Autore: Alfredo Stoppa
Genere: romanzo breve
Pagine: 120
Prezzo: 9.50 euro
“Basta una luna tonda” racconta un viaggio nel tempo nel quale si incrociano due storie: quella dei componenti di una squadra di calcio, la Lecchese degli anni ’30 e quella di una combattente partigiana del Friuli.
L’autore-narratore è un pendolare del tempo, acuto osservatore contemporaneo, che guarda a questo mondo con distacco e lucido pessimismo. Mentre le ruote ferrate del vagone macinano chilometri si vive una sensazione di perenne malinconia: i tempi di oggi non sono quelli degli anni Trenta e l’esempio di ribelli, combattenti per la libertà si fa quasi doloroso guardando i comportamenti dei giovani passeggeri che occupano i vagoni. Le storie esemplari sono forse una medicina? Sembra crederlo l’autore quando ci fa apparire Erno, allenatore ebreo morto a Superga.
Il libro infatti è anche un inno al calcio, sport che quando è vissuto con autentica passione diventa metafora della vita.
Con una prosa mista tra il concreto e il visionario, ricca di potenti citazioni poetiche, Alfredo Stoppa ci trasporta avanti e indietro nel tempo e nello spazio, cogliendo il cambiamento che stiamo vivendo e che per ora ci appare più buio che luminoso.
“Signor Erbstein, cosa vietavano quelle leggi maledette?”
Il treno romba.
“Non sento”
“Cosa non potevate essere, fare, sognare?” (pag.45)
La risposta di Erno arriva nella confusione del treno che parte. E noi invece cosa non possiamo?
