Titolo: Pride and Prejudice -Orgoglio e pregiudizio
Autore: Jane Austen
Anno di pubblicazione: 1813
Edizione usata per la recensione: 2005, Penguin Books.
Pride and Prejudice, uno dei romanzi più celebri della scrittrice inglese Jane Austen, fu pubblicato nel 1813 ma gode tutt’oggi di grande fama e si trova al centro di una vivace riscoperta, legata in gran parte anche alle numerose e fortunate trasposizioni televisive e cinematografiche. Dalle popolarissime serie televisive della BBC, sino al film con Keira Knightly e Matthew MacFadyen nei ruoli di protagonisti, solo per fare alcuni esempi, i volti di Elizabeth Bennet e Mr Darcy sono da tempo associati a quelli di attrici e attori amati dal pubblico. Per non parlare della prolifica produzione letteraria che alle vicende di questo libro si ispira: sembra che vi siano almeno 180 romanzi che si rifanno, in qualche modo, alle vicissitudini narrate da Jane Austen. Il più noto è “Bridget Jones’s Diary” (romanzo e poi anche film), in cui il combattuto amore fra Lizzy e Mr Darcy assume un tono più che mai ironico se non decisamente comico, ma ce ne sono molti altri, di scrittori noti o semisconosciuti, tutti conquistati da questa vicenda d’amore d’altri tempi ma non troppo.
L’incipit del romanzo condensa, in una frase sola, la premessa di tutta la storia: “It is a truth universally acknowledged, that a single man in possession of a good fortune, must be in want of a wife” (E’ una verità universalmente riconosciuta che uno scapolo, in possesso di una certa fortuna, abbia bisogno di una buona moglie).
Questa affermazione calza a pennello con la mentalità della loquace e scoppiettante Mrs Bennet, madre di Jane, Elizabeth, Mary, Kitty e Lydia. Suo principale scopo di vita è far maritare le giovani figlie, in modo da poter garantire loro un futuro e, possibilmente, elevare il loro rango sociale.
Ovvia, quindi la sua entusiastica reazione all’annuncio che un giovane, un certo Mr Bingley, di condizioni piuttosto agiate, stia per diventare niente meno che il loro nuovo vicino di casa. Molto più pacato, se non in apparenza quasi distaccato, è il marito, Mr Bennet, uomo molto più portato per le letture solitarie e l’otium che per le occasioni sociali. Saggio, pacato, ma anche pungente e sarcastico con la moglie, Mr Bennet nutre una vera predilezione per la seconda delle sue figlie, Elizabeth, che chiama affettuosamente Lizzy, in quanto da lui considerata la più intelligente.
E Lizzy, in effetti, non potrebbe essere più diversa dalla madre: amante dei libri, della natura, dotata di genuini sentimenti e di spontaneità, ha una personalità forte e uno spirito molto indipendente.
Proprio attraverso questa figura femminile combattiva e, per molti aspetti, anticonvenzionale per l’epoca, e quella del giovane Mr. Darcy, amico fidato di Mr Bingley, inizialmente diffidente se non ostile verso le giovani Bennet, si dipana una storia intricata e avvincente allo stesso tempo, che va ben al di là di una banale “love-story”.
Il romanzo – definito “novel of manners” perché in gran parte dedicato alla rappresentazione della società dell’epoca, con tutte le sue usanze, le sue occasioni mondane (dai tea parties e ai balli sino ai rituali del corteggiamento) – è sì incentrato sul tema del matrimonio ma è anche una vivida rappresentazione della crescita e dello sviluppo della personalità della sua protagonista, Elizabeth, e di Mr Darcy.
Sono questi due personaggi, infatti, a identificarsi con i concetti di orgoglio e pregiudizio che danno il titolo all’opera. Entrambi dominati dai propri punti di vista ristretti e limitati all’inizio, influenzati dalle rispettive opinioni legate alla loro origine sociale, molto diversa, gradualmente finiranno per modificare il loro punto di vista, abbandonando reticenze e false credenze reciproche.
Elizabeth, in particolare, dovrà attraversare diverse prove per non perdere se stessa e la sua identità, da un lato, e al contempo per aprirsi al mondo e al sentimento dall’altro. Venuta a sapere che proprio Mr Darcy è stata la causa dell’improvviso allontanamento dell’amico Mr Bingley, corteggiatore sincero e timido di sua sorella maggiore Jane, donna dolce e sensibile, all’inizio gli giurerà odio eterno. Tanto più che molte voci negative sul conto di Mr Darcy lo hanno messo in cattiva luce ai suoi occhi da tempo.
E quando Mr Darcy improvvisamentele chiederà la mano, Elizabeth lo rifiuterà con forza, per poi scoprirsi piuttosto confusa in merito ai suoi reali sentimenti verso di lui.
Attraverso la tecnica del free indirect speech, ancora molto lontana da quello che, nel Novecento, prenderà il nome di stream of consciousness con James Joyce e con Virginia Woolf, ma di grande efficacia nel rappresentare il punto di vista dei personaggi, Jane Austen crea una narrazione di forte credibilità. Pur continuando a narrare la storia in terza persona, permette infatti al lettore di entrare, ad esempio, nella mente e nel cuore di Elizabeth attraverso le sue parole di sconcerto e di tensione dopo la proposta di Darcy, comprendendo che, in lei, qualcosa è in evoluzione e in movimento.
A poco a poco, Lizzy scoprirà che Mr Darcy, pur con i suoi sbagli e i suoi pregiudizi sociali, non è la persona orribile che credeva e, in questo, sarà di aiuto la mossa generosa, che questi compirà in segreto a favore di Lydia e di Mr Whickam, l’ufficiale con cui è fuggita senza essere sposata, rischiando di compromettere il buon nome suo e dell’intera famiglia, e che permetterà loro di convolare a nozze.
Fra tematiche molto tradizionali e punti di vista innovativi sul ruolo del sentimento e della donna nella relazione amorosa (l’amore fra Elizabeth e Darcy è basato sulla sincerità del sentimento, più che sulla convenienza sociale e Lizzy ha il coraggio di rifiutare ben due proposte di matrimonio nel corso del romanzo, sebbene all’epoca sposarsi per una donna fosse quasi dovuto), Pride and Prejudice è un romanzo accattivante e che fa riflettere. In particolare, mostra quanto forte sia il potere dell’apparenza e quanti sforzi occorrano per far crollare le illusioni che spesso velano, nelle relazioni umane e sentimentali in particolare, il vero volto della realtà.