Autore: Valandrey Charlotte
Data di pubbl.: 2012
Casa Editrice: Longanesi editore
Genere: Romanzo
Pagine: 336
Prezzo: 14.90
Una storia vera, che prende allo stomaco e a cui il lettore si sente avvinghiato fino all’ultima pagina. “Il mio cuore sconosciuto” è l’autobiografia dell’attrice francese Charlotte Valandrey (nota per la serie televisiva Il commissario Cordier), che prima racconta la sieropositività scoperta a 18 anni e poi il trapianto di cuore nel 2003, reso necessario dalla triterapia per combattere il virus Hiv. E tanto se ne parla che si è quasi portati a pensare che il vero protagonista del libro sia proprio il cuore nella sua doppia veste, pompa per il sangue e custode dei sentimenti d’amore. Così il libro è un mezzo che permette di ritrovare la libertà dal silenzio: il raccontarsi non per spiegarsi ma per far cadere pregiudizi e dare fiato all’unica voce che può esprimere cosa realmente questo cuore ha passato e come continua a vivere.
A Charlotte non manca la volontà di affascinare nonostante il suo aspetto esile o il suo pallore, così la si sente gridare in tono dolcemente ironico: “Ho diritto alle mie civetterie!”. Orgogliosa delle sue origini bretoni, pensa al padre che le è stato accanto nelle degenze in ospedale e alla famiglia che ha dovuto scontrarsi con un male difficile da accettare socialmente. L’autrice non risparmia i dettagli intimi del suo stato di salute, riporta con precisione le condizioni della sua pelle martoriata dalle analisi e – come se fosse lei stessa un medico – indica le dosi di ogni medicinale. Charlotte emerge come una donna che nella sua forza, non cela il timore di “soccombere all’egoismo dei malati” o “di non saper essere allegra”, eppure il lettore si trova al contempo travolto dalla sua carica vitale e dalla grande autoironia. Le si scalda il cuore quando riceve migliaia di lettere da persone che la incitano, le mostrano vicinanza e la ringraziano per essere riuscita a raccontare la verità su di sé e sulla propria malattia come magari molti di loro non hanno saputo fare. “La lettura di queste confessioni di dolore, d’impotenza, di solitudine, da parte di persone costrette al silenzio dai loro stessi cari, mi fa soffrire. Eppure sento che è mio dovere leggere tutto, sapere tutto”. Ancora, “in questo fiotto di realtà trovo a volte con delizia la mia droga preferita: la follia d’amore”.
Nella vita di Charlotte entrano tanti amori, diversi: quello per la figlia Tara e quello per il medico che ha sostituito il suo cardiologo, quello per l’amica Lili con cui affronta anche un viaggio in India e infine quello per Yann il marito della donatrice del suo cuore. L’amore è il suo desiderio più alto. Charlotte ricorre spesso a dei veggenti per conoscere chi sarà l’amore della sua vita. Ad un certo punto, due anni dopo il trapianto, un pensiero inizia a tormentare Charlotte e guida la narrazione conducendo per mano il lettore pagina dopo pagina: a chi apparteneva il cuore che ora lei ha in petto? Charlotte vuole scoprirlo, sente frammenti della vita di un’altra persona dentro di sé, sogna fatti che sembrano realmente accaduti ad un altro corpo a cui si sente legata ed inizia stranamente a cambiare i propri gusti. Lo straordinario effetto romanzato dell’autobiografia è del tutto naturale, dato dalla casualità di fronte a cui ci mette la vita in alcuni momenti: una casualità che non è fine a se stessa e questo Charlotte lo ha imparato presto. Come l’amore non ha il volto che ci si aspetterebbe, così “il futuro non è mai una proiezione lineare e immutata della situazione presente”.
“Il mio cuore sconosciuto” è un libro che si legge tutto d’un fiato e lascia affiorare domande ricche di “perché” e di “se”: forse, proprio per questo, è molto più di un’autobiografia.