Data di pubbl.: 2023
Pagine: 169
Prezzo: € 16,00
Il Novecento che ci manca è quello da cui abbiamo ancora molto da imparare. In questo occupano un posto di rilievo gli irregolari: scrittori, pensatori e intellettuali che hanno deciso di essere liberi e di non appartenere, anteporre sempre la verità agli interessi particolari di un’ideologia.
Pierluigi Battista in I miei eroi scrive di tre grandi irregolari: Hannah Arendt, Albert Camus e George Orwell.
« Tre figure intellettuali che sono state splendidamente capaci di restare integre – diciamo, così fedeli a sé stesse – negli anni bui e incandescenti e tragici che hanno insanguinato il Novecento delle guerre e dei totalitarismi, degli stermini e dei lager variamente denominati. Che hanno detto no alla militarizzazione della cultura e della politica, colpevoli di aver ammorbato e sfigurato il pensiero di gran parte degli intellettuali del secolo».
Albert, il filosofo, lo scrittore e l’uomo, profondamente libertario con il suo vocabolario di rivolta, coscienza libera che ha sempre navigato in mare aperto, rifiutando approdi ideologici e porti dogmatici. George, un autentico socialista libertario che con le parole ha raccontato il mondo, combattuto le reticenze e le omissioni del potere, le bugie della storia, le menzogne dell’ideologia, sempre schierandosi dalla parte dell’uomo e del libero pensiero.
Hannah, la pensatrice irregolare che ha scavato nelle origini brutali del totalitarismo mostrando scomode verità che hanno a che fare con quella banalità del male che ha sempre fatto comodo ai carnefici di ogni ideologia.
Pierluigi Battista con una scrittura appassionata e viscerale entra nel mondo interiore e esistenziale dei tre grandi irregolari, scava nelle loro vite senza trascurare nessun dettaglio.
Interessante questa visione non allineata su questi tre irregolari, battitori liberi che non hanno accettato di scendere a patti con la crudeltà ideologica della Storia, che non si sono arresi e con la libertà nel cuore e nel pensiero non hanno mai stipulato compromessi con la propria epoca e con la scena culturale che li ha isolati.
Omaggio alla Catalogna, Le origini del totalitarismo e L’uomo in rivolta sono i capolavori della vita culturale e politica di Pierluigi Battista.
Tre irregolari che gli hanno cambiato la vita insieme a molti altri che come Camus, Arendt e Orwell che hanno attraversato in Novecento ripudiando in nome della libertà le sue orrende brutture ideologiche e totalitarie, opponendo a viso aperto un fermo e deciso no nel nome della libertà di pensiero.
Battista parlando dei suoi tre eroi cita nel suo libro altri irregolari che hanno combattuto a viso aperto l’ottusità ideologica.
Doveroso il suo omaggio a Nicola Chiaromonte, Walter Benjamin, Arthur Koestler.
Gli eroi di Pierluigi Battista sono anche i nostri, perché oggi più che mai abbiamo bisogno di intellettuali con il coraggio di suonare l’allarme e della loro onestà di visione, di un sentire la parola, come punto non negoziabile della loro presenza.
Dove sono finiti gli intellettuali? Quelli che non hanno paura di importunare il manovratore e schierarsi contro il nichilismo politico che prescrive per il Paese soltanto zuccherosi placebo a base di nulla. Li troviamo comodi nella fogna del pensiero unico.
Oggi invece l’intellettuale ha deciso di morire ortodosso, diventando una minaccia per il libero pensiero.
Quanto ci mancano gli irregolari, quanto ci mancano Hannah Arendt, Albert Camus e George Orwell. Quanto ci manca quel Novecento corsaro e eretico da qui abbiamo ancora tanto da imparare.