La città della stella – Sebastiano Ruiz Mignone, Sonia Maria Luce Possentini

Titolo: La città della stella
Autore: Possentini Sonia Maria Luce, Ruiz Mignone Sebastiano
Data di pubbl.: 2016
Casa Editrice: Edizioni Gruppo Abele
Genere: libro per l'infanzia
Pagine: 64
Prezzo: 18,00

Capita spesso che gli adulti si pongano il problema di come raccontare ai bambini, con sensibilità pur tuttavia senza nascondere la dura realtà dei fatti, una tragedia sconfinata quale quella della Shoa. L’albo illustrato La città della stella che le Edizioni del Gruppo Abele ci propone può essere un valido strumento e un prezioso aiuto.

Sebastiano Ruiz Mignone, affermato autore, e Sonia Maria Luce Possentini, sensibile illustratrice, hanno saputo trovare le parole e le immagini giuste per parlare ai bambini dello sterminio degli ebrei durante la Seconda Guerra Mondiale. E’ importante che si producano e diffondano testimonianze di questo tipo, ma ancor più importante è che ciò venga fatto con attenzione e sensibilità all’età a cui si propongono. Gli autori si sono avvicinati quasi in punta di piedi all’argomento, utilizzando un linguaggio semplice e schietto. La trama è narrata in prima persona da  un ragazzino. Ha un amico che come l’io narrante ha 14 anni, l’età dei giochi, si chiama Honza ed è forte e generoso e sempre pronto a incoraggiare gli altri, soprattutto i più piccoli. Porta una stella cucita sul cappotto che non ha scelto lui di indossare e che proprio non gli piace. Tutti i bambini che vivono in quel posto, il ghetto di Terezin, non amano quella stella, vorrebbero strapparla e sentirsi liberi. Terezin fu il maggior campo di concentramento della Cecoslovacchia operante dal 1941 al 1945 con la più alta concentrazione di detenuti bambini. Il nucleo centrale, la cosiddetta “piccola fortezza”, aveva la forma di una stella. Questo luogo di deportazione di migliaia di ebrei fu addirittura considerato dalla stampa nazionalsocialista di Hitler “modello di insediamento ebraico”.

A Terezin i bambini hanno un’unica valvola di sfogo: i disegni e la musica “la musica ci scaldava i cuori ed era l’unica consolazione. Ascoltandola la speranza tornava” e in questi momenti di evasione i bambini deportati sognano un mondo diverso, così per gioco mettono in scena la storia di Brundibar. Honza stesso interpreta questo fantasioso personaggio, mascherandosi con un bel paio di baffi scuri per sembrare più vecchio. Nessuno voleva impersonarlo perché aveva una gran brutta fama di cattivo. Honza sapeva anche le parti degli altri bambini e ce la metteva tutta per farli divertire. Aiutati dalla musica di un vecchio e sgangherato pianoforte si poteva sognare di riabbracciare le mamme e i papà che si erano perduti e di vivere felici in un altro luogo. Ma passa  il tempo e in continuazione arrivano treni che portano via le persone: destinazione Auschwitz. Laggiù viene controllata l’altezza dei bambini: per avere salva la vita bisogna raggiungere i 150 cm. di altezza, ma Honza ne misura soltanto 149!

La città della stella  pur non essendo un libro di grande formato è denso di contenuti. Il testo è toccante e le illustrazioni sono evocative. Quella di Honza e dei suoi amici è una storia di amicizia, di speranza e di desiderio di libertà. Per tutti questi motivi il libro potrebbe trovare anche nelle bibliotechine scolastiche un posto adatto.

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