Data di pubbl.: 2024
Traduttore: Vincenzo Vega
Pagine: 256
Prezzo: € 18,00
Per uno strano scherzo del destino, Sottomissione ( uscito da Bompiani nel 2015), il romanzo Michel Houellebecq, esce in Francia lo stesso giorno in cui un commando di terroristi islamici irrompe nella redazione di Charlie Hebdo e fanno una strage. Subito si scatena la solita giostra del sensazionalismo giornalistico: il nuovo libro dello scrittore francese viene etichettato come un romanzo islamofobo.
Chi veramente conosce l’opera intera di Michel Houellebecq sa che non è così.
François, il protagonista del romanzo, è l’alter ego di Houellebecq, e Sottomissione è uno straordinario romanzo di formazione.
A dieci anni dalla sua prima pubblicazione Sottomissione viene riproposto con una nuova veste grafica da La nave di Teseo, l’attuale editore di Houellebecq.
Siamo a Parigi nel 2022 e la Francia e nel bel mezzo di una campagna elettorale per le presidenziali che vedrà per la prima volta l’affermarsi del partito della Fratellanza musulmana. Grazie a un’alleanza con il partito socialista e il centrodestra, salirà al potere il musulmano moderato Mohammed Ben Abbes. Per fermare l’avanzata del Fronte Nazionale, i tradizionali equilibri saltano e il vecchio ordine politico basato sull’alternanza tra socialisti e la destra moderata viene meno consentendo un’islamizzazione della Francia.
In tutto questo troviamo François, professore universitario esperto di Huysmans, che assiste da misantropo e solitario alla decadenza della Francia e alla dissoluzione dell’Europa e dei suoi valori occidentali.
Per il protagonista e per gli anni della sua triste giovinezza, Huysmans è stato un compagno, un amico fedele su cui non ha mai dubitato.
Anche adesso che la sua vita procede dilagante e impermeabile e vede il mondo intorno a sé cambiare, lo scrittore francese è sempre al suo fianco
Anche in questo come in tutti i suoi libri, Houellebecq racconta – da uomo che non si riconosce nel suo tempo – il punto di non ritorno dell’Occidente e mette in scena la sua agonia irreversibile. E tutto questo lo fa anteponendo sempre la letteratura alla politica e all’attualità («Nei miei romanzi cerco sempre di tenermi lontano dall’attualità. Quando s’inizia a scrivere un romanzo bisogna staccarsi dal flusso continuo d’informazioni cui siamo sottoposti, altrimenti se ne resta travolti». Da un’intervista a Michel Houellebecq a firma di Fabio Gambaro pubblicata su La Repubblica il 10 luglio 2016).
Da quel grande scrittore perfetto che è, questa volta più che in altre, ci mette dentro tutta la vera letteratura possibile.
I suoi romanzi sono semplici oggetti letterari e non vanno considerati dichiarazioni politiche. A scatenare le polemiche politiche intorno ai libri di Houellebecq ci pensano i media, che hanno sempre bisogno di clamore e visibilità. Per i media lo scrittore francese è un’ottima fonte di polemiche.
Nel caso di Sottomissione, i media si sono concentrati sul tema dell’Islam e del successo elettorale di un ipotetico partito musulmano, tralasciando tutta la parte su Huysmans, che invece è all’origine del romanzo.
Sottomissione prima di tutto è un libro sullo strano potere della letteratura. E seguendo i canoni del dimenticato romanzo di formazione, Houellebecq racconta la crisi umana e intellettuale del protagonista che vive sulla propria pelle e con la propria esperienza umana e culturale la decadenza di un Occidente che si va consumando sotto i suoi occhi.
Non è la fantapolitica la chiave di lettura del libro dello scrittore francese.
Ma attraverso la specificità della letteratura, che nel bene e nel male può dare la sensazione di un contatto con un’altra mente umana, Houellebecq continua a esplorare le storture e le infelicità del mondo contemporaneo, dichiarandosi estraneo a esso fino ai limiti estremi della misantropia.
François è un decadente, come il suo amato Huysmans di cui è fervido e appassionato studioso.
Calato con la sua esistenza nel disincanto della morte occidentale, il protagonista si racconta sapendo di essere un uomo annientato in compagnia dei suoi simili e che niente salverà la sua umanità da questo crepuscolo degli idoli.
Houellebecq scrive romanzi nella culla dell’Illuminismo, nel paese del rispetto delle opinioni altrui e della libertà assoluta. Da molti anni è disilluso nei confronti della resa di questi valori che stanno decadendo per assenza di difesa.
Ogni suo libro decreta la morte dell’illuminismo e l’agonia irreversibile della Francia libertaria e dell’Occidente che si arrendono dolcemente alla loro estinzione.
Sottomissione è un altro tassello importante del lavoro intellettuale di Houellebecq.
Lo scrittore, in modo particolare, si affida esclusivamente alle ragioni della scrittura e della letteratura per raccontare la morte definitiva dell’intelligenza di questa nostra umanità dolente che finisce per essere irreversibilmente sottomessa alle peggiori ragioni dell’oscurantismo.