A tu per tu con… Raffaella Romagnolo

A pochi giorni dall’uscita del suo secondo libro, “La masnà”, edito da Piemme, ho avuto una piacevole telefonata con Raffaella Romagnolo. Un lavoro approfondito ed un amore particolare per la sua terra natia hanno dato origine ad un romanzo molto coinvolgente, una storia sul mondo delle donne, con le loro sconfitte e le vittorie, la sottomissione e l’emancipazione, ambientata sulle colline del Monferrato;  lì, come in tutto il Piemonte, con masnà si intende il termine “bambino”. E proprio del Monferrato è originaria la scrittrice.

In che misura questo libro può considerarsi autobiografico?

Né la storia né i personaggi  lo sono,  La masnà” è un’opera  interamente di fantasia. L’elemento autobiografico è tutto nell’atmosfera emotiva, perciò è stata un’operazione memoriale, sia dei paesaggi in cui ho vissuto da bambina sia dove vivo adesso. Non posso quindi considerare autobiografico questo lavoro nel vero senso del termine.

Quale delle figure femminili ha tratteggiato per prima e perché?

La progettazione di questo romanzo è stata piuttosto lunga, almeno tre anni. Dapprima ci sono stati dei mesi di lavoro e ricerca in cui è nata l’idea per perfezionare l’architettura del libro, quindi le tre figure femminili sono nate in contemporanea. Tuttavia alla figura di Emma ho dato più spazio perché ricopre il ruolo di tutte e tre le generazioni. Ogni figura inoltre vuole raccontare un cambiamento sociale.

In che misura questo libro che è ambientato dagli anni ‘30 agli anni ‘90 può essere ancora attuale?

Sicuramente per due motivi: perché ho una fiducia incrollabile nello studio della storia in quanto il presente si spiega solo con il passato e perché c’è un’apertura sulla continuità, quindi agganci con la realtà attuale. Almeno due personaggi del racconto hanno avuto grandi possibilità di migliorare la loro posizione sociale ed economica con l’allontanamento dalla campagna: Mario, il figlio maschio,   è andato ad abitare in una grande città e ha trovato un lavoro diverso da quello della campagna, Luciana, sposandosi, ha aperto un ristorante. Questi sono solo due esempi dei grandi cambiamenti che hanno coinvolto tutte le persone che dalla campagna sono migrate verso le città. Pensiamo a quale grande vera e propria rivoluzione ciò abbia comportato. Un’altra espressione di attualità si trova anche nella figura di Anna, l’unica della famiglia ad aver completato il ciclo di studi ed alla sua difficoltà nel trovare un lavoro. Questo è un problema che si è affacciato nella nostra società proprio a partire dagli anni ’90 quando iniziano a presentarsi, per chi ha un titolo di studio, scarse possibilità di trovare un lavoro. In questo senso il libro racconta una storia di decadenza, la stessa che stiamo vivendo in questi anni.

Perché alcuni capitoli sono preceduti da una citazione e come le ha scelte?

Proprio perché la stesura del libro è durata tre anni ogni tanto mi capitava di leggere e trovare qualcosa che faceva al caso mio. Le citazioni non sono state inserite come degli orpelli, né le ho studiate per dare un tono al libro, ma le ho intese come una bussola di lettura, delle chiavi di lettura, così chi inizia a leggere un capitolo può intravederne il contenuto dalla citazione. Ho inserito citazioni di autori importanti da Thomas Mann a Elsa Morante a Salvatore Satta.  I primi capitoli riportano citazioni mussoliniane che sono frutto di una ricerca storiografica e richiamano il tempo storico del romanzo. Quella di Grossman (“Così è la vita, Vera. E’ duro lasciare una casa dove si è sofferto molto”) è arrivata al momento giusto e non poteva esserci frase più adatta all’argomento del libro ed in particolare a quel capitolo. La citazione di Edoardo Sanguineti, mio professore all’università, si è inserita altrettanto bene. All’inizio del capitolo sull’agonia di Emma ho inserito una citazione di Enrico Ghezzi che ho trovato in un suo articolo scritto per il necrologio della morte del padre. Penso che abbia notato che non tutti i capitoli hanno citazioni: beh, in tal caso è perché non ho trovato nulla che si prestasse a quel contenuto.

A quale scena è più legata?

Le scene a cui sono legata sono diverse, ne cito due in particolare. La prima è quella in cui Anna  impara ad andare in bicicletta: questo lo considero il centro emotivo del romanzo perché le tre donne (nonna, figlia e nipote) sono insieme per un progetto comune.  Questa è una vera e propria rivoluzione copernicana nella vita di un individuo. Mi piace la figura di questa bambina, così diversa dai suoi coetanei. Poi sono legata alla prima scena che ho scritto: Anna si reca in ospedale a trovare la nonna malata e la vede nuda, mentre le cambiano il catetere: può essere una scena cruda,ma rappresenta l’eredità, nel bene e nel male. A volte qualcuno mi dice che dovrei essere legata a qualche altra scena, ma per me sono queste.

L’universo maschile del romanzo è rappresentato a tinte fosche. Da cosa dipende questa sua scelta?

L’idea del romanzo è stata quella di tenersi vicina alle tre donne che in realtà sono tre donne sfortunate. Comunque, anche le figure maschili sono ricche di significato per tratteggiare meglio il quadro. Prendiamo la figura del Cavalier Robino, quando “porta via” la terra alla famiglia di Emma (siamo nel primo capitolo): è una scena di una contemporaneità incredibile, forse la più contemporanea in quelle che raffigurano gli uomini. 

Quale libro ha sul comodino in questi giorni?

Sono alle prese con tre libri: rappresentano il passato, il presente e il futuro. Di questi uno mi è stato regalato. Sto leggendo “Non tutti i bastardi sono di Vienna” di Andrea Molesini, “La masseria delle allodole” di Antonia Arslan e “Il tempo è un bastardo” di Jennifer Egan che è premio Pulitzer 2011. Mi viene in mente però anche un altro libro molto bello e che le suggerisco: “Olive Kitteridge” di Elizabeth Strout. Narra di una donna che vive nel Maine, un’insegnante in pensione; sono pagine bellissime di storia della letteratura, un libro assolutamente da leggere che si è guadagnato il premio Pulitzer 2009: è un libro eccezionale, lo legga e mi ringrazierà per averglielo consigliato.

Sta pensando ad un nuovo romanzo?

Ho delle idee per un prossimo libro, legato alla contemporaneità e con protagonista un adolescente. Io non ho figli, quindi sto veramente osservando il comportamento dei ragazzi quando li incontro, vedremo…

Cosa augura agli Amanti dei libri?

Non so se i libri cambiano il mondo, ma sicuramente ci cambiano la vita. Chi non legge non sa cosa si perde!

Leggi anche la nostra recensione de “La Masnà”

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