Mauro Saracino racconta Dunwich Edizioni, una casa editrice digitale, nata con l’obiettivo di pubblicare e promuovere romanzi horror, thriller e mystery. Digitale, perché credono che la nuova ondata tecnologica possa dare una grande spinta alla lettura garantendo una fruibilità del libro più immediata e a costi contenuti.
- La vostra casa editrice tratta romanzi horror, thriller e mystery in digitale perché questa scelta?
Non solo digitale in realtà, anche perché altrimenti difficilmente avremmo partecipato al Salone del Libro. Puntiamo di sicuro molto sul mercato elettronico, al momento la nuova frontiera dell’editoria. Allo stesso tempo però cerchiamo di soddisfare le richieste dei lettori legati al supporto cartaceo ed è per questo che gran parte delle nostre pubblicazioni segue il doppio formato. Quanto ai genere trattati, cerchiamo di dare spazio a tematiche troppo spesso relegate ingiustamente in secondo piano. Abbiamo quindi cinque collane dedicate rispettivamente all’horror, allo steampunk, al paranormal romance e al thriller. Infine, siamo lieti di essere i primi a offrire una collana dedicata a storie che miscelino musica e horror: Morte a 666 giri.
- Quali sono i servizi che offrite?
Leggiamo i testi e, una volta passata la selezione, l’autore entra a far parte della scuderia a tutti gli effetti. Viene seguito nel processo di editing del manoscritto, processo molto importante che viene svolto insieme, fino alla pubblicazione. L’opera poi viene promossa il più possibile, attraverso l’invio di promo, la realizzazione di interviste e la partecipazione a eventi. Il tutto senza dimenticare ovviamente una veste grafica accattivante e in linea con il titolo: le nostre copertine sono infatti realizzare da un grafico di grande talento che ha già lavorato con band e scrittori internazionali.
- Ci può descrivere il vostro concorso “Ritorno a Dunwich”?
È stata un’esperienza molto costruttiva. Ci rifacciamo molto a Lovecraft – come si intuisce di certo dal nome che abbiamo scelto per la casa editrice – e abbiamo scoperto che c’è una grossa esigenza da parte dei lettori. Non solo la partecipazione a questa antologia-tributo dedicata al Solitario di Providence è stata fantastica ma anche i risultati di vendita sono stati molto incoraggianti. Motivo per cui pensiamo di ripetere l’esperienza nella seconda metà del 2014, sempre con la collaborazione del portale Letteratura Horror. Una sorta di Ritorno a Dunwich 2, in cui speriamo di scoprire nuovi autori in grado di riportare in vita i Grandi Antichi.
- Quali sono i vostri progetti futuri?
Abbiamo da poco firmato un contratto con una casa editrice americana per portare in Italia cinque dei loro titoli migliori, quindi da quest’anno la Dunwich alternerà pubblicazioni di autori italiani con altre di scrittori esteri. Per inaugurare la collana rosa, che uscirà proprio in occasione del Salone del Libro di Torino, abbiamo accolto nella nostra scuderia la scrittrice statunitense Jennifer Sage (con Keltor, primo capitolo della saga The Guardian Archives) e la spagnola Diana Al Azem (con Evadne, la Sirena Perduta). Altri sette titoli sono previsti nel 2014 e spazieranno dall’horror al thriller, senza dimenticare lo steampunk. Tra gli altri, avremo anche una rivisitazione in chiave zombesca di un classico di Verne e vedremo anche due inediti Stan Lauren e Oliver Hardy trasformarsi in vampiri assetati di sangue. Stiamo inoltre lavorando proprio ora alla prima edizione del concorso Morte a 666 giri per inaugurare l’omonima collana.
- Cosa vi aspettate dalla partecipazione al Salone del Libro di Torino?
Di farci conoscere da una nuova fetta di pubblico con la presentazione di Ultima – la Città delle Contrade (e della nostra collana steampunk in generale) e, perché no, incontrare tutti i nostri autori e lettori in una grande festa del libro. Un libro dalle pagine grondanti sangue e oscurità.