Autore: Virginia Virili
Titolo: Le ossa del Gabibbo
Editore: Feltrinelli
Genere: romanzo
Numero di pagine: 279
Anno di pubblicazione: 2012
Prezzo: € 15,00
Virginia Virilli, autrice teatrale, attrice a performer, nel suo romanzo d’esordio, “Le ossa del Gabibbo”, racconta la storia della malattia di sua madre, chiamata nel romanzo Picozzi o Picozzini, intrecciandovi indissolubilmente il suo rapporto con i genitori e la famiglia, e la storia della sua generazione. Il fulcro di tutto il romanzo è l’intreccio tra la malattia e la personalità di chi è malato, Picozzi, la mamma, quella le cui ossa, così sottili quando escono dal vestito, assomigliano ai piedi di un Gabibbo visto una volta senza i piedi travestiti. Virginia scrive: «La Sclerosi Multipla di Picozzi, intendo, è stata un capolavoro. Il suo decorso, infatti, a vederlo con chiarezza, è stato così articolato e vario e non scontato che più volte ho pensato che mia madre in persona stesse pilotando tutto, offrendoci così la massima espressione della sua arte». La madre nelle sue reazioni ai sintomi, nel suo modo così caratteristico di minimizzarli, ma anche di aggredirli con sarcasmo, è delineata come un’identità polemica, conflittuale, talvolta scomoda e profondamente anti-conformista. Virginia Virilli sostiene la tesi inusuale e suggestiva che la malattia sia uno strumento espressivo, che le “variazioni spettacolari sui sintomi” siano vere forme artistiche: «Se un giorno, nel futuro, le malattie verranno valutate come forme di espressione artistica, be’, allora quelli che una volta ammalati non giocheranno a intrecciarcisi, e non le disorienteranno con i propri stati d’animo, e non si prenderanno del tempo per fare variazioni supremamente spettacolari sui propri sintomi – ma se ne staranno come il lesso in pentola e diventeranno subito scavati e grigi in viso e perderanno capelli e si deformeranno in fretta andandosene via alla bell’e meglio -, avranno lasciato né più né meno un capolavoro incompiuto».