L’altare dell’Eden – James Rollins

L’altare dell’Eden è un thriller mozzafiato targato James Rollins.
L’autore è stato per anni un apprezzato veterinario ma, a un certo punto della sua vita, ha deciso di anteporre al lavoro le sue tre grandi passioni: la speleologia, le immersioni subacquee e, soprattutto, la scrittura.

Il libro inizia nel 2003 nella città di Baghdad appena conquistata dall’esercito americano. E’ qui che alcuni uomini, penetrati all’interno dello zoo cittadino, vengono attaccati da una mostruosa e misteriosa creatura.
La scena si sposta poi avanti fino ai giorni nostri, nella città di New Orleans dove incontriamo i due protagonisti del romanzo: la veterinaria Lorna Polk, chiamata ad occuparsi di alcuni strani animali esotici trovati nella stiva di un peschereccio naufragato sulle coste della Louisiana, e l’agente di frontiera degli Stati Uniti Jack Menard che affiancherà e aiuterà la veterinaria in questa avventura.
I due si trovano subito a…
fare i conti con gli strani animali ritrovati; ognuno infatti presenta delle strane deformità fisiche e un’intelligenza fuori dal comune , sicuramente non naturale.
Mentre sono impegnati in una spettacolare caccia a uno degli animali sopravvissuti al naufragio, un grosso giaguaro dai danti a sciabola, i due scopriranno che il vero nemico da affrontare non sono gli animali ma qualcuno che si muove nell’ombra e che è disposto a qualsiasi cosa per difendere il suo personale “Altare dell’Eden”.

Rollins, grazie anche alla sua esperienza come veterinario riesce a combinare perfettamente scienza, genetica e fantasia creando un libro che, col suo ritmo e i suoi continui colpi di scena, terrà viva l’attenzione del lettore fino all’ultima pagina.

Un altro elemento importante di questo romanzo è sicuramente l’ambientazione; la descrizione dei luoghi e dei paesaggi naturali.
Un’esperienza suggestiva è stata quella di entrare nelle paludi della Louisiana; muoversi all’interno della vegetazione e percorrere i sentieri, navigare i piccoli corsi d’acqua che le formano, ascoltare i suoi suoni e sentire i suoi odori.

Ecco un piccolo assaggio:

“T-Bob socchiuse nuovamente gli occhi, ascoltando con tutto il corpo ogni sciabordio, trillo, crepitio e fruscio. Nella sua mente prese forma l’immagine della palude. Concentrandosi ancora di più, distinse in lontananza un imbuto di suono, fatto sia di suoni sia di silenzio: una serie di rane che facevano lievi tonfi, l’improvvisa interruzione del battere di un picchio, il volo cinguettante di uno scoiattolo.
Là fuori c’era qualcosa e si stava muovendo.
Lentamente, furtivamente.
Stava andando verso il fuoco e non in direzione opposta.
Stava avanzando verso di loro.”

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