
Data di pubbl.: 2025
Pagine: 324
Prezzo: € 18,00
L’Aquila, aprile 2022. Laura Scimia è rimasta vedova di recente. Vedova e madre di una figlia adolescente e di un ragazzino di nove anni, Guido, afflitto da un tumore e sotto chemio. Una vita faticosa e difficile. Eccoli, dunque, che tornano come ogni giorno a casa, dopo la scuola per i ragazzi e il lavoro per lei, solo per vedersi aggrediti da un essere massiccio, avvolto in una tuta informe, una mascherina chirurgica sul volto, scarpe pesanti e un berretto da cui spuntano capelli neri. Vengono accecati da uno spray urticante, immobilizzati da fascette ai polsi e addormentati da un narcotico. E quando Laura si risveglia, libera da ogni costrizione, quello che vede è l’orrore: i suoi figli sedati e un biglietto che le impone di scegliere – ha solo cinque minuti per iniettare l’unica dose di antidoto – quale dei due sopravviverà alla morfina che sta sgocciolando nei loro corpi. Laura sceglierà perché non può fare altro, ma la sua disperata chiamata al pronto intervento farà scattare le indagini. A occuparsi del caso è il trentottenne ispettore Gianni Lovita con il suo capo, il vice questore Paolo Todaro, ipocondriaco e un po’ posa piano, seguiti dalla PM Daniela Colaianni con la quale Gianni ha da qualche tempo una storia traballante. Già, perché l’ispettore Lovita non è solo a questo mondo. Dopo la morte del padre, prima, e di recente quella della madre, deve occuparsi della sorella Pia, di dieci anni più vecchia di lui e affetta da autismo. Pia vive in un mondo tutto suo, fatto di regole rigide e tempi da rispettare al secondo; di distanza dagli altri e una quasi totale incapacità di comunicare; di orrore per i rumori troppi forti, ma soprattutto da una sfrenata passione per i gialli che si tramuta nel guardare in modo ossessivo sulle cassette VHS i serial dell’ispettore Coliandro e de La signora in giallo. E Gianni, se la vicina di casa Anna Ruscitti, anche lei con i suoi bei problemi domestici, non può aiutarlo, è costretto a portarsi dietro la sorella con tutti gli inconvenienti del caso. Difficile capire cosa animi l’assassino. Un killer missionario? Forse. Uomo o donna? Chissà. Molti i sospettati che aumentano con il secondo omicidio ai danni della famiglia Fonzi: madre in chemio, figlio appena uscito da una rottura del femore. Gianni, Todaro e la Colaianni si domandano se non sia il caso di cercare in ambiente ospedaliero. Potrebbe essere lo psicologo Lelio Pastore che seguiva sia il piccolo Guido che la moglie di Fonzi. Potrebbe essere l’infermiera Marchetti o qualcuno del Pronto Intervento. Potrebbe essere chiunque perché le vittime, sotto shock, sono di ben poco aiuto e l’unica testimone oculare è un’anziana in apparenza poco attendibile. È più brava Pia con i suoi enigmatici suggerimenti a indicare al fratello la via da seguire.
Massimo Tivoli, finalista con questo libro al Premio Tedeschi 2024 per il miglior giallo inedito, ora pubblicato da Giunti, costruisce una trama, che si dipana nell’arco di sei giorni, arricchendola di mille risvolti psicologici e personaggi corposi e intensi, e ambientandola a L’Aquila, magnifica città, ancora ferita dal terremoto del 2009, e lo fa con rara bravura.