intorno. Viaggiatori sospesi, ma anche ben piantati a terra, in virtù del legame di responsabilità parentale che unisce il cavaliere al cavallo: prendersi cura della qualità del suo foraggio, il profumo di una manciata d’orzo, dell’erba appena sfalciata; ripetere ogni giorno i gesti ancestrali del pulire gli zoccoli, strigliare e spazzolare il mantello, la criniera, la coda, spugnare il muso… È proprio nell’andatura così piena di odori e umori forti, talvolta violenti, che il viaggiatore a cavallo diventa inevitabilmente cavaliere errante ed entra a far parte della confraternita dei gauchos della Patagonia, delle guide Sioux, dei falconieri mongoli, dei predoni arabi.
“La libertà del cavalcare” di Laurence Bougault. Ediciclo editore.
Che si tratti di focaccia ligure, piadina o alici fritte, mozzarella in carrozza, würstel e crauti o di olive all’ascolana, panzerotti, lampredotto o pane e panelle oppure di un dolcissimo babà… il cibo di strada compone un variegato mosaico dalle Alpi alla Sicilia: segno di una tradizione ben viva nel cuore del centro storico delle città italiane. Ma è anche un fenomeno di moda al quale guardano gli eventi del settore (Salone del Gusto), le riviste, i grandi Chef. Scopriamo così un patrimonio giovane e antico da ricercare nei mercati rionali e nelle piazze d’Italia o da riproporre con successo, in cucina, per un pranzo in piedi, una festa per ragazzi o all’ora dell’aperitivo. Dopo una brillante introduzione di storia e costume, con testimonianze e interviste (dal trippaio di quartiere a Gualtiero Marchesi), gli autori ci presentano oltre 55 ricette pazientemente raccolte da un capo all’altro della Penisola. Ricette e fotografie sono il risultato di un viaggio dall’Alto Adige alla Sicilia. Ne scaturisce un volume molto vivace e certamente originale. In apertura, 5 ricette d’autore: grandi Chef stellati rivisitano un piatto della tradizione di strada.
“Street food all’italiana” di Clara e Gigi Padovani. Giunti Editore
“Eddy non dimenticherà mai il giorno in cui, tornando da scuola, trovò a casa un cocker spaniel dal manto dorato. Erano andati a prenderlo il papà e la mamma e glielo avevano fatto trovare proprio il giorno del suo compleanno. Eddy era il bambino più felice del mondo.” Eddy oggi vive in un agriturismo immerso nelle colline emiliane, con la donna che ama, in compagnia di molti animali. Ma il suo percorso esistenziale è stato molto accidentato: la scomparsa del padre, le incomprensioni con il resto della famiglia, la difficoltà nello scoprire qual è il suo posto nel mondo e tutte le altre tensioni che animano qualsiasi giovane alla sincera ricerca di sé. Eddy, per sua fortuna, non è mai stato solo: ha sempre avuto una grande passione per i fratelli e le sorelle del regno animale. Una passione ricambiata soprattutto dai cani. Proprio la presenza continua e fedele di tanti amici a quattro zampe scandirà le tappe della sua crescita, fino al passaggio decisivo: quello che dall’amore per gli animali conduce inevitabilmente all’amore per la vita e le persone che si incontrano lungo il cammino. Edoardo Stoppa, il fratello degli animali di “Striscia la notizia”, racconta la storia di un ragazzo che, esattamente come lui, crede che gli animali siano stati creati dalla natura per rendere migliore il mondo degli uomini. E ci riescono ogni qualvolta gli esseri umani glielo permettono.
“Quattro zampe e un amore“ di Edoardo Stoppa. Mondadori editore.