Il ritratto di un artista unico, sofisticato e pop,
e il racconto del suo viaggio dentro il mistero di sé
Paolo Virzì
La conferenza stampa di presentazione al Torino Film Festival TEMPORARY ROAD (UNA) VITA DI FRANCO BATTIATO comincia con Giuseppe Pollicelli e Mario Tani, i registi, che danno una spiegazione del titolo del documentario: “Temporary è per evidenziare che è qualcosa che avviene oggi ma che potrebbe avvenire in qualunque altro tempo. La parentesi di (UNA) nel sottotitolo, fa riferimento ad un’idea di transizione e di reincarnazione che caratterizza il pensiero di Franco”.
Uno dei registi prosegue il racconto spiegando che nel 2009 realizzò un’intervista a Battiato e lì si rese conto che non era mai stato girato un documentario sul Maestro (così tutti si rivolgono a Franco Battiato), gli ha proposto l’idea e lui ha accettato; è stato complesso perché significava partire da zero, questo documentario è stato un vero e proprio “Apriti sesamo” sulla vita del cantante.
Le prime riprese sono state fatte nel luglio 2009 e le ultime nell’aprile 2013, ciò è stato dovuto al fatto che il materiale doveva essere inedito e quindi c’è voluto molto tempo.
Franco Battiato ci tiene a sottolineare che da quest’opera non deve emergere la sua musica ma le sue parole, ciò che egli dichiara nelle interviste: “c’è una scena in cui dipingo che restituisce la mia vera vita a casa mia- egli aggiunge- la cosa più importante in questo documentario è la comunicazione, non l’estetica perché non si sta facendo un film”.
Qualcuno chiede all’artista un consiglio per uscire da questa crisi, non solo economica ma soprattutto spirituale, così lui con la pacatezza e la saggezza che lo contraddistingue afferma: “Sono nato subito dopo la guerra, non c’era da mangiare, non c’erano soldi, non c’era nulla da rubare, ma eravamo felici. Ho vissuto un’infanzia molto felice. Dovremmo smettere di pensare troppo ai soldi. Quando sono stato a Milano stavo anche una settimana senza mangiare perché non avevo i soldi, ma mi bastava guardare le vetrine sotto Natale o suonare per essere felice. Certo, ci sono cose che non si possono chiedere a tutti, ma ci sono casi in cui i problemi si possono superare in un altro modo, ad esempio, con la meditazione”.
Battiato racconta poi la sofferenza da lui provata per il fatto di non saper disegnare, ma nel 1990 ha passato tre anni a studiare, leggere, ascoltare musica classica – perché ci dice “la pop me la faccio da solo”- nel più classico otium greco. In quel momento ha cominciato a dipingere con le terre e dopo due anni di sofferenze è riuscito a realizzare un derviscio in quattro linee: “è stato un orgasmo metafisico”.
Nel documentario Franco racconta le diverse fasi della sua vita e i suoi albori come cantante e musicista che sono stati disastrosi: “facevo musica elettronica quando ancora non la conosceva nessuno, facevo musica improvvisata, chiudevo gli occhi e suonavo ma quando li riaprivo non sapevo nemmeno dove fossi, ho ricevuto molti fischi, ma del resto, erano cose inaccettabili”.
L’artista prosegue rivelando che negli anni settanta ebbe una crisi molto forte in quanto “non riconoscevo gli esseri umani” crisi risolta grazie alla meditazione.
Prima del grande successo egli ammette di essere stato presuntuoso, di fare il gradasso ma poi è arrivata la vera essenza della musica, come comunicazione, ma poi prosegue: “comunicare è da insetti, esprimersi ci riguarda”.
Prosegue raccontando il suo rapporto con la religione e il misticismo: “ho cominciato con i mistici indiani, poi ho conosciuto dei tibetani che ricordavano benissimo le loro quattro vite precedenti. Mi dispiace per gli atei che non hanno capito niente”.
L’intervista si conclude con una considerazione sul mondo e sugli esseri umani: “noi esseri umani non siamo all’altezza di ciò che ci avrebbe assegnato il cosmo. Decidiamo di evolverci, del resto, abbiamo tutti le stesse possibilità”.
Questo incontro con Franco Battiato è stato qualcosa di filosofico, mistico, unico.
Per continuare a conoscere questo artista suggeriamo Io chi sono? Dialoghi sulla musica e sullo spirito di Franco Battiato e Daniele Bossari (2009, Mondadori.)