Autore: Nicola Vacca e Mario Pugliese
Casa Editrice: I Quaderni del Bardo edizioni
Genere: Poesia
Uscirà dopo Pasqua, ma ho avuto modo di gustarlo in anteprima nella sua forma più pura. Dal tratto alle parole unisce la poesia di Nicola Vacca, premio Camaiore 2016, con i ritratti di Mario Pugliese, artista di Gioia del Colle.
Un esperimento letterario di impatto, in cui ha creduto fortemente I Quaderni del Bardo edizioni di Stefano Donno. Un’opera impreziosita anche dalla prefazione e dalla postfazione del filosofo Alessandro Vergari e dello scrittore Giuseppe Scaglione.
Parola e immagine si sostengono a vicenda. Infatti, la linea di Pugliese diventa forma che a sua volta è frutto di una visione già precostituitasi nella mente dell’artista; la parola di Vacca è creazione imminente al di là dello spazio tempo. In entrambi i casi, l’intuizione è la padrona incontrastata di questo dialogo tra artisti, e dall’armonia tra logos e linea si genera l’epifania dell’anima.
Ma c’è un altro aspetto, Pugliese e Vacca si pongono in opposizione alla nostra epoca… laddove la parola incita al disvelamento, ecco che il tratteggir-spinoso rende la forma suadente. Per essere fuori dal tempo, bisogna porsi nella dimensione dell’istante, perché lì sta l’essere… ricordate Parmenide?
Dal tratto alle parole è una antologia della memoria restituita, dedicata a scrittori, poeti e liberi pensatori che hanno reso il Novecento unico e irripetibile. Camus, Cioran, Calvino, Borges, Proust e Bukowski, sono solo alcuni degli autori cui Vacca dedica i suoi versi ai quali si uniscono i ritratti di Pugliese.
Il poeta chiede loro cosa sia la parola, da quali intuizioni sono nate le sconvolgenti verità che sono state impresse su pagine che ancora squarciano la coscienza; a sua volta l’artista esplora i loro volti, li riproduce e li modella tra luci e ombre, tra tratti che si inseguono e si spezzano, fino a diventare forme emozionali capaci di risvegliare in noi un senso di inquietudine.
Quello che è rimasto/è una distesa di cimiteri provvisori/luoghi di sconfitte e massacri/dove l’ultima parola oscena/decreterà la nascita dell’uomo nuovo.
Questi i versi che Vacca dedica a Bukowski, giusto per farvi assaggiare qualcosa di questo libro che non fa sconti, che si imprime nella coscienza, che contiene forma e sostanza del disincanto, che ci aspetta al varco.