Titolo: Daniel contro l’uragano
Genere: Romanzo
Editore: Isbn Edizioni
Numero di pagine: 245
Prezzo: € 15
Leggere Daniel contro l’uragano è come entrare in un mondo parallelo, le cui fondamenta sono ancora ben piantate nella realtà. Shane Jones trascina il lettore nella mente di Daniel, il protagonista, e nelle sue ossessioni, in grado di costruire personaggi, dialoghi, luoghi e relazioni che compongono un mondo alternativo a quello della vita quotidiana. Siamo all’interno di un paradiso autistico, costruito per leggere una realtà incomprensibile agli occhi di un uomo schiacciato dai doveri e dalle responsabilità, forse anche a causa di un matrimonio fallito per colpa del suo carattere chiuso e introverso. Daniel somiglia molto a Christopher, il bambino protagonista de Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte di Mark Haddon. Tra i due si coglie il filone comune della diversa interpretazione di avvenimenti traumatici, ricostruiti in maniera tale da renderli accettabili e persino interessanti. Tuttavia, anziché il delizioso bambino di Mark Haddon, in questo romanzo incontriamo l’ombroso uomo adulto di Shane Jones, in viaggio dentro se stesso.
Daniel lavora per un oleodotto, ma nella sua mente i tubi non sono creati per ospitare il prezioso liquido nero, bensì per trasportare l’acqua dall’oceano alla città, al fine di prevenire le devastazioni causate da un imminente uragano. Questa calamità naturale sembra essere l’unico rapporto con la realtà che Daniel mantiene e intorno a esso costruisce una serie di personaggi che ne incarnano diversi lati della sua personalità. Il viaggio nell’oceano, la ricerca di un villaggio di tubi sottomarini, l’incontro con i bambini chiamati Uragani e tanti altri eventi accompagnano Daniel verso una nuova ossessione, più pesante della paura per l’uragano: la ricerca di sua moglie Helena. La donna, che nella realtà si chiama Karen, continua a cercare di accudirlo nonostante la separazione, arrivando a mettere in scena un teatrino nel quale si spaccia per psicologa pur di convincere l’ex marito a parlarle. In Daniel c’è il rifiuto di una società urlata e caotica, all’interno della quale è difficile anche solo pensare, meglio costruirsi una nuova realtà, ovattata forse, ma legata radicalmente ai fatti della vita quotidiana.
“La prima volta in cui pensai che ci fosse davvero qualcosa che non andava in Daniel non fu la prima volta che mi parlò dell’uragano – racconta Karen –. Daniel spariva per ore, a volte per giorni, e aveva sempre una scusa”. L’unica persona “reale” che resta nella vita del protagonista è anche l’unica che si sia sforzata di conoscerlo, per quanto questa fatica abbia compromesso il loro rapporto. Ma è davvero solo un modo per evadere dalla quotidianità o la storia nasconde un malessere più ampio? L’autrice arricchisce di colori e personaggi, con dialoghi surreali e descrizioni grottesche, una visione della realtà creata per istinto di sopravvivenza, dove l’individuo, per restare se stesso, deve costruirsi un rifugio tanto più resistente quanto più egli si sente debole. A questo punto, forse, l’uragano diventa più reale di quanto si immagini. E lo diventa per tutti.