Autore: Agosti Giovanni
Data di pubbl.: 2011
Casa Editrice: Feltrinelli editore
Genere: Saggi
Pagine: 93
Prezzo: 9
Questo libro è riservato agli addetti ai lavori? Sarebbe meglio di no.
Giovanni Agosti addetto ai lavori lo è: storico e critico d’arte, attualmente insegna all’Università Statale di Milano dopo aver lavorato per le Soprintendenze di Mantova e Firenze.
E dalla sua posizione ‘privilegiata’ ci tratteggia in sette capitoletti (gli articoli comparsi sul “Manifesto” per la rubrica “Alias” tra giugno e luglio 2011) le storie e i percorsi – discendenti sin dagli anni Ottanta – di alcuni luoghi depositari della cultura e di alcune strutture espositive milanesi.
Lo fa con la consueta sicurezza di giudizio che supporta un succedersi serrato di nozioni e aneddoti, e con lo stile incisivo che possiede anche l’Agosti oratore.
Le istituzioni chiamate in causa sono: la Biblioteca d’Arte e la sua distaccata emeroteca in via Cimarosa, la mai “Grande” Brera, Palazzo Reale assieme alla parabola delle sue esposizioni temporanee, il PAC, il Museo dell’Ottocento (e basta?), il CIMAC, il CASVA e il neonato Museo del Novecento.
Ma compaiono anche alcune case editrici d’arte coi cataloghi che hanno accompagnato e presentato i luoghi sopra citati: Electa, Skira e Silvana Editoriale.
Soprattutto il filo conduttore del percepito degrado morale, politico e stilistico è il mutare delle giunte con nomi e fatti precisati.
I nomi dei responsabili della situazione in cui ci troviamo io li so: spesso ne stilo gli elenchi, meccanicamente: qualcuno è morto e qualcuno è vivo, qualcuno ha agito male consapevolmente e qualcuno no; e c’è anche chi si è ravveduto in corso d’opera e ha cambiato cavallo.
Agosti pare suggerisca di rovesciare, o quantomeno mescolare, i valori e le priorità: a fronte dei successi di Palazzo Reale, chi ha visitato la chiesetta preziosa di San Gottardo in Corte che si trova proprio lì a fianco? E il museo Poldi Pezzoli?
Quel che eleva questo volumetto a testimonianza per il cittadino è l’approccio di quest’uomo alla storia dell’arte, che è fusa e scorre assieme alla cultura e alla sua società perché La storia dell’arte libera la testa, per citare un indelebile sottotitolo di un altro libro dell’autore.
Leggere, e riflettere, per credere.