Autore: Rafael Chirbes
Data di pubbl.: 2014
Casa Editrice: Feltrinelli editore
Genere: Narrativa
Traduttore: Pino Cacucci
Pagine: 384
Prezzo: 19,50 €
Per poter resistere, invece, per restare vivo, c’è bisogno di una buona dose di idealismo. Capacità di mentire a se stessi. Sopravvivono solo quelli che riescono a credere di essere ciò che non sono.
È una durissima analisi sulla società moderna quella che ci propone Rafael Chirbes. In questo romanzo, ambientato in Spagna, in una città immaginaria, viene scandagliato ogni aspetto della nostra quotidianità. La crisi economica, la disoccupazione, l’immigrazione, la sessualità, nulla viene dimenticato.
Lo scrittore non offre al lettore un quadro pietistico, ma con cinico umorismo rende i suoi personaggi profeti di sventure. Uomini che vivono la disgrazia come parte integrante della propria esistenza. Cosa vuol dire? Che c’è un’accettazione passiva del continuum della vita e della storia.
Già il titolo parla da sé. Vivere sulla sponda, per Chirbes, è quasi una categoria dello spirito. Un’esistenza che sceglie l’emarginazione, che non muta, che stagna in un eterno presente in cui il tempo si ripiega su se stesso. Non è un caso che lo scrittore apra il suo libro con il ritrovamento di un cadavere proprio sulla sponda di uno stagno.
Lo stagno è metafora della condizione umana odierna. Una società che vive in questo acquitrino immobile che non trova legami con il futuro, ma che ricorda nostalgicamente il proprio passato mentre si decompone.
Tutti i personaggi che popolano il mondo di Chirbes vivono di ricordi. Abbandonano la sciagura che stanno attraversando ad una dimensione immobile, in cui il tempo ha smesso di trascorrere. Sono come i dannati che vivono in un girone infernale dantesco: hanno accettato la propria condanna.
Non c’è un riscatto, insomma, e questa visione pessimistica coincide perfettamente con il momento storico che viviamo. Ecco perché i personaggi di Chirbes catturano così bene il lettore.
Dal punto di vista tecnico, la scrittura di Chirbes è ricca di figure retoriche che contribuiscono a rendere pittoresco ogni passaggio. Il suo “mostrare” lo allontana da una certa letteratura “descrittiva” che bada troppo alla forma. La ricchezza dello stile rende questo libro un’opera di vera letteratura, come quelle di un tempo.
Un’opera affascinante, un trattato sulla società moderna in cui la narrativa diventa dimensione privilegiata per accedere alla contemporaneità.