Libri al cinema: Molière in bicicletta

Serge ha abbandonato la carriera d’attore per ritirarsi in una casetta sull’Île de Ré,

dove vive come un eremita. A interrompere il suo burbero isolamento arriva

Gauthier, amico e collega sulla cresta dell’onda, che gli propone di recitare insieme a

teatro Il misantropo di Molière. Serge è scettico, ma chiede a Gauthier di restare

qualche giorno per provare entrambi la parte del protagonista, Alceste. L’amicizia

ritrovata, la poesia di Molière e l’incontro inaspettato con una donna italiana,

Francesca, sembrano restituire a Serge la gioia di vivere, ma i rapporti tra i tre si

riveleranno meno facili del previsto…

Questo film è uno dei migliori esempi del perché è nata questa rubrica; il regista del film, Philippe Le Guay, attraverso la voce dei tre protagonisti, Fabrice Luchini, Lambert Wilson e Maya Sansa, riesce a rendere alla perfezione la trama dell’opera di Molière e soprattutto lo stile di questa pièce.

Abbiamo assistito alla conferenza stampa dove i protagonisti hanno dichiarato che grazie a un formidabile trio d’attori, Molière in bicicletta intreccia arte e vita in un gioco di specchi raffinato e a tratti esilarante, rendendo omaggio al mondo del teatro e al fascino e alla fragilità dei suoi protagonisti.

Questo film – dichiara il regista – è nato dopo la passeggiata in bicicletta che facevamo io e Fabrice Luchini durante le prove dell’altro film (Le donne del 6° piano, ndr) e Fabrice si è messo a recitare la scena I atto I del Misantropo e in questo ho visto l’idea di un film che si realizzava. Il rapporto dell’autore è così forte per il Misantropo di Moliere che ho capito che dovevo ispirarmi da questa passione per realizzare il personaggio, da lì ho capito il bisogno di creare un antagonista”. Un attore sulla cresta dell’onda famoso per le sue interpretazioni in tv e un attore che si è ritirato dalle scene.

Poi serviva una donna – continua Philippe Le Guay  – e dunque perché non prendere una donna italiana? Perché il film non avrebbe mai avuto senso senza la presenza femminile e dunque una presenza mediterranea in questo clima atlantico stava proprio bene. Mi è molto piaciuto anche mescolare attori di scuola teatrale cinematografica e teatrale diversa. L’ispirazione di questo film mi è venuta per l’amore che ho per gli attori.”

Nel film si affronta il tema metateatrale e il regista ha ammesso che è stato difficile fare un film in cui gli attori facessero il ruolo degli attori. Bisogna far fare un cammino agli attori per avere una risposta positiva. È stato, secondo Luchini, molto complesso recitare a livelli diversi, recitare male e poi migliorare, è stato molto piacevole da fare ma molto difficile. Per l’attore questo processo è stato come riflettersi in uno specchio.

Questo film è ambientato su un’isola ma anche in uno spazio chiuso e intimo, in cui gli attori provano il Misantropo, declamando i versi alessandrini, così il regista ha deciso di illuminare questo spazio chiuso. Alceste è un personaggio deluso dagli esseri umani, soffre per l’eccesso di sincerità, pensa che nel rapporto con gli altri occorra dire sempre la verità, l’altro personaggio crede che nella vita occorra adattarsi, crede fermamente nell’importanza del compromesso.

Il misantropo è un personaggio  deluso, che porta con sé un sentimento amaro, che porta una ferita per la delusione data da un amico. Ma poi qualcosa si apre nella sua misantropia grazie a un altro amico ritrovato e alla conoscenza della donna italiana.

In Molière in bicicletta non sono gli attori ad essere in primo piano; il fatto che siano attori è da mettere in secondo piano, ma è la storia della vendetta, della gelosia, di una cattiveria, una cosa umana tra due personaggi, caratteristiche tipiche dei personaggi di Molière.

Questo film ha l’ambizione di mostrare la nobiltà del mestiere e la passione con cui gli attori interpretano il testo e sono al servizio di quest’ultimo. I due personaggi sono due attori soli che dedicano una passione estrema nel recitare un verso alessandrino, litigando sulla pronuncia. A detta del regista è stato un po’ come quando si va in cucina e si descrivono i procedimenti con cui si realizza un grande piatto.

Francesca, l’attrice femminile del film è anche lei un Alceste, che dice ciò che pensa quando lo pensa, non una misantropia ma un’onestà intellettuale.

Questo film è come un’improvvisazione jazz, è come un gioco degli scacchi e riguarda il tentativo del controllo. È una ballata in cui si parte dal testo e che poi diventa accidentale, ci sono rapporti conflittuali e cambiamenti rapidi. Ci sono evoluzioni costanti nella trama del film e i personaggi vivono ciò che accade nonostante se stessi, rispettando fedelmente l’opera di Molière.

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