Tango a Porto – Antonio Danise

Titolo: Tango a Porto
Data di pubbl.: 2025
Pagine: 101
Prezzo: € 10,00

Un professore di letteratura portoghese viene invitato a Porto per un convegno. Deve tenere una relazione. Oggetto: A morte de Carlos Gardel, romanzo di António Lobo Antunes, tra i più importanti scrittori lusitani.

Il professore da subito perde di vista l’obiettivo e nella città portoghese inizia un corpo a corpo con il suo tempo e i suoi ricordi.

Antonio Danise in Tango a Porto mette nero su bianco la voce del professore che in un monologo inizia a parlare a sé stesso ma si accorge che forse lo fa da sempre.

Il professore scava nella sua coscienza, ne riesuma le lacerazioni, passa in rassegna la sua vita con l’intenzione di ritrovare il tempo perduto.

«Sto parlando da anni a me stesso, e solo a me stesso. La testa in ebollizione e, a volte, non mi comprendo nemmeno, non ricordo chi sono stato. Il passato un vuoto in cui rischio di perdermi, di sprofondare per mancanza di indicazioni sicure o di appigli affidabili».

Gli universi creati da Lobo Antunes lo guidano fino a un certo punto e come i personaggi di un suo romanzo anche lui appare nella sua vita senza essere annunciato.

Il professore si trova davanti a un vuoto difficile da riempire, perso nelle suggestioni di Porto annota sul taccuino il racconto di un’insensatezza esistenziale: la letteratura incontra la vita reale, la finzione cede il passo alla realtà ed entrambe si annientano.

Il protagonista confessa apertamente di non riuscire a seguire i pensieri se non quando la realtà si presenta ormai evidente e innegabile, e comunque con risultati incerti oltremodo.

Poi nella vita portoghese del professore entra Sofia: i due si incontrano, si frequentano, si amano perdendosi per i luoghi di Porto.

Il protagonista – scrittore continua a parlare a sé stesso, scrive la sua storia ma il suo monologo è lacerato dalla sua stessa esistenza che non trova un baricentro.

Il professore scrive il romanzo della sua vita ma si perde mentre lo e si racconta rendendosi conto che la lettura, la letteratura e il suo amato Lobo Antunes non lo salveranno dalla disfatta.

Egli scrive e parla a sé stesso per cercare di scappare da un oceano di solitudine, ma si accorge che la persona che sta scrivendo non è la stessa di quella che ha conosciuto, o pensava di conoscere.

Tango a Porto per alcuni versi può considerarsi un romanzo breve di formazione. Danise, attraverso le inquietudini del professore che scrive per dialogare con i propri demoni, si interroga sulla scrittura e la sua funzione, sul potere dei libri, sull’arte del romanzo e su quel mondo affascinante e misterioso che è la letteratura, dove, come il protagonista di questo romanzo, dovremmo sentirci tutti a disagio, senza mai azzardare conclusioni, o pretendere di trovare risposte definitive.  

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