
Data di pubbl.: 2024
Pagine: 134
Prezzo: € 15,00
Carlo Levi scrisse che l’opera di Rocco Scotellaro è da considerarsi «una sterminata meditazione su se stesso e sul mondo, è la vita nel suo farsi, da ogni parte aperta, immediatamente parola».
La visione del poeta di Tricarico acquista voce ( circa la coincidenza tra parola e cosa, tra poesia e mondo contadino) perché entra nella storia.
Non si può leggere e comprendere uno scrittore senza tenere conto del periodo storico in cui è vissuto.
La sua storicizzazione è necessaria per entrare nella sua opera e per comprendere i percorsi del suo agire nella scrittura e nella cornice del proprio tempo
Questo discorso vale soprattutto per Rocco Scotellaro.
Ha ragione Marco Gatto quando scrive che la poesia di Rocco Scotellaro vive in un dinamismo senza sosta, muta nel tempo, perché è poesia sottoposta alle determinazioni concrete dell’esperienza umana, sociale e politica di un intellettuale civile.
Si sono appena concluse le iniziative per il centenario della nascita del poeta di Tricarico e da Interno poesia nella collana Interno Novecento esce Tu sola sei vera, un’ antologia di testi del poeta della libertà contadina curata da Franco Arminio.
Scotellaro si inserisce a pieno titolo nella tradizione poetica del Novecento, il curatore invece decide di eliminare le date sotto i testi, ritenendo che non siano essenziali perché quasi un poco distraggono.
Sempre Marco Gatto su La Repubblica edizione di Bari nel recensire il libro curato da Arminio scrive: «Insomma, storicizzare Scotellaro come antidoto alle semplificazioni; di conseguenza politicizzarlo rendendo conto della sua possibile attualità, senza perdere d’occhio la specificità del suo messaggio letterario e civile: sono le due operazioni da perseguire se si ha a cuore un conoscenza non improvvisata di questo importante attore e interprete del meridionalismo».
Secondo Arminio non ci seve sapere se una poesia è del 1947 o del 1952, non serve neppure presentare i testi per temi o rispettando la cronologia dei libri.
Già da questi elementi possiamo affermare che la curatela di Arminio è discutibile perché non tiene conto di alcun criterio critico e il lettore deve accontentarsi di una scelta puramente emozionale.
«La poesia di Scotellaro ha solo bisogno di essere letta» sostiene Arminio nell’introduzione. E lui la legge (con una superficialità che imbarazza) come poesia non colta, che non sa mai di libri, ma di terra.
Scotellaro è un poeta colto che va inserito in una tradizione precisa(traduceva dal greco e dal latino e ha anche tradotto Goethe, Rimbaud, Edgar Lee Masters, Stevenson) ma è soprattutto un poeta del suo tempo ed è impossibile comprenderlo senza inserirlo nel pensiero complesso del meridionalismo.
Non si può non leggere Rocco Scotellaro senza tenere conto delle vicende storiche, biografiche e politiche in cui il poeta è vissuto.
Con molta leggerezza Arminio liquida Scotellaro come un poeta naturale, un poeta senza tempo.
Arminio si limita a sostenere la freschezza della poesia di Scotellaro e invita a leggerla come tale e sostiene che non serve fare troppi discorsi legati al tempo della scrittura e ai luoghi.
Il curatore sostiene che si è preso la libertà di mescolare le carte, prediligendo per il libro un’architettura un po’ casuale.
Rocco Scotellaro, uomo politico, intellettuale dal forte impegno civile e poeta non può essere separato dalla storia.
In Tu sola sei vera Franco Arminio pecca di troppa leggerezza da intrattenimento e si affida solo ai propri gusti personali.
Il risultato è un’antologizzazione senza criterio che svuota Scotellaro, ignorando la storia e quello che su di lui è stato detto e scritto dagli addetti ai lavori.
La poesia di Rocco Scotellaro (e tutta la complessità storico – culturale del suo mondo) non ha solo bisogno di essere letta, ma studiata, approfondita e prima di tutto difesa dalla spettacolarizzazione banale di estimatori improvvisati.