Cari amici, vogliamo condividere con voi una cosa speciale.
Durante il Salone Internazionale del Libro di Torino abbiamo incontrato Alessia Gazzola, autrice de “L’allieva” e abbiamo fatto una bella chiacchierata… ecco a voi cosa ne è uscito:
La fascetta che avvolge il tuo libro ti presenta così: “Ha studiato da Kay Scarpetta, irresistibile come Bridget Jones ma viene dalla terra di Montalbano”. E’ una bella responsabilità. Sei d’accordo con queste affermazioni? Ti ci ritrovi?
Sono modelli molto alti, quindi non sta a me essere d’accordo, io la vedo con occhi diversi. Sono molto autocritica, non mi sognerei mai di paragonarmi a questi tre modelli. Se ti devo dire però a quale mi sento più vicina, è senza dubbio Bridget Jones.
Il tuo libro è accattivante per diversi motivi: racconta una bella storia, usi un linguaggio straordinario, trascini il lettore da quando inizia a leggere fino a quando ha finito e chiude. il volume. Inoltre, ci sono dei tratti nel libro in cui il lettore si trova a ridere scorrendo le pagine…
Era questo l’obbiettivo. Sono molto contenta.
Come sei approdata nel mondo dell’editoria?
Rispondo con piacere e spero che altre persone si sentano stimolate vedendo questa mia risposta, perché io sono la prova lampante che le possibilità vengono date e il mondo editoriale non è così terribile come lo si descrive.
Quando ho finito di scrivere il libro, ho pensato di rivolgermi ad un’agenzia letteraria, semplicemente con l’intenzione di avere un parere sul testo, senza altri fini in mente. Desideravo solo sapere se il mio scritto fosse valido o meno. Quest’agente, dopo aver letto il romanzo, ne è rimasta colpita e si è presa la responsabilità di trovarmi un editore prendendomi in carico.
E’ il tuo primo romanzo? Raccontaci come mai hai iniziato a scrivere.
No, non è il mio primo romanzo. Ho numerosi scritti nel famoso “cassetto” che non ho mai provato a pubblicare. Scrivo da quando ero bambina e ho sempre scritto per passione. Senza mai avere l’intenzione di pubblicare. Con questo è stato diverso. Perché mi piaceva più di altri e tra me e me mi sono detta che io per prima, da lettrice, avrei voluto trovarlo in libreria.
Quanto Alice può somigliare agli investigatori della nostra letteratura?
Tutti gli scrittori della nostra letteratura sono accomunati da questa curiosità indomita e sicuramente è una caratteristica presente anche in Alice. Alice è proprio una curiosona, senza freni inibitori, quindi il risultato sono una marea di guai.
Quanto, invece, c’è di Alessia in Alice?
Qualcosa. L’emotività e forse la distrazione, io sono molto distratta. Per il resto però posso dire che Alice non è il mio alter ego. Buona parte delle cose che fa Alice nel romanzo io nemmeno me le sognerei nella vita reale. Penso che un autore parta da delle caratteristiche personali per creare il personaggio, ma poi le sviluppi fino a creare una persona autonoma totalmente distaccata da sè. Io ho quindi voluto distaccarmi da Alice: darle la vita, ma lasciarla camminare con le sue gambe. Volevo inventare un personaggio e non fare un diario.
Se tu dovessi descrivere Alice, cosa diresti di lei?
E’ passionale, emotiva, temeraria…
La cosa che mi ha colpito di più è che Alice appare goffa, ma riesce ad essere anche estremamente razionale…
Io penso che fondamentalmente sia anche sfigata. E poi altre situazioni se le crea, ma sa sempre come affrontarle.
A quando il secondo caso di Alice?
Dal mio punto di vista è quasi finito. Credo che nei primi mesi del 2012 la casa editrice lo pubblicherà, ad un anno di distanza da “L’allieva”, ma nulla è ancora deciso. Alice vivrà finchè lo vorranno i lettori. Sono loro i giudici insindacabili di noi scrittori.
Quando l’autore di un libro che ha avuto così successo si appresta a scrivere un secondo romanzo, non ha paura di deludere i suoi lettori?
Io personalmente ne ho avuta! Anche se poi la razionalità prende il sopravvento… Ho cercato di scrivere il mio secondo libro nella stessa maniera in cui ho scritto il primo. Cerco di non modificare gli ingredienti, in modo tale che il lettore non possa sentirsi tradito. Il punto di partenza deve essere quello che è andato bene e quello che è piaciuto. Se ci si dedica ad un altro genere, altrimenti, sarebbe come debuttare di nuovo… Il mio secondo romanzo è il seguito del primo e quindi il livello narrativo e le altre caratteristiche sono le stesse del primo libro, come è giusto che sia. La paura c’è, ma spero che mantenendo lo stesso spirito con il quale ho scritto “L’allieva” i lettori continuino a fidarsi e a gradire il mio lavoro.
Ora una domanda che arriva da una nostra lettrice: pensi che Alice possa diventare un film?
Sì, Alice probabilmente diventerà una fiction. La Endemol l’ha opzionata per l’acquisto dei diritti. Spero di poter far parte del team degli sceneggiatori! Non vedo l’ora…
Cosa ne pensi dell’editoria a pagamento? Pensi che questo fenomeno possa creare danno all’editore indipendente?
Io sono per la libertà! Se uno scrittore non riesce a trovare un altro modo per pubblicare, capisco che possa incorrere in questo fenomeno. Io non l’avrei mai fatto! No, non penso che possa creare un danno, penso siano mercati totalmente distinti! Non concorrono tra di loro perché non sono sullo stesso piano. La differenza tra chi investe e chi promuove con i soldi degli altri è abissale. Il vero editore è colui che investe del proprio denaro se crede davvero nel lavoro di un autore! Penso che “L’allivea” non avrebbe avuto successo se fosse stato pubblicato con editori a pagamento. Concludendo, penso che il lettore non sia stupido…
Un grazie sincero ad Alessia Gazzola per il tempo che ci ha dedicato ma soprattutto per la sua simpatia e spontaneità! Ora ve ne diamo un assaggio…
Recensione de “L’Allieva” di Alessia Gazzola edito da Longanesi