
Autore: Virginia Baily
Data di pubbl.: 2016
Casa Editrice: Nord edizioni
Traduttore: Maugeri G.
Pagine: 407
Prezzo: 16,90
In una fredda mattina di ottobre del 1944, la giovane Chiara Ravello entra nel quartiere ebraico. Il suo scopo è aiutare Gennaro, il barista, a bruciare alcune copie di un volantino sovversivo. Non sa che quel giorno la sua vita, già fortemente provata dalla guerra, sta per cambiare per sempre. Quando svolta in una piazza, Chiara vede un camion sul quale vengono ammassate diverse persone. Tra di esse, il suo sguardo incrocia quello di una donna, “vestita come per un addio” (p. 25), una madre con tre bimbi, tra cui un ragazzino sui sette anni. E’ sufficiente uno sguardo: la donna è alla ricerca “di un ponte, di una zattera, di un relitto a cui appigliarsi” (p. 26) e lo trova negli occhi di Chiara che, senza pensarci due volte, incurante del pericolo, inizia a gridare che quel bimbo è suo nipote. Con sua grande sorpresa, i soldati le consegnano il piccolo e partono con il camion, lasciandola sul marciapiede con il bambino in braccio.
Da quel terribile giorno sono passati trent’anni e sembra che Chiara conduca una vita serena: un appartamento in centro, un lavoro appagante, amicizie sincere. Eppure, nella sua vita non c’è più traccia di Daniele Levi, il bimbo che ha allevato come un figlio e che, una volta adulto, è svanito nel nulla, spezzandole il cuore.
Quando si fa viva una sedicenne che sostiene di essere la figlia di Daniele, Chiara si rende conto che è arrivato il momento di guardare in faccia il passato e fare i conti con gli errori commessi e con tutti i segreti della sua vita: “stanca di bugie e mezze verità” (p. 211), Chiara trova il coraggio di affrontare il proprio passato e di accettare le scelte, a volte sbagliate, che ha preso nella sua vita. Anche se ha sofferto, infatti, il suo cuore sa che non è mai troppo tardi per venire a patti con quanto successo: “Non smetti mai di amare tuo figlio, qualsiasi cosa lui abbia potuto fare. Qualsiasi cosa gli abbia potuto fare tu, aggiunse una voce dentro di sé” (p. 212).
Una domenica di ottobre si rivela un romanzo emozionante che ruota intorno ai rapporti familiari, all’amicizia e all’amore. Gli orrori della Seconda Guerra Mondiale restano sullo sfondo e il cuore del libro è la storia dell’amore tra Chiara e Daniele. Il romanzo funziona molto bene perché è incentrato su personaggi interessanti, ricchi di contraddizioni e sfumature e sulle loro relazioni, intense e complesse, che regalano profondità e spessore a tutta la trama. Arriva un momento in cui Chiara si rende conto di amare questo ragazzino più di chiunque altro, e questo amore è palpabile, traspare in ogni pagina: “amalo con tutto il cuore. Esiste forse altro modo di amare?” (p. 238).
Basta una scelta, presa in un attimo di risolutezza, per cambiare per sempre il proprio destino. E’ quello che succede alla protagonista di Una domenica di ottobre, l’intenso romanzo di Virginia Baily. In un istante, l’esistenza di Chiara è completamente stravolta: come ci insegna la storia, il vero coraggio consiste nel vivere ogni giorno con le conseguenze delle nostre azioni, imparando ad accettare il passato.
Chi siamo noi? A chi apparteniamo? Cosa succede quando il nostro mondo cambia o, addirittura, crolla? La storia ci fa riflettere sul senso di identità, di appartenenza, e lo fa con una prosa elegante ma semplice nel contempo.
Con il suo secondo romanzo, Virginia Baily ci regala una grande, generosa e coinvolgente storia, piena di fascino, dalla quale emerge, tra l’altro, anche la splendida atmosfera di Roma, città alla quale l’autrice è legata da profondo affetto: indolente, maestosa, caotica, profumata, Roma si conferma essere una capitale dalla bellezza eterna, “un interminabile splendore che si dispiegava in tortuose viuzze e piazze, fontane e scalinate, colline e parchi, statue, colonne e archi” (p. 351).