
Data di pubbl.: 2025
Pagine: 264
Prezzo: € 18,50
L’Italia è entrata nella Seconda Guerra Mondiale, le leggi razziali del regime fascista sono state emanate e un torrido luglio del 1940 imperla di sudore la fronte dei napoletani. Il commissario Luigi Alfredo Ricciardi ormai sa che deve portare lontano da Napoli la piccola Marta e i suoceri Colombo. Sebbene le loro origini ebraiche si perdano nella notte dei tempi, le autorità li hanno segnalati come tali e rischiano la deportazione. Così, accompagnati dalla fidata, silenziosa e indomita Nelide, si rifugiano in Cilento, nelle proprietà di Alfredo, barone di Malomonte, nel paese di Fortino. E una notte Alfredo fa uno strano sogno legato alla sua prima ‘visione’, alla prima esperienza, lui bambino di pochi anni, con il Fatto. È Gaetano Sarubbi che gli parla, da quel lontano 26 febbraio del 1906, con altre e diverse parole: Tutti quei morti ammazzati, e io ancora senza giustizia. Alfredo sente di dovergliela quella giustizia e, in modo discreto – o così crede lui – indaga. Ma dove lo porterà la pista polverosa di quel caso freddo? Quante e quali cose scoprirà non sempre di suo gradimento?
La piccola Marta, intanto, ha stretto una nuova amicizia. È la vecchissima Filomena, zia sordomuta di Nelide, che trascorre le sue giornate svolgendo piccole attività domestiche sotto un grande albero della tenuta. Sordomuta, già, ma per nulla assente come molti credono e se Alfredo ha il terribile dono di vedere e ascoltare i morti ammazzati, anche Marta ha un suo dono speciale.
A Napoli, il dottor Bruno Modo, ormai in pensione, si è unito alla Resistenza e si offre – lui che si considera solo al mondo e dunque nessuno lo piangerà – come esecutore dell’attentato progettato ai danni di un pezzo grosso dei nazisti in visita al porto cittadino. E il brigadiere Maione, nel frattempo, avvilito per la partenza di Ricciardi, medita sul brutto momento storico che il mondo sta vivendo, sul malsano entusiasmo dei figli per quella guerra assurda, sulla penuria di viveri e la miseria che affliggono Napoli, ora più che mai.
Molto più lontano, Livia, ormai per tutti Laura, si prepara a lasciare l’Argentina, a partire per tornare in Italia. Ma non è del suo Paese che ha nostalgia, quanto del suo amore lontano e mai davvero corrisposto, della memoria e della speranza di qualcosa che avrebbe potuto essere e non è mai stato. È forse venuto il momento di far sì che i sogni si avverino?
Quasi tutti i personaggi principali di questo nuovo libro bello e commovente di De Giovanni partono, ma non verso destinazioni ignote, bensì per ‘volver’ per tornare in luoghi noti e carichi delle loro storie personali. Tornano per comprendere, per scoprire qualcosa che non sapevano o per ritrovare se stessi in un viaggio che prima o poi tutti siamo costretti a compiere per chiudere i conti con il passato e proseguire lungo un nuovo cammino. Non sempre troveremo ciò che stavamo cercando o che avremmo desiderato ottenere, ma anche questo fa parte del viaggio e bisogna accettarlo, con amore o con dolore. Dipende. Mentre lassù ci segue lo ‘sguardo beffardo delle stelle’.