Autore: Veladiano Maria Pia
Casa Editrice: Einaudi editore
Genere: meditazioni
Pagine: 133
Prezzo: 12.00 €
Il titolo è già dichiarazione d’intenti: Ma come tu resisti, vita, una citazione dai versi di San Giovanni della Croce, mistico e poeta spagnolo vissuto nel 1500, fondatore dei Carmelitani Scalzi, ordine votato alla preghiera e alla contemplazione.
Laureata in filosofia e teologia, Mariapia Veladiano ci guida in un percorso di riflessione su dolore e sofferenza, per esortarci a non farne la pigra scusante del nostro egoismo. “Accomodati dentro un sentire obbligato, ci si scopre alla fine di tanti giorni a sorpresa già passati, infelici e perciò cattivi più di quel che siamo. E capita che ce ne accorgiamo. E allora è bello parlare” (pag. 1).
Gli argomenti sono suddivisi in tre categorie: Sentimenti, Azioni e Parole. Se i primi possono apparire più scontati, è nelle Azioni e nelle Parole che si trova la maggiore originalità di temi. L’autrice utilizza un’elegante prosa poetica per condividere le proprie meditazioni quotidiane, offrendo al lettore riflessioni su termini il cui abuso sembra aver rubato profondità, parole di cui abbiamo dimenticato il potere. “Di parole si può morire. Non solo di male parole che strangolano insieme l’anima e il cuore. E tante sono le parole del giudizio: da qui non viene niente di buono, ma come si fa? Neanche le bestie. Al quadrato ignoranti, di uomini e di animali” (pag.121).
Ciascun argomento occupa poche righe, quasi sublimato in frasi intense, da centellinare senza fretta, pena lasciarsi sfuggire interessanti sfumature di significato. Un testo che richiede concentrazione e qualche rilettura, perché spesso il punto di vista espresso è così inedito da lasciare spiazzati. Inoltre la ricerca di una scrittura poetica ed evocativa, pur estremamente gradevole e musicale, non sempre favorisce l’immediatezza della comprensione.
Nell’introduzione l’autrice racconta di aver affrontato “ogni mattina una parola”, distaccandosi dal “fatto del giorno” per evitare un eccessivo coinvolgimento emotivo. Probabilmente, è il ritmo con cui il libro andrebbe letto, senza l’obbligo di affrontare i capitoli nell’ordine proposto e aggirando i temi che ci turbano maggiormente, per riuscire a meditare con l’adeguato distacco.
È un libro intriso di fede, anche se Mariapia Veladiano non dimentica di rivolgersi con grazia anche al lettore scettico, senza traccia di rimprovero o condanna. “Siamo certo liberi di dubitare, ma come si legge nel Libro di Tobia, sarà bello poi scoprire, fosse solo alla fine della vita, che uno degli arcangeli ci ha accompagnati, e che anche noi per gli altri un po’ arcangeli siamo stati” (pag. 99).
La fiducia nelle doti dell’umanità rende il testo interessante anche per i non credenti, per i quali resta però più difficile lasciarsi coinvolgere appieno dalla lettura, soprattutto quando le angosce e i dolori quotidiani si sciolgono di fronte alla contemplazione del divino.